Covid, irrompe la Omicron 5: la nuova sottovariante isolata nel laboratorio di Microbiologia di Perugia

Domenica 8 Maggio 2022 di Fabio Nucci
Il laboratorio di Microbiologia a Perugia

PERUGIA Il professor Andrea Crisanti ne aveva previsto l’arrivo in Italia pochi giorni fa ed è proprio l’ Umbria una delle prime regioni a isolare per la prima volta la nuova sottovariante Omicron, la BA.5. La scoperta durante il sequenziamento svolto nel laboratorio di Microbiologia dell’Azienda ospedaliera di Perugia per l’ultimo flash survey Ministero della Salute-Istituto superiore di sanità (Iss).
In arrivo sempre dal Sudafrica, la nuova versione della variante Omicron è stata individuata nell’ultima tornata di sequenziamenti operata nel laboratorio di Microbiologia dell’Azienda ospedaliera di Perugia per comporre il rapporto mensile Iss-Ministero sul livello di diffusione delle varianti in Italia. Come reso noto dall’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, i tre casi sono emersi tra i 54 campioni analizzati dall’equipe delle professoresse Antonella Mencacci e Roberta Spaccapelo. Per ora, dunque, si prefigura una diffusione al 5,5% rispetto alle “sorelle” BA.1 e BA.2 che restano prevalenti. L’ Umbria in ogni caso, grazie alla procedura di sequenziamento che ormai da oltre un mese è entrata a regime in forma autonoma, figura tra le prime regioni ad aver isolato tale mutazione. «Non sappiamo se siamo i primi ad aver isolato la Omicron 5 – spiega la professoressa Mencacci – anche perché in questi giorni anche gli altri laboratori consegneranno i risultati elaborati all’Iss. Finora, siamo i primi ma è possibile che contemporaneamente la sotto variante Omicron BA.5 sia stata “vista” anche in altre regioni».
Come le altre sottovarianti, per tale versione si osserva una maggior contagiosità e potrebbe essere all’origine della recente mini-risalita della curva epidemica, anche se ricoveri e decessi non sono variati in modo significativo, segno probabilmente che l’aggressività del virus non è aumentata. «È importante segnalare che nessuno di questi soggetti è ricoverato – spiega l’assessore Coletto - e nessuno manifesta sintomatologia particolare rispetto a quella provocata dalle varianti già note». Come sempre, i campioni sequenziati per il flash survey Ministero-Iss sono stati selezionati da tutti i laboratori territoriali ma la procedura predisposta per l’analisi genetica prevede che per ogni risultato sia possibile risalire all’identità del campione che nei tre casi di Omicron 5, come reso noto dall’assessorato alla Salute, appartengono ad assistiti residenti nell’area del capoluogo di regione. Un aspetto sul quale anche gli esperti umbri si stanno confrontando, riguarda le caratteristiche di tale lignaggio che, come rilevato dall’Oms, sembrerebbe aggirare l’immunità naturale fornita da un precedente contagio, pur se derivante da un’altra versione di Omicron. Alcuni studi, tra i quali uno portato avanti dall’Africa Health Research Institute, confermano una maggior protezione delle persone vaccinate. Intanto, in Umbria sono saliti a 40.107 i guariti senza copertura vaccinale (il 43,4% degli over 5 no vax) e sono invece 103.637 i guariti post somministrazione (13,9%).
Nonostante l’irruzione della “BA.5”, per ora la curva epidemica regionale continua a mostrare un trend discendente con l’incidenza settimanale scesa sotto i 650 casi per 100mila abitanti.

Il testing di venerdì ha infatti restituito 746 nuovi casi, con un tasso positività in discesa al 15,7%. Un elemento cruciale visti i pochi tamponi processati nell’ultima giornata, 4.765, e nell’ultima settimana (-18,3%). Parallelamente, continuano a scendere i ricoveri ordinari, con cinque degenti in meno in area medica: 209 in totale con saturazione al 31,5%. A questi pazienti si aggiungono i cinque di intensiva, dato stabile ma con un ingresso a reparto. Nessun decesso nell’ultima giornata, due nell’ultima settimana.

Ultimo aggiornamento: 07:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA