PERUGIA Dentro al librone da ottanta pagine che racconta i buoni propositi della Regione per il nuovo piano sanitario regionale, c’è una foto importante su che Umbria fa. Naturalmente in termini di salute. Quelle analisi e quei numeri che diventano la base su cui la giunta Tesei ha scritto il piano, quello dei distretti che scendono da 12 a cinque e dell’infermiere di comunità.
IL FUMO
L’Umbria, è spiegato nel capitolo intitolato “Il profilo di salute della popolazione”, presenta la più alta prevalenza di fumatori. Tra i 18-69 anni circa uno su quattro è fumatore, con un trend stabile e comunque «in controtendenza rispetto al dato nazionale in costante diminuzione».
C’è un altro dato che preoccupa. Ecco cosa spiega il rapporto: «La percezione del rispetto del divieto di fumo nei locali pubblici e nei luoghi di lavoro e la percentuale di case “libere da fumo” sono sotto la media italiana».
Sul fronte delle fasce d’età, per quanto riguarda l’abitudine al fumo, i più esposti al fattore di rischio risultano gli uomini di 30-44 e 45-54 anni. Le disuguaglianze, cioè la disparità di salute, incidono soprattutto per le donne nella classe di età 30-44, per gli uomini maggiormente nella classe di età 65-74, ma significativamente anche in quelle 45-54 e 30-44 anni. Eliminando le disuguaglianze il rischio di mortalità per il fattore abitudine al fumo si ridurrebbe per gli uomini di 30-44 anni del 6,8% e per quelli di 45-54 anni del 7,8%.
I TUMORI
Non è un caso, soprattutto a proposito del fumo, che tra le cause principali di morte nel periodo 2012 -2018 si osservano, secondo il Piano sanitario, le malattie del sistema cardiocircolatorio, seguite dalle demenze e dai tumori maligni del polmone, che rappresentano la causa di morte oncologica più frequente e la quarta causa per numero di decessi in assoluto tra gli uomini. I tumori maligni del seno rappresentano la causa di morte oncologica più frequente e la settima causa per numero di decessi in assoluto tra le donne. Nello stesso periodo sono aumentate le malattie croniche respiratorie.
L’ALCOL
Il consumo di alcol a maggior rischio e il consumo binge drinking (letteralmente l’abbuffata alcolica) sono in Umbria più alti della media nazionale. Molto bassa, è spiegato nel dossier del piano sanitario regionale, è l’attenzione degli operatori verso tale problema. Sia l’abitudine al fumo che il consumo di alcol sono più diffusi tra i giovani, gli uomini e le persone con istruzione media.
L’OBESITÀ
In Umbria, l’eccesso ponderale riguarda un bambino su 3, 2 adulti su 5 e 3 anziani su 5. L’analisi dei trend mostra una leggera diminuzione dell’obesità nei bambini e una stabilità della quota di persone adulte in eccesso di peso. Il consumo di frutta e verdura risulta costante nel tempo. Per quanto riguarda il sovrappeso, ad essere più esposti al fattore di rischio sono gli uomini di 65-74 anni. Le disuguaglianze incidono per le donne in tutte le classi di età, soprattutto per quelle nella fascia 30-44 anni. Eliminando le disuguaglianze il rischio di mortalità per il fattore sovrappeso si ridurrebbe per le donne di 55-64 anni del 2,3% e per le donne di 65-74 anni del 2,4%.
POPOLAZIONE IN CALO
La popolazione, dicono i dati del piano sanitario, è in costante calo dal 2013 per lo squilibrio legato a dinamiche demografiche deboli sul versante del ricambio della popolazione. Nel 2020 la pandemia da Sars CoV-2 ha accentuato quelle dinamiche: dal primo gennaio 2020 al primo gennaio 2021 la popolazione umbra è passata da 870.165 a 865.013 abitanti, con un decremento di 5.9 x 1000 residenti. La popolazione è disomogenea all’interno del territorio regionale, con zone ad alta densità demografica (distretto del Perugino) e zone dove la popolazione è molto più ripartita (distretto della Valnerina).
INVECCHIAMENTO E STRANIERI
Costante è anche l’invecchiamento: nel 2020 la popolazione anziana rappresentava il 26,2%, rispetto al dato nazionale del 23,5%.
Per consumo di sigarette e alcol, umbri più esposti a malattie gravi
Lunedì 22 Novembre 2021Percentuale, in costante aumento, che colloca l’Umbria tra le regioni più anziane d’Italia. Anche la distribuzione di tale popolazione presenta una ampia variabilità di allocazione nel territorio regionale, andando dal 23,9% del distretto dell’Assisano, fino a raggiungere la sua maggior concentrazione nel distretto dell’Orvietano con il 29,9%. Sul fronte alla popolazione straniera, il dato dice che è pari al 10,6% della popolazione, rispetto all’8,5% della media nazionale. Nella popolazione 6-10 anni, la componente straniera rappresenta il 14% dei residenti. Anche gli stranieri si distribuiscono nel territorio regionale in maniera disomogenea, dal 7,1% del distretto dell’Alto Chiascio, all’ 11,9% del distretto del Perugino