L'esperto: il virus viene viene tutto da fuori
ecco come scoprirlo ed evitare il focolaio

Sabato 8 Agosto 2020 di Fabio Nucci
laboratorio di analisi


PERUGIA Come il resto d’Italia anche l’Umbria non si sottrae all’ondata estiva dei contagi di rientro ma la situazione, grazie a una struttura più che collaudata, resta sotto controllo. Parola di Antonio Onnis, ex commissario dell’Azienda ospedaliera di Perugia e ora a capo del Comitato tecnico scientifico e della task force regionale anti-Covid. Non è però tempo di abbassare guardia e mascherine. Per ridurre i rischi, infatti, il comportamento delle persone resta fondamentale nel rispetto delle misure di prevenzione e nel segnalare sintomi e contatti sospetti.
Dottor Onnis, 22 casi in una settimana come a inizio maggio che sta succedendo?
«Ci sono casi che possiamo chiamare di importazione che stanno determinando i numeri attuali. Come task force regionale ci siamo subito attivati e siamo sempre attivi per tenere la situazione sotto controllo ma in uno scenario che rimane estremamente complesso governare. È un po’ quello che sta succedendo in tutto il paese con la ripresa dei movimenti delle persone, anche transfrontalieri, che generano queste situazioni».
Ci sono contagi di rientro anche da luoghi di vacanza italiani.
«Il segnale da recepire è che la circolazione del virus è attiva e che le misure di contenimento che hanno determinato la caduta della diffusione del virus vanno rispettate, specie con la ripresa della mobilità delle persone e dei contatti. La prospettiva della riapertura delle scuole, con tutto ciò che questo comporta, e i movimenti delle persone da paesi che vivono il problema in maniera più importante rispetto a noi, sono aspetti che ci pongono in condizione di restare all’erta. La raccomandazione fondamentale è non mollare la guardia».
Mascherine, distanziamento e igienizzazione non vanno dimenticati, quindi.
«Le misure comportamentali restano essenziali così come la segnalazione di ogni possibile insorgenza di sintomi che possano essere suggestivi della presenza di un’infezione o la segnalazione di contatti con situazioni che possano rivelarsi sospette. Gli ultimi casi sono stati accertati per sospetto diagnostico o perché la persona contagiata è entrata in contatto con casi che sono stati accertati a seguito di sospetto diagnostico. Siamo in una fase in cui è opportuno continuare a mantenere la grande attenzione che è stata messa in campo nelle fasi precedenti della diffusione del virus».
A volte le indagini epidemiologiche però presentano difficoltà.
«Questo è un problema che viene molto sentito e su questo abbiamo avviato anche una campagna specifica di comunicazione. Ma stiamo lavorando anche in maniera mirata sulle comunità di immigrati e ci stiamo attrezzando per avviare l’indagine sierologica sul corpo insegnanti. Sono tutti ambiti da tenere in considerazione in maniera prioritaria in questo momento».
Come vi state muovendo sul versante scuola?
«Stanno arrivando in questi giorni le indicazioni dal livello centrale sulla conduzione dell’indagine sierologica sul personale scolastico.

La prima fase l’abbiamo prevista tra il 25 e il 30 agosto». 

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