Bimbo morto annegato in piscina al centro estivo: condannate due donne

Sabato 25 Giugno 2022 di Egle Priolo
Bimbo morto annegato in piscina al centro estivo: condannate due donne

PERUGIA - Gianmaria non aveva neanche sei anni. È morto undici mesi fa in un caldo pomeriggio di luglio dopo un tuffo in piscina. È morto annegato, nonostante i sanitari del 118 abbiano cercato per un'ora di riportare in vita il suo sorriso davanti agli occhi disperati dei suoi genitori.

E per quella morte ieri sono arrivate due pesanti condanne: un anno e mezzo per la titolare del Centro ippico San Giovanni di Città di Castello e un anno per la titolare dell'agriturismo che aveva dato in gestione la piscina. Per entrambe, pena sospesa e una provvisionale di 200mila euro per ognuno dei genitori di Gianmaria Ciampelli, primogenito di Davide, ex trainer del Grifo. Papà e mamma, parti civili con l'avvocato Valerio Collesi, non erano presenti in aula alla lettura della decisione del giudice Valerio D'Andria, che ha accolto le richieste del pm Giuseppe Petrazzini e le accuse di omicidio colposo per non aver previsto un’idonea «organizzazione della vigilanza dei minori presenti nel centro estivo».
Un processo difficile, per una tragedia consumata in pochissimi istanti, quando il piccolo è entrato nella vasca da meno di un metro e mezzo, senza braccioli, ed è andato giù. È stato un altro bimbo ad accorgersi dall'amico sott'acqua e a chiedere aiuto, con l'intervento rapido degli educatori presenti per controllare chi guardava i piccoli ospiti e poi del 118 in quella drammatica ora di tentativi di rianimazione. Ma per Gianmaria non c'è stato nulla da fare. Dall'autopsia era risultato l’annegamento come causa di decesso, non essendo emerse patologie pregresse o esiti di un malore che avrebbe potuto in qualche modo aver provocato l’evento letale. Così che le indagini dei carabinieri carabinieri della Compagnia di Città di Castello hanno puntato il dito sulle titolari di centro ippico e agriturismo, che hanno sempre insistito sulla loro innocenza.
«Ci riserviamo di leggere le motivazioni – commenta l'avvocato Stefano Bagianti, legale di una delle due imputate – e poi valuteremo l'appello.

Siamo certi siano emersi sufficienti elementi per dimostrare l'estraneità delle titolari in questa tragedia».

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