Rapina in villa con mascherine anti-covid
e pistole, rubata una montagna di oro

Venerdì 17 Luglio 2020 di Giovanni Camirri
pattuglia della polizia squadra volante foligno

SPELLO Rapina a mano armata ai danni di un piccolo imprenditore e di sua moglie. Ladri in fuga con un migliaio di euro e oro. E’ accaduto mercoledì sera dopo le 22 in una zona di campagna a Spello. Ad agire una banda composta da 4 rapinatori che hanno agito coprendosi il volto con le mascherine che si usano nel post-lockdown. 
Per entrare nella casa i banditi hanno manomesso l’impianto elettrico. L’imprenditore, al momento in casa insieme alla moglie, ha pensato ad un improvviso guasto della rete ed è uscito di casa per controllare il pannello dei comandi dell’impianto elettrico. In quel frangente l’uomo s’è trovato una pistola puntata contro con i banditi che l’hanno obbligato ad entrare inca sa. 
L’uomo e la moglie sono stati bloccati, praticamente legati, a delle sedie. Contestualmente i malviventi hanno messo a soqquadro l’abitazione alla ricerca di denaro e preziosi. Hanno individuato una cassaforte obbligando il padrone di casa, colpito con un pugno, ad aprire il forziere. Poi la velocissima razzia che ha fruttato un bottino da un migliaio di euro in contanti e diversi monili in oro il cui valore è in fase di definizione. 
Tutto è durato al massimo un quarto d’ora. 15 minuti di terrore con la coppia del commando. Poi la fuga dei balordi a bordo dell’auto della vittima che sarebbe poi stata ritrovata in zona Cannara. Poco prima delle fuga i malviventi avrebbero anche messo fuori gioco i telefoni delle vittime così da ritardare soccorsi e ricerche da parte delle forze dell’ordine. L’imprenditore e la moglie sono riusciti in qualche modo a liberarsi e quindi a chiedere aiuto innescando l’intervento della polizia. 
Le indagini sono condotte dal Commissariato di Foligno con gli agenti della Squadra Volante e dell’Anticrimine che hanno raggiunto l’abitazione violata avviando gli immediati accertamenti sul grave fatto. La caccia alla banda prosegue senza soluzione di continuità. I rapinatori sarebbero soggetti stranieri, stando almeno alla cadenza di almeno uno dei componenti il gruppo d’azione. 
La rapina di mercoledì sera è stata un’azione messa in atto con precisione millimetrica. Il che fa supporre che i banditi non siano sprovveduti ma professionisti. Forse anche soggetti non nuovi in questo ambito criminale e potenzialmente anche cani sciolti provenienti da batterie di malviventi che agiscono componendo “la squadra” con la modalità “modulare”. Tutte ipotesi che, ovviamente, attendono le conferme del caso e sulle quali faranno luce gli investigatori del Commissariato di Foligno guidati dal vicequestore Bruno Antonini. 
Gli accertamenti in essere puntano a chiarire anche eventuali analogie che potrebbero emergere proprio da modus operandi. Un modo d’azione che potrebbe costituire una firma utile a fermare la banda. 
Il fatto poi che l’area geografica teatro della rapina non sia distante dalla Ss 75 Centrale Umbra e dai suoi svincoli fa anche supporre che i banditi si spostino utilizzando non strade secondarie o poco battute, come poteva accadere in passato, ma scelgano le vie di grande comunicazione proprio per mischiarsi tra i veicoli in transito.
Il fatto poi che per coprire la prima parte delle fuga sia stata usata l’auto delle vittime apre ad un altro ragionamento, anche questo ovviamente una ipotesi: il quinto uomo. Il commando di rapinatori, quindi, potrebbe esser stato composto da 5 e non 4 elementi. Il quinto uomo avrebbe avuto funzioni di autista e palo pronto a segnalare anomalie che potessero disturbare la rapina e poi a raccogliere e far sparire a tutto i gas i “compari”, appena dopo essersi disfatti del veicolo sottratto per la prima parte della fuga.

Ultimo aggiornamento: 10:34