«Posso abbracciare i prof?». E la Maturità finisce in lacrime

Giovedì 18 Giugno 2020 di Remo Gasperini
«Posso abbracciare i prof?». E la Maturità finisce in lacrime
PERUGIA - «Presidente, posso dargli un abbraccio ai miei prof»? E’ finita così, in un clima di commozione generale la prova d’esame di uno studente dell’IIS Patrizi di Città di Castello, quello che ha rotto il ghiaccio nella sua scuola dopo mesi di didattica a distanza, di lockdown. E quello che racconta la presidente di commissione Maria Marinangeli è l’immagine più genuina di questo primo giorno di esami di maturità che ha visto alla prova finale i primi novecento studenti umbri. Se l’abbraccio ci sia stato o no non lo sapremo mai: «Un ragazzo tanto carino, quando si è alzato dalla seggiola aveva i lacrimoni agli occhi dopo una bella prova, allora gli ho chiesto se aveva ancora qualcosa da dirci o da chiedere – racconta la presidente –. La sua richiesta ci ha colto di sorpresa, ci siamo commossi ma ho risposto: no, non è permesso. Al massimo puoi dare loro una gomitata. Poi sono uscita per andare al bagno… non so come sia finita». Storie della maturità se ne racconteranno tante perché il rientro a scuola è stato per tutti una grande emozione e anche un atto liberatorio. E allora ecco un altro presidente di commissione: «Un alunno bravo alla mia domanda: cosa farai uscito dalla scuola – racconta - ha risposto “vorrei fare il veterinario ma probabilmente entrerò nell'esercito, reparto paracadutisti”. Con quali prospettive? ho incalzato. E lui candidamente: “per andare in guerra”. Siamo rimasti tutti un po’ sconvolti e un po’ divertiti e abbiamo provato a dissuaderlo ma lui ci ha salutato sorridente e ancora convinto». Studenti con la mascherina giù, presidenti e commissari con il volto coperto: «Abbiamo finito stanchissimi – dice Rita Coccia – stare sempre con la mascherina è faticosissimo».
GLI STUDENTI
«E’ stata una bella emozione rientrare a scuola - dice Riccardo 5E -. Con quel che è successo non siamo riusciti a finire il programma ma dell’esame sono soddisfatto. Chi ho portato con me dentro? Mio fratello, per farmi coraggio. Ho deciso all’ultimo, ieri sera». Augusto, sempre al Volta, è arrivato accompagnato dalla mamma, pure lei diplomatasi nella stessa scuola di Piscille, ma ad assistere all’esame ha portato un amico molto allegro che alle spalle ha una maturità data cinque anni fa. E’ invece entrata da sola Marselda, indirizzo moda all’IIS Cavour Marconi-Pascal che un quarto d’ora prima ha ammesso: «Sono agitata, penso sia normale. Il periodo di lockdown è stato duro ma ce l’abbiamo fatta. Ho portato come elaborato la stilista Prada e ho con me anche un book con miei modelli. Spero di inserirmi subito nel mondo del lavoro». I VOLONTARI
Gli esami in sicurezza hanno visto impegnati tantissimi volontari, li ricorda Sandro Campana presidente Associazione carabinieri in congedo volontari della sezione di Perugia in servizio al Tecnologico Volta di Piscille: «Oltre la mia associazione operano il raggruppamento speciale di Protezione Civile, la Croce Rossa, il Gruppo comunale Perusia e altri gruppi come Corciano, il Cisom dei Cavalieri di Malta: siamo tutti nelle varie scuole del territorio. E’ dall’inizio dell’emergenza che non ci siamo fermati mai. Praticamente tutti i giorni o per i computer da consegnare alle scuole o a casa dei ragazzi: solo la mia associazione ha portato 329 computer facendo 7900 chilometri in un mese. E ancora abbiamo fatto servizio informativo all’ospedale, alle Asl, alla stazione dei treni e anche in centro durante la movida. Lo facciamo volentieri, per noi è una missione e ci dispiace che c’è chi pensa che abbiamo un interesse, invece è tutto volontariato gratuito. E’ bene ricordarlo».
IL FUTURO
Questo esame di maturità è stato etichettato anche come prova generale per il rientro a settembre ma le cose non stanno proprio così secondo i dirigenti scolastici. Dal Properzio di Assisi la presidente di commissione Maria Paola Sebastiani ammonisce: «In questi giorni, durante la maturità, la gestione sanitaria dei protocolli è impeccabile: mascherine, distanziamento, gel, tanti collaboratori scolastici pronti a pulire a fondo, tra un candidato e l'altro, ogni millimetro di spazio, il mouse, le maniglie, le sedie. Ma come faremo quando avremo mille studenti tutti insieme? Come farli stare in spazi angusti, che già erano insufficienti in epoca pre-covid? Abbiamo questioni complesse da gestire in vista della riapertura come trasporti, orari scolastici, spazi non a prova di distanziamento, collaboratori scolastici in numero insufficiente. Il tempo corre veloce e ancora non giunge alcuna indicazione». E dal suo profilo social, condivisa da moltissimi colleghi, la Sebastiani chiosa: «Non spegnete i riflettori, please»
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