Coronavirus, in Umbria sotto 37 la febbre dell'epidemia

Martedì 5 Maggio 2020 di Fabio Nucci
Coronavirus, in Umbria sotto 37 la febbre dell'epidemia
PERUGIA -  Seconda giornata con zero nuovi contagi in Umbria, al pari del Molise, regione col più basso numero di casi certificati insieme alla Basilicata. Le tre regioni che già due settimane fa erano candidate a guidare l’uscita italiana dell’epidemia. Il totale dei positivi resta ancorato a 1.394 ma di contro sale un altro indicatore “sensibile” dello stato del contagio, quello dei decessi: ieri due in più, col totale che ora segna 70 casi. Considerando i primi tre mesi dell’anno, il 3% dei morti totali è legato al covid.
Intanto, rallenta la discesa degli attualmente positivi, ieri 236, con l’obiettivo covid-free che nell’ultima settimana, considerando la media settimanale della flessione, è slittato dal 9 al 15 maggio. Alle 8 di lunedì, infatti, il totale dei guariti è salito solo di 4 unità, pari alle persone che fino a domenica risultavano clinicamente guarite e che ora sono negative al tampone. Il totale dei negativizzati è ora 1.094. La completa guarigione degli ultimi soggetti è stata certificata nell’ambito dei 271 tamponi eseguiti domenica e che hanno portato il totale a 39.094, con un’incidenza di 443 esami ogni 10mila residenti (in Italia, 363). A fronte di tale screening, risultano 27.152 persone testate, con un tasso di positività, considerando i casi totali, del 5,1% (14,3% in Italia).
Per usare l’analisi proposta dalla Fondazione Hume, in Umbria la temperatura dell’epidemia è tornata a livelli normali, ma già a metà aprile, con un indicatore pari a 37, la regione veniva considerata “la lepre nella lotta al coronavirus”. Oggi, pur mancando un dato specifico regionale, si può dire che la febbre è sparita. La valutazione, infatti, viene operata combinando l’andamento giornaliero dei tre indicatori considerati più significativi nel valutare la diffusione o il contenimento del contagio: la variazione dei casi positivi (ieri fermi a 1.394), dei ricoveri (scesi a 69, -2,82%) e dei decessi (saliti del 2,94%). Dati la cui sintesi, cinque volte su sette, nell’ultima settimana ha dato un risultato negativo, consolidando l’abbassamento della temperatura del virus che ieri, per effetto dei due decessi (una perugina di 93 anni e una tifernate di 63 che hanno perso la vita all’ospedale di Pantalla e di Città di Castello ) è risalita di qualche linea, tornando in terreno positivo (0,04).
A proposito di decessi, l’Istat ha elaborato i dati del primo trimestre 2020 e relativi a 81 comuni su 92 col 93,8% della popolazione considerata. Dal report, nel periodo 20 febbraio-31 marzo, sono risultati 1.220 morti, 47 in più rispetto alla media dello stesso periodo negli anni 2015-2019, con una crescita del 7%. Considerando solo gennaio e febbraio, tra il 2020 e la media dei cinque anni precedenti, c’è una flessione del 9,2%. Dei decessi censiti, inoltre, solo 37 sono stati certificati come infetti da covid-19, pari al 3% del totale. In Italia, i morti legati al virus, solo a marzo, sono invece stati il 15,1%, 13.710 su un totale di 90.946.
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