Giustizia e Covid-19, per i maxi processi al Capitini iniziano le grandi manovre

Giovedì 9 Luglio 2020 di Egle Priolo
Giustizia e Covid-19, per i maxi processi al Capitini iniziano le grandi manovre
PERUGIA - Giustizia e Fase 3, iniziate le grandi manovre nella sala convegni del Capitini. Non sono infatti passati inosservati i sopralluoghi e le verifiche per trasformare l'auditorium da quasi 700 posti di viale Centova in un'aula di tribunale. Un'ipotesi, anticipata settimane fa da Il Messaggero, che infatti pare stia diventando realtà, in vista di quelle udienze con troppe parti in presenza per cui in nessun edificio giudiziario della città sarebbe possibile rispettare le norme di sicurezza anti coronavirus. Esattamente quello che è successo per il processo alla 'ndrangheta perugina, con l'udienza preliminare che si è tenuta nell'aula bunker del carcere romano di Rebibbia, nell'impossibilità di farla svolgere in un tribunale di Catanzaro, a causa del numero altissimo di indagati e quindi di avvocati e parti civili.

E la sala convegni del Capitini servirà esattamente a questo: consentire lo svolgimento del processi più complessi senza rischi di contagio e in totale sicurezza. Inizialmente si era pensato all'aula magna dello stesso istituto tecnico, ma – al di là della differenza cospicua di posti, circa 200 – sono emerse problematiche legate alla strumentazione necessaria per lo svolgimento di un procedimento giudiziario. Da qui, la svolta decisa per la sala convegni, punto di riferimento privilegiato per attività parascolastiche, ma anche grandi meeting, dalla politica all'economia. E se all'inizio le trattative tra il tribunale e la Provincia di Perugia (ente proprietario della struttura) sembravano in salita probabilmente per questioni economiche, avendo quello spazio un prezzo, evidentemente un accordo è stato raggiunto, per la soddisfazione di entrambe le parti in causa.
Il problema, adesso, è capire quando e cosa. L'ipotesi Capitini, infatti, si era resa necessaria – a quanto si apprende - pensando a un paio di Corti d'assise in calendario e al processo per il caso Shalabayeva, che nel frattempo invece è stato fissato per il 21 luglio nell'aula degli Affreschi. Come gli altri in programma, quindi sembrerebbe tutto rimandato a settembre. Ma nel frattempo i tecnici dei due enti sarebbero al lavoro, soprattutto per risolvere alcune questioni legate sempre alla strumentazione indispensabile per la celebrazione di un processo, come ad esempio l'impianto di registrazione necessario per legge nel corso delle udienze e invece assente in auditorium. L'idea di noleggiarlo potrebbe risultare troppo costosa per le casse del tribunale, quindi è possibile si opti per il trasloco di uno di quelli già a disposizione delle aule ordinarie, previa autorizzazione - anche qui – della spesa che è comunque prevista, essendo necessario – s'immagina - l'intervento di una ditta specializzata.
Intanto ieri sono state proprio le prime operazioni di trasloco, comprese verifiche e vari accertamenti, che hanno fatto intuire i movimenti comunque in atto, anche se per adesso, come detto, senza date certe. Come se per adesso (pure in vista della sospensione feriale in programma ormai tra due settimane) e a meno di novità, si trattasse di un piano B da tenere in caldo per l'arrivo della ripresa di settembre, anche se con l'inizio del prossimo anno scolastico potrebbe diventare tutto ancora più problematico. Un'incertezza, comunque, che potrebbe far trapelare qualche perplessità dalla scuola, come dagli altri istituti che hanno sempre considerato quei 700 posti una sicurezza e un punto di riferimento per diverse attività anche parascolastiche. Che la mancanza di un calendario certo rende ancora più precarie. Anche senza la spada del Covid.
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