Fratelli d'Italia senza il quarto eletto. A Roma Polidori (Fi) e Pavanelli (M5S). Rimpasto in Regione, tutto o niente

Domenica 9 Ottobre 2022 di Federico Fabrizi
Fratelli d'Italia senza il quarto eletto. A Roma Polidori (Fi) e Pavanelli (M5S). Rimpasto in Regione, tutto o niente


PERUGIA La Cassazione ha confermato l’ultima versione dei conteggi del Viminale, quelli pubblicati nel celeberrimo e vituperato portale Eligendo. I dubbi principali sono sciolti così: Forza Italia batte Fratelli d’Italia per il quarto della Camera e il Movimento 5Stelle mantiene il vantaggio sul secondo posto sperato e poi perduto dal Partito democratico. Traducendo i numeri in nomi: è eletta - riconfermata - Catia Polidori (Fi) e resta fuori dal Parlamento il presidente del consiglio regionale Marco Squarta (FdI); dall’altro lato la pentastellata Emma Pavanelli passa dal Senato alla Camera - «Continueró il mio impegno e lavoro per i cittadini, l’Umbria conti su di me, anche coloro che non sono elettori del MoVimento» - e lascia al palo il dem Pierluigi Spinelli, rimasto deputato virtuale per meno di 48 ore.
Polidori e Pavanelli vanno ad aggiungersi agli altri deputati umbri già certi: Emanuele Prisco (FdI), Raffaele Nevi (Fi), Virginio Caparvi (Lega) e Anna Ascani (Pd) che sarebbe in lizza per il ruolo di capogruppo dem a Montecitorio. Accanto ci sono tre senatori: Franco Zaffini e Antonio Guidi per FdI e Walter Verini del Pd. La pattuglia degli umbri, però, sale dai nove previsti d’ufficio a undici perché Riccardo Marchetti (Lega) è stato eletto nelle Marche ed Elisabetta Piccolotti (Si) ce l’ha fatta in Puglia.
LA PARTITA
A questo punto, con FdI a tre eletti su nove più qualche imprecazione al Rosatellum e all’effetto flipper che però non valgono per i riconteggi, nel centrodestra si apre il rebus del dopo-voto. Il partito di Giorgia Meloni è passato dal 10 al 31 per cento in tre anni, dalle regionali del 2019 alle ultime politiche i voti sono più che triplicati. Fino ad ora tenere FdI fuori dall’esecutivo regionale poteva essere anomalo, adesso diventa vicino all’impossibile. Ma come si fa? Tre anni fa l’equilibrio tra i partiti prevedeva per la seconda forza della coalizione la posizione di presidente del consiglio regionale e un assessore “vicino”. Nella pratica: Marco Squarta a guidare l’assemblea legislativa e Michele Fioroni allo Sviluppo economico. Oggi la prima posizione è considerata un punto fermo, ma quella di Fioroni al contrario non è valuta dai meloniani come una casella occupata. Tutt’altro. Al gioco delle posizioni, poi, si è aggiunta anche la guida della partecipata Sviluppumbria con Michela Sciurpa. Eppure il credito resta e cresce.
I conteggi della Cassazione hanno confermato che FdI tiene i due consiglieri regionali dove sono. Marco Squarta ed Eleonora Pace non sono stati eletti in Parlamento. E allora? L’offerta circolata in questi giorni, considerata accettabile del Carroccio, punterebbe a mantenere la giunta così com’è sostituendo il leghista veneto Luca Coletto - per lui si parla di ipotesi sottosegretariato - alla Sanità con un nome di Fratelli d’Italia. Ma non funzionerebbe. Il motivo è semplice: col piano sanitario già scritto, con le nomine fatte e con il riassetto del sistema degli ospedali appena approvato, un nuovo assessore rischierebbe di trovarsi solo a dover incassare colpi per difendere scelte fatte da altri. L’idea su cui starebbe ragionando in questo momento lo stato maggiore di Fratelli d’Italia, quindi, è un’altra: la condizione per entrare prevede di rivedere l’intera squadra dell’esecutivo. Ma qualcuno dovrà convincere la governatrice Donatella Tesei.
 

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