Peppino il gatto paraplegico, Leone quello abbandonato: la nuova vita dei felini sfortunati nel rifugio di Acquasparta

Mercoledì 6 Luglio 2022 di Francesca Tomassini
Peppino il gatto paraplegico, Leone quello abbandonato: la nuova vita dei felini sfortunati nel rifugio di Acquasparta

Trenta cuori e una capanna.

E' la Casa dei Gatti vero e proprio "alloggio full optional" per felini abbandonati, malati e disabili. Un nido-rifugio - allestito e gestito da Silvia Dal Bosco, acquaspartana che dedica la sua vita ad aiutare gli amici a quattro zampe - di circa ottanta metri quadrati più i terrazzi completamente a loro disposizione, ammobiliato con tiragraffi, cucce, percorsi a parete.

Una casa a misura di felino, in cui gli ospiti, abbastanza graditi in verità, sono gli umani. Silvia, insieme a un gruppo di altre otto volontarie, si occupa del recupero, sostentamento, pulizie, cure, terapie, per cercare di alleviare le sofferenze degli animali più sfortunati e portare un pò d'amore nelle loro vite. «Siamo ospiti della generosità di un signore che ha messo a disposizione la sua casa di Acquasparta - racconta Silvia- noi abbiamo cercato di allestirla perchè i gatti si sentano il più possibile a loro agio. Per garantire la salute di tutti loro -continua- all'interno della casa ci sono regole ferree. Vaccinazione, sterilizzazione, quarantena quando necessaria». Un impegno a tempo pieno, perchè oggi i gatti ospiti della Casa sono circa trenta. C'è Peppino, un gattone fulvo paraplegico, una "rinuncia di proprietà" che è diventato il braccio destro di Silvia e la aiuta nell'inserimento dei nuovi ospiti, soprattutto quelli col carattere più difficile come Leone. «Era il gatto di una signora che purtroppo è mancata - spiega Silvia- e che per diverso tempo ha vissuto da solo nella loro casa. Diciamo che è stato un percorso difficile ma in questi giorni stiamo provando a farlo stare con gli altri». C'è Ulisse che sta combattendo la sua guerra contro una malattia di quelle feroci. C'è Leo una pallina di pelo candido che cerca famiglia.

«Tutto è iniziato nel 2016 - racconta lei stessa - all'epoca attraversavo un periodo molto difficile della mia vita. Negativo, pesante. E i gatti neanche mi piacevano più di tanto. Poi però ho incontrato Venere, una gattina nera, di pochi mesi, molto malata. E' stato uno di quegli incontri che ti cambiano la vita. Credo fermamente che lei sia stata mandata per salvarmi. Purtroppo è morta pochi mesi dopo esserci trovate ma la sua missione era compiuta. Non si tratta solo del mio impegno verso i gatti, ma della mia visione della vita che è completamente diversa. Oggi sono una persona nuova, sono felice. Racconto volentieri della mia storia, perchè mi auguro possa essere un segnale di speranza per le persone che si trovassero in difficoltà, come lo ero io». Nel futuro di questo gruppo allargato c'è la costituzione di un'associazione. «Al momento abbiamo una pagina facebook (4 zampe Acquasparta ndr) -chiude Silvia- ma essendo semplici volontarie private tutte le spese sono a carico nostro. Lo facciamo con amore ma è un grosso impegno».

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