Covid, variante Omicron all'80%. Nuove regole per tamponi e quarantena

Martedì 28 Dicembre 2021 di Fabio Nucci
Coda per i tamponi a Perugia

PERUGIA Con un tasso di positività dei tamponi al 10% e un’incidenza ormai fuori controllo, gli occhi sono puntati sui ricoveri ospedalieri, parametro che al prossimo monitoraggio potrebbe spedire l’ Umbria in fascia gialla. Sono infatti saliti a 93 i pazienti in Area medica coi 20 posti letto messi a disposizione a Foligno e Città di Castello già occupati. Intanto, con la variante Omicron stimata all’80%, sono entrate in vigore le nuove regole su certificazione dei casi positivi e quarantene, con la situazione che ieri mattina è stata al centro di un nuovo vertice in Regione convocato dalla governatrice Donatella Tesei.
Da ieri è sufficiente un tampone processato con test antigenico per certificare la positività e già l’ultimo bollettino ProCiv, coi dati di Santo Stefano, indicano 422 contagi scoperti con test rapido sui 935 casi totali. Il tasso di positività globale è del 10,5% mentre la media mobile, su base settimanale, è salita al 4,9%. A livelli inediti l’incidenza che ha raggiunto i 663 casi per 100mila abitanti, sopra i 1000 casi in otto comuni, tra cui Corciano e Magione: solo 15 città presentano un dato inferiore a 200. Alla base di tale quadro la diffusione della variante Omicron che secondo quanto riferito dalla Regione, l’80% dei tamponi molecolari eseguiti il 24 e il 25 dicembre presenta un “drop out” del gene “S”, caratteristico della mutazione sudafricana. Per tale motivo il commissario per l’emergenza Covid, Massimo D’Angelo, ha emanato nuove disposizioni orientate al massimo contenimento del contagio e alla difesa di anziani e soggetti con patologie gravi.
LE NUOVE REGOLE
Chi risulti positivo da tampone processato con test molecolare o antigenico dovrà rimanere in isolamento contumaciale almeno 10 giorni, di cui gli ultimi 3 senza sintomi, liberandosi con test molecolare negativo effettuato alla scadenza dell’isolamento. Se il tampone risultasse positivo l’isolamento proseguirebbe ulteriori 7 giorni al termine dei quali seguirà ulteriore test molecolare. Per i contatti del positivo si distingue tra immunizzati e non. Per i vaccinati con ciclo completo da almeno 14 giorni è prevista una quarantena di 7 giorni se al termine il tampone, processato con test molecolare o antigenico, risulti negativo; altrimenti il contatto vaccinato potrà considerarsi libero, senza eseguire test, dopo 14 giorni. Il contatto del positivo non vaccinato dovrà rimanere in quarantena 10 giorni liberandosi con esito negativo di tampone (molecolare o antigenico). La Regione ha spiegato che tali disposizioni derivano da circolari nazionali e sono necessarie anche alla luce dell’esito del flash survey Iss del 22 dicembre nel quale risulta una prevalenza della variante Omicron al 64,7%. Il prossimo è atteso il 29 dicembre.
Tra gli assistiti, soprattutto vaccinati, crescono le perplessità rispetto alla tempistica disposta, tanto che a livello nazionale si sta pensando a ridurre a una settimana la quarantena di chi è vaccinato con dose booster. Ma la situazione ieri è stata oggetto di un vertice regionale convocato d’urgenza dalla presidente Tesei e cui hanno preso parte l’assessore Coletto, i direttori Braganti e delle aziende sanitarie e ospedaliere, il capo dipartimento regionale della ProCiv. Sotto la lente le regole per quarantene e tamponi, “semplici e chiare per tutti”; gli utilizzi di tamponi (molecolari e antigenici), l’irrobustimento dello screening incrementando punti di prelievo e addetti, recuperare il tracciamento fermo alla settimana di Natale, blindare gli ospedali e proteggere gli operatori sanitari.
Già oggi, quindi, potrebbero arrivare aggiornamenti mentre in rete corrono sfoghi e proteste degli assistiti che Cgil e Uil Umbria hanno sintetizzato in due comunicati. «Vanno potenziate le attività di tracciamento e della medicina territoriale per evitare l’ospedalizzazione», osserva il segretario Uil Maurizio Molinari. «Attività che state indebolite da questa giunta», aggiunge il segretario Cgil Vincenzo Sgalla. «Che fine ha fatto la richiesta d’aiuto rivolta al generale Figliuolo?».

© RIPRODUZIONE RISERVATA