Il detenuto più famoso d’Italia, Alfredo Cospito, attualmente detenuto al 41 bis nel carcere milanese di Opera, sarà il protagonista dell’udienza fissata per il 14 marzo davanti al Riesame di Perugia.
Annullando con rinvio l’ordinanza del tribunale del Riesame di Perugia la Cassazione, nel giugno del 2022, ha fatto tornare gli atti dell’inchiesta in Umbria per un’altra pronuncia. «I contenuti degli scritti di Cospito - scrivevano i giudici della Cassazione - sono volti a incitare alla commissione di condotte violente contro cose e persone, e di attentati a personalità dello Stato quali forma di lotta e azione politica». Cospito, che da 117 giorni sta facendo lo sciopero della fame e solo da qualche ora ha ricominciato a mangiare yogurt, se lo vorrà, potrà prendere parte all’udienza di Perugia collegandosi in videoconferenza.
Nel novembre 2021 il gip perugino Valerio D’Andria, su richiesta del pm Manuela Comodi, aveva dato esecuzione all’ordinanza cautelare: era stata disposta la custodia cautelare in carcere per Cospito (che già si trovava dietro le sbarre per aver gambizzato l’amministratore delegato di Ansaldo nucleare, Roberto Adinolfi), gli arresti domiciliari per Fabiani e l’obbligo di dimora per altri quattro indagati. Secondo la ricostruzione accusatoria il gruppo di anarco insurrezionalisti aveva scelto come base il ‘Circolaccio’ di Spoleto. «Luogo dove organizzare il conflitto», scriveva il gip. In quel circolo – avevano spiegato gli investigatori - veniva approfondita e discussa la dottrina della Federazione anarchica informale propagandata anche attraverso la rivista clandestina ‘Vetriolo’, distribuita a livello nazionale. «Colpire, colpire e ancora colpire, forgiando con sangue, sudore ed immenso piacere il mito dell’anarchia vendicatrice, non rinunciare allo scontro violento con il sistema, alla lotta armata, costi quello che costi»: così scriveva l’anarchico Cospito in un’intervista pubblicata sulla rivista clandestina.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout