Militari anti-covid, nonna Anna
e i cappelletti fatti a mano per l'esercito

Domenica 27 Dicembre 2020 di Luca Benedetti
Nonna Anna e i suoi tortellini preparati per l'esercito

PERUGIA Alla fine Nonna Anna, come la chiamano i militari dell’ospedale da campo dell’Esercito, se ne è andata via più conta di come era arrivata. Sorriso per aver regalato un sorriso ai sessanta in divisa che combattono il Covid-19 sotto le tende con la croce rossa. Sorriso ancor più largo quando, per tornare a casa, è salita sul furgoncino del marito Romeo perché aveva in mano la parannanza con la foto dell’ospedale da campo che le hanno regalato il militari del 10° Reparto sanità “Napoli”.
Il Natale speciale di Anna Pompei, 73 anni di San Sisto («abito vicino alla chiesetta») era iniziato due giorni prima. Quando si è messa in cucina per accontentare quelli che sono diventati i suoi nipoti (quelli veri sono due) da quando le tende grigioverdi sono state montate nel parcheggio dell’ospedale Santa Maria della Misericordia. Ogni domenica e ogni festa comandata per i militari con il camice bianco e per i ragazzi che si occupano della logistica del campo, una nuova prelibatezza. Dalle tagliatelle alla perugina, alla torta al testo, passando per la torta con le salsicce, alla torta di Pasqua («uhm - dice Anna l’incontentabile-poteva venire meglio»). E il giorno di Natale il pranzo. Non più porzione robuste, ma un pranzo per tutti.
Puntualissima a mezzogiorno è arrivata davanti alla grande tenda ricreativa. Lì con l’aiuto dei ragazzi dell’oratorio di San Sisto, Emanuele Persichini, il fratello Samuele e Andrea Salibra, ha scaricato i contenitori con dentro il pranzo di Natale: dieci chili di tortellini in brodo e l’arista arrosto. Anna da buona cuoca, non si accontenta: «Il brodo si è un po’ ristretto, saranno un po’ asciutti...». Ma il profumo che esce dalla tenda dove i contenitori con dentro il suo lavoro sono stati riposti con grande ordine e precisione, depone non solo per l’ennesima sfida vinta con la solidarietà.
Sorridono alle premure e all’allegria di Anna accompagnata dal marito, Pompeo Castellini, 81 anni, i due tenenti colonnelli che gestiscono la missione. Mario Galati, che è il comandante dell’ospedale da campo allestito dal 10° Reparto sanità “Napoli” di stanza a Persano in provincia di Salerno. E il tenente colonnello Gaetano Luigi Nappi, che è il direttore sanitario dell’ospedale da campo. Per lui è il quarto Natale in missione, due volte il 25 dicembre l’ha passato in Afghanistan.
«La prima volta- racconta Anna divertita e un po’ emozionata perché tutti stanno lì nel piazzale, a due passi dall’albero di Natale, solo per lei- sono venuta qui quasi per scherzo. Poi ho capito che era giusto farci sentire vicini a chi è venuto per aiutarci». E manicaretto dopo manicaretto, domenica dopo domenica, Anna Pompei è diventata per tutti i militari impegnati a Perugia, nonna Anna. Simbolo dell’affetto e della vicinanza dei perugini nei confronti di quei soldati che, nel reparto aggiuntivo del Santa Maria della Misericordia, combattono il Coronavirus. Il giorno di Natale sotto le tende c’erano nove ricoverati. Ieri sono saliti a dodici.
Che a Perugia il rapporto con la popolazione è speciale, il tenente colonnello Nappi lo ha detto anche qualche giorno fa al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che insieme al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, si è collegato con le truppe italiane in giro per il mondo nelle varie missioni. Stavolta nel giro dei collegamenti è finita anche la battaglia al Covid-19.
«Ho detto al Presidente- racconta il direttore dell’ospedale da campo- che con i cittadini non ci poteva essere rapporto migliore». 
Nonna Anna è solo la punta dell’iceberg, ma il cuore dei perugini ha fatto breccia sotto quelle tende con la croce rossa.

E sentire la gente così vicina, come nonna Anna, aiuta tutti a lavorare meglio.

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