The Crown 5, è finita la favola: la quinta serie non è più reale

Stroncata dalla stampa, la nuova stagione esce mercoledì 9 novembre.

Domenica 6 Novembre 2022 di Ilaria Ravarino
The Crown 5, è finita la favola: la quinta serie non è più reale

Troppo presto, troppo tardi: nel posto sbagliato al momento sbagliato, a due mesi dalla morte della regina Elisabetta II. Dietro alle stroncature ricevute in Inghilterra dalla quinta stagione di The Crown, la serie fenomeno da 21 Emmy dello scrittore prodigio Peter Morgan, in arrivo da mercoledì sulla stessa piattaforma che ha pagato il documentario del Principe Harry (atteso a dicembre), c'è qualcosa di più di un semplice giudizio di merito sull'estetica tv.

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LA FAVOLA
È che la favola, cominciata nel 2016 con un altro cast e un'altra ambientazione, con la regina Elisabetta II di Claire Foy nell'Inghilterra degli anni Cinquanta, si è rivelata per quel che è realmente. «Una serie dalla confezione miliardaria, ma priva di etica», scrive con severità il britannico The Guardian, ovvero il racconto molto romanzato di quello che non è affatto un romanzo, ma una tragedia.

Ambientata tra il 1992 e il 1997, la quinta stagione mette in campo il divorzio tra Diana (Elizabeth Debicki) e Carlo (Dominic West, fuori parte), con tutta la pruriginosa battaglia mediatica fra i due, le ricadute sui figli e una regina Elisabetta (Imelda Staunton) obsoleta e arrugginita come la nave Britannia con cui si apre e si chiude la stagione. La penultima, secondo quanto dichiarato da Morgan, intenzionato a chiudere la saga con il tragico epilogo della morte di Diana. Preceduta da un cartello (in gergo: disclaimer) che precisa che la serie, pur «ispirata a eventi reali», è una «drammatizzazione», The Crown si addentra con dieci puntate da un'ora ciascuna in un territorio così vicino al presente da potersi prestare per la prima volta al fact checking degli utenti.

Tutto quel che viene raccontato è già sul web, su YouTube, nella memoria di chi guarda, tanto che ambienti vicini alla Corona hanno finalmente rotto il silenzio per dissociarsi. «Pericoloso confondere rappresentazione realistica e crudo sensazionalismo», ha detto Judi Dench, attrice e Dama del regno Unito, «una montagna di malevole sciocchezze» ha commentato l'ex primo ministro Sir John Major (che la fiction immagina tramare con Carlo per l'abdicazione della regina), e ancora «solo bugie» la dichiarazione di Jonathan Dimbleby, biografo di Carlo. È una realtà ancora incandescente quella che Morgan tocca in questa stagione, come quando nell'ottavo episodio ricostruisce la famigerata intervista alla BBC concessa da Diana a Martin Bashir. Un pezzo di storia della televisione, estorto alla donna con metodi poco deontologici, che il direttore generale della BBC Tim Davie ha deciso quest'anno, su richiesta di Carlo e del Principe William, di rendere indisponibile se non in accurato contesto Quell'intervista, sostiene William, accelerò il processo di divorzio dei genitori, con il racconto dei tentativi di suicidio di Diana e la famosa battuta sul «matrimonio affollato»: una testimonianza che non può non ricordare, pur se meno drammatica e più patinata, l'intervista concessa da Meghan Markle a Oprah Winfrey l'anno scorso.
Se il bello di The Crown è sempre stato l'illusione di penetrare nei segreti di corte, la quinta stagione era una scommessa persa in partenza, perché è proprio negli anni Novanta che la Corona decide di uscire allo scoperto. Biografie, foto e articoli sui giornali, e le intercettazioni che mettono a nudo tutto, quel che succede nelle stanze della corona.


L'INTERCETTAZIONE
Ecco allora l'episodio cinque che sguazza nel cosiddetto tampongate, mettendo in scena fedelmente la telefonata hard tra Carlo e l'amante Camilla, intercettata per caso da un radioamatore e venduta al Daily Mirror: la disinvoltura con cui Morgan ne svela il contenuto è lo stesso con cui utilizza la morte per tumore della piccola Leonora Knatchbull per raccontare in chiave di fiction l'interesse che nasce tra la madre, Lady Romsey, e il Duca di Edimburgo. Saranno i tempi diversi, sarà che è presto per raccontare il decadimento di una regina morta da poco, o troppo tardi per suggerire l'ambizione di rinnovamento di un re salito al trono 73enne: di certo qualcosa si è rotto. Il re è nudo. E la regina pure.

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