PERUGIA - Altri tre morti in ventiquattr'ore: continua a crescere il prezzo pagato dall'Umbria al coronavirus, con la curva dei contagi che non accenna a diminuire nonostante le restrizioni e le zone, siano geografiche o “giornaliere”.
IL FOCOLAIO
E mentre sono poco meno di tremila le dosi di vaccino somministrate in Umbria, di cui 17 inoculate a ospiti delle strutture residenziali, si aggrava il focolaio Covid scoppiato nei giorni scorsi all'Asp Muzi Betti di Città di Castello, residenza per anziani non autosufficienti in cui si trovano 90 ospiti e una novantina di addetti: lo ha reso noto il sindaco Luciano Bacchetta, spiegando che sono rimasti 19 gli anziani della residenza sanitaria negativi al tampone ed è salito a 96 il totale delle persone contagiate, tra ospiti e personale. Ieri, al termine dell'ultimo giro di tamponi (il terzo), sono risultate positive altre 28 persone, 23 ospiti e cinque operatori sanitari. Il sindaco ha riferito che «dopo una riunione tra la dirigenza della residenza sanitaria, i referenti dell'Usl Umbria 1 e della Regione, gli ospiti della Muzi Betti sono stati divisi attraverso la creazione di un reparto Covid isolato dal resto della struttura al secondo piano, nel quale si trovano gli anziani contagiati, e di un'area al primo piano, opportunamente sanificata, che accoglie in condizioni di sicurezza coloro che sono ancora negativi al tampone». «È in atto un grande sforzo per contenere l'emergenza, attraverso il quale si stanno affrontando tutte le necessità principali, senza tralasciare nulla», ha sottolineato Bacchetta, annunciando che da oggi due infermieri professionali andranno a supporto del personale, mentre continueranno le vaccinazioni degli operatori sanitari della residenza, «che sono state avviate comunque, anche nella difficile situazione attuale»