Green Pass, la Val d'Aosta accelera. Gelmini: «Servono regole nazionali»

Giovedì 22 Aprile 2021
Green Pass, dopo Bolzano, anche Val d'Aosta accelera

La Provincia autonoma di Bolzano prosegue nella realizzazione del proprio progetto di "Green pass altoatesino", che permetterà l'ingresso alle sale interne dei ristoranti già a partire da lunedì, ed anche la Val D'Aosta sembra voler giocare d'anticipo rispetto all'iniziativa nazionale di un passaporto vaccinale, con l'idea di un proprio "passeport vert". Ma dal ministro degli Affari regionali Mariastella Gelmini arriva un invito alla prudenza, ipotizzando addirittura l'impugnazione dell'ordinanza, ma il presidente altoatesino Arno Kompatscher smorza i toni e rivendica il ruolo di «progetto pilota».

Per una volta Bolzano può contare sul tifo del governatore veneto Luca Zaia e il "Gruener Pass" piace anche ad Aosta.

«Non è ancora tempo per quel provvedimento», ha messo in guardia Gelmini, ricordando che «il governo sta pensando al green pass, con i tre criteri (tampone negativo, guarigione, vaccinazione, ndr.), ma servono regole nazionali, non regionali». «Sapete che non mi piace impugnare le ordinanze regionali. Il green pass sarà una rivoluzione, un cambio di passo», ha aggiunto Gelmini. Kompatscher, a sua volta, ha ribadito che «le basi scientifiche e giuridiche del progetto sono in linea con i piani del governo per le prossime settimane» e l'iniziativa di Bolzano «può essere vista come un progetto pilota».

Certificato verde, valido sei mesi per spostarsi tra regioni e viaggiare in Europa: carcere per chi lo falsifica

Il passaporto Covid altoatesino è stato anche al centro di un colloquio di Gelmini con il Gruppo per le Autonomie. «L'economia di montagna è stata quella più penalizzata dalle chiusure degli ultimi mesi. I nostri ristoratori, i commercianti, tutti gli operatori economici non capirebbero affatto un governo nazionale che si mette di traverso a questo tentativo di guardare in avanti in sicurezza», ha ricordato Julia Unterberger (Svp) dopo l'incontro. Bolzano può contare sul sostegno del Veneto. «Condivido quel che fanno, la loro fortuna è che hanno l'autonomia», ha detto il presidente Luca Zaia. «Ovviamente però - ha sottolineato - non possiamo scaricare sui cittadini il costo della loro libertà». A

nche la Regione Valle d'Aosta sogna il "passeport vert" regionale. «La nostra intenzione è quella di dare ai cittadini uno strumento agile e veloce per attestare le condizioni che permetteranno di spostarsi con maggiore libertà e di accedere a servizi, a livello nazionale ed europeo. La direzione è esattamente opposta a quella di imporre vincoli». Così il presidente della Regione Valle d'Aosta Erik Lavevaz e l'assessore alla sanità, Roberto Barmasse.

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Il certificato nazionale

A livello nazionale il lasciapassare si chiamerà invece «certificazione verde» e permetterà lo spostamento tra regioni di colore diverso. Avrà - come previsto da una bozza del nuovo decreto - una durata di sei mesi per i vaccinati e i guariti e di 48 ore per chi si sottoporrà a test antigenico o molecolare con esito negativo. La certificazione viene rilasciata già alla somministrazione della prima dose di vaccino. Sarà in formato cartaceo o digitale e sarà compilato dalla struttura presso la quale è stato effettuato il vaccino.

L'Alto Adige gioca d'anticipo sul green pass: da lunedì ristoranti aperti anche all'interno

Nel documento, che confluirà poi nel fascicolo sanitario elettronico dell'interessato, oltre ai dati anagrafici sarà riportato anche il numero di dosi somministrate rispetto al numero di dosi previste. Per le persone guarite, il certificato sarà rilasciato dalla struttura presso la quale è avvenuto il ricovero del paziente o, per i non ricoverati, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta. Il pass, però, cessa di avere validità qualora l'interessato risulti successivamente di nuovo positivo al Covid. Chi si sottoporrà a test antigenico rapido o molecolare con esito negativo avrà una certificazione verde della durata di 48 ore che sarà rilasciato dalla struttura stessa che ha effettuato il tampone: strutture sanitarie pubbliche, private e accreditate, farmacie, medici di medicina generale o pediatri. Chi falsifica il pass rischia anche il carcere. Il pass resterà in vigore fino all'attivazione della piattaforma europea, nella quale saranno convogliati anche i certificati nazionali. a quel punto entrerà in vigore il cosiddetto DGC-Digital Green Certificate, interoperabile a livello europeo.

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 01:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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