Guardia medica in ginocchio:
«Siamo in pochi, turni massacranti
così rischiano i cittadini»

Martedì 1 Giugno 2021 di Corso Viola di Campalto
Guardia medica in ginocchio: «Siamo in pochi, turni massacranti così rischiano i cittadini»

TERNI La pandemia ha toccato un altro nervo scoperto della sanità ternana, quello del servizio di continuità assistenziale (ex Guardia Medica) che è vicino al collasso. Una situazione esplosiva che ha visto i medici incontrarsi e provare ad alzare la voce per farsi sentire. Nessuna sigla sindacale, nessun nome e cognome, ma un blocco granitico che ha portato a redigere un documento per cercare di ottenere l’attenzione dell’Usl, ma anche della politica e della città. 
«L’emergenza per il covid - dicono- ha fatto emergere numerose criticità e falle conseguenti in particolare alla carenza di Medici Chirurghi. Ricambio generazionale ed il progressivo impegno in prima linea nella lotta contro il Coronavirus (come quello per le Usca e vaccinazioni) hanno sguarnito con il passare dei mesi alcuni settori della medicina in particolare quella del territorio; la criticità maggiore è per il Servizio di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica), notoriamente primo approccio per un medico neolaureato con la “pratica clinica”».
Un servizio sempre più svilito dal vigore iniziate: «Da alcuni mesi - continuano i medici - si effettuano solamente turni in eccesso, ben oltre il limite orario previsto dai relativi contratti, nel tentativo di far funzionare il servizio per il bene della cittadinanza ed evitare, o forse solo prolungando l’agonia, di chiudere postazioni di Guardia in zone cosiddette “disagiate” dove queste rappresentano anche l’unico ed il più vicino presidio medico; analogamente nelle sedi con unità mediche multiple in turno. A Terni si lavora in unità molto inferiori e senza poter coprire i turni con la reperibilità (ndR: impossibilità anche a fare la quarantena). Si ricorda inoltre che nella maggior parte dei casi tali medici di giorno continuano a lavorare come medici di medicina generale, tra l’altro, settore anche questo fortemente in difficoltà per la mancanza di medici disposti a sostituirli».
Un ruolo importante del depauperamento lo gioca anche il ruolo delle regioni limitrofe come Lazio e Toscana: «Anzi incrementano - continuano i medici di guardi- il personale con afflusso di medici anche dalla nostra provincia, causa il migliore e diverso trattamento economico e, a loro detta, la migliore organizzazione lavorativa aziendale con sedi anche più moderne e con sicurezza maggiore (presenza di vigilantes)».
Il finale è duro: «Stress psico-fisico, rischio di errore medico, burn-out sono ormai una costante dell’attività lavorativa di questi medici - chiudono i medici - è necessario che la Usl intervenga con un’azione tempestiva nel tentativo di sanare questa situazione che rischia di avere pesanti effetti sull’attività medica sul territorio e quindi sulla popolazione»

Ultimo aggiornamento: 11:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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