Davide ucciso a caccia: la famiglia chiede una perizia balistica

Giovedì 9 Febbraio 2023 di Enzo Beretta
Davide Piampiano e il luogo dove è stato ucciso

Stabilire con precisione la distanza e la traiettoria del colpo di fucile che ha ucciso Davide Piampiano durante l’ultima, drammatica, battuta di caccia al cinghiale.

Una perizia balistica sull’omicidio dell’11 gennaio avvenuto sui monti del Subasio viene sollecitata dall’avvocato Franco Matarangolo che assiste i familiari del 24enne. Tecnicamente la richiesta viene avanzata alla Procura della Repubblica di Firenze dove si è trasferita l’inchiesta che un paio di settimane fa ha portato in carcere, con l’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale, il muratore 56enne Piero Fabbri. Il quale, attraverso il suo legale Luca Maori, vorrebbe tornare sul luogo del delitto. Maori, infatti, ha già chiesto di disporre «un incidente probatorio cui partecipino, necessariamente, l’indagato e personale specializzato», accertamento ritenuto «necessario per procedere alla ricostruzione dell’effettiva dinamica dell’accaduto, in particolare al fine di individuare l’esatta posizione dell'indagato al momento dell’esplosione del colpo», quindi «consentire di rinvenire il bossolo della cartuccia esplosa».

«La ricostruzione del delitto deve avvenire con dati certi, non con le storie che racconta l’indagato - dice Matarangolo -. Per giorni Fabbri è andato avanti nel raccontare la solita storiella. Aveva iniziato a raccontarla anche al giudice durante l’interrogatorio di garanzia ma ha dovuto cambiare atteggiamento e contenuti quando il magistrato gli ha mostrato il video dell’assassinio registrato in diretta dalla GoPro del povero Davide». Matarangolo non ritiene «né serio né credibile» il muratore di Assisi e afferma che «la ricostruzione del delitto deve avvenire con dati certi, alla presenza di esperti balistici, non con le storie che racconta l’indagato». Dal punto di vista tecnico la richiesta per la perizia balistica viene avanzata attraverso l’ufficio del pm fiorentino (l’indagine si è trasferita in Toscana perché la mamma di Davide, Catia Roscini, è un giudice onorario del tribunale civile di Spoleto).

Per quanto riguarda la questione legata al dolo eventuale Matarangolo è convinto che l’indagato abbia «accettato il rischio esplodendo il colpo di fucile alla sagoma in movimento. Davide era alto 1,84 metri, Fabbri sostiene di averlo scambiato per un cinghiale… Ma come? Nel bosco c’è un amico, al quale stai andando incontro per aiutarlo, e spari un colpo di fucile calibro 12?». E conclude: «È riprovevole dal punto di vista morale il comportamento di Fabbri che non ha chiamato i soccorsi e, anzi, ha alterato la scena del crimine per allontanare da sé ogni sospetto».

Ultimo aggiornamento: 10:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento