Nomine Rai: Chiocci al Tg1, Roberta Capua al posto della Bortone, arriva anche Osho. Opinionisti e volti del "Raibaltone"

Giovedì, nel Cda di Viale Mazzini guidato adesso dalla coppia Marinella Soldi presidente e Roberto Sergio amministratore delegato, sarà varato il super pacchetto

Lunedì 22 Maggio 2023 di Mario Ajello
Rai, le nomine giovedì: Chiocci al Tg1, Roberta Capua al posto della Bortone, arriva anche Osho. Tensioni sulla quota donne

L’accordone politico è fatto per le nomine Rai nei telegiornali e nelle direzioni di genere. E giovedì, nel Cda di Viale Mazzini guidato adesso dalla coppia Marinella Soldi presidente e Roberto Sergio amministratore delegato, sarà varato il super pacchetto che ha il suo capitolo principale nell’ascesa in di Gian Marco Chiocci alla guida del Tg1 in quota governo, come è sempre stato per la testata ammiraglia ma in questo caso c’è anche grande sintonia personale e politica tra lui e Giorgia Meloni.

Tensione sulla quota donne

Accordo fatto ma qualche punto di tensione ancora c’è. Riguarda la quota donne. Ovvero, i sovranisti ne hanno poche o quasi nessuna da piazzare ai vertici delle testate. E allora, la presidente Soldi ha fatto sapere loro: o ne trovate qualcuna oppure io non voto il vostro pacchetto. E così, il derby in casa Lega sul Gr, dovrebbe finire a vantaggio di Angela Mariella che da Isoradio passera al Gr, a spese di Francesco Pionati - ex parlamentare Udc folgorato sulla via del Carroccio - che prenderà il suo posto a Isoradio. 
Ma questi sono particolari.

La sostanza è che, oltre all’accordone politico, c’è anche l’intesa tra i partiti della maggioranza su chi debbano essere i top player della Rai targata destra, ovvero gli opinionisti che più vedremo sul piccolo schermo.

 

Gli opinionisti

Se è difficile lo sbarco da Mediaset alla Rai di Nicola Porro, amatissimo dai nuovi potenti ma Cologno Monzese se lo tiene stretto, una schiera di osservatori tendenti a destra sfilerà sui palinsesti - a proposito: saranno presentati il 7 luglio - come ospiti o come conduttori. Un “prezzemolino”, utile a rivolgersi a quel che resta del pubblico sovranista e al ventre profondo dell’Italia filo-putiniana o stanca della guerra, sarà Alessandro Orsini che fa sempre il controcanto - per ora solo a Cartabianca di Bianca Berlinguer ma lo vogliono spalmare anche oltre - all’occidentalismo e se il governo Meloni è super-occidentalista è anche vero che molti elettori filo-governativi hanno posizioni sulla guerra che non coincidono con quelle di Fratelli d’Italia e di Forza Italia. Diverso il discorso per la Lega che occhieggia ai filo putiniani e il Carroccio, attivissimo sul dossier Rai a cominciare da Salvini, il vero artefice del trasloco di Fabio Fazio sul canale Nove, spinge per Orsini uber alles.

I volti

Sempre per quanto riguarda i volti tivvù, al Settimo Piano l’orientamento è questo: via Serena Bortone e avanti Roberta Capua per il pomeriggio d’intrattenimento, e sì a Incoronata Boccia, alla Bruchi, e a Francesco Specchia come conduttori e per quest’ultimo, caporedattore di Libero, è previsto un programma ad hoc. E ancora: porte spalancate per Osho (piccolo particolare: la deputata meloniana Montaruli, quella che ha bisticciato con Lagioia alla presentazione burrascosa della biografia della ministra Roccella al Salone del Libro è la ex fidanzata dell’ottimo vignettista), per non dire degli altri che domineranno la programmazione in varie vesti e saranno richiestissimi per modificare - come da progetto melonista - la narrazione della politica italiana: da Buttafuoco a Giuli, da Giordano Bruno Guerri a Marcello Veneziani e se ci sarà molto Orsini ci potrà anche essere molto Orsina, politologo molto ben visto a Palazzo Chigi. 

Il Raibaltone


Intanto, giovedì, le nomine. Mai così tante insieme, ma tante devono essere per cambiare il verso alla Rai e il senso è quello del cosiddetto Raibaltone o, come dicono gli avversari, di TeleGiorgia. Quelle nelle testate giornalistiche saranno sottoposte al voto, che tuttavia non dovrebbe riservare sorprese nonostante la ferma opposizione del Pd ma con i 5 stelle in fase trattativista. Per le altre basterà invece una semplice comunicazione dell’ad, essendo il parere del Cda solo consultivo. La destra a trazione Fratelli d’Italia farà l’en plein, Lega e Forza Italia occuperanno alcune postazioni strategiche, alla minoranza resteranno le briciole. Con il M5S in risalita rispetto all’era Draghi, che l’aveva molto ridimensionato, e come minimo i contiani avranno Rai Parlamento per Giuseppe Carboni (più una trasmissione per Luisella Costamagna e qualcos’altro). 

I Tg


Al Tg1 sbarcherà il capo dell’AdnKronos Gian Marco Chiocci, amico personale della premier. E se si racconta che esistono resistenze su Chiocci, in realtà non esistono granché. Nel gioco dei pesi e contrappesi, FI prenderà il Tg2 con Antonio Preziosi, che lascerà RaiParlamento a Carboni.  Al Tg3 rimarrà Mario Orfeo, che presidierà il fronte dem e può vantare solidità professionale e buoni ascolti. Il meloniamo Paolo Petrecca non si muoverà da Rainews24. La Lega conserverà la TgR con Alessandro Casarin direttore e Roberto Pacchetti vicario: quando fra un anno il primo andrà in pensione, gli subentrerà il secondo che potrebbe avere come condirettore il contiano Roberto Gueli. 
Quanto alla radio, chiunque tra Mariella e Pionati vincerà la sfida,  l’attuale direttore Andrea Vianello sarà dirottato a Rai San Marino. Al Gr2 arriverà Simona Sala, sospinta dai Cinquestelle. A RaiSport, su cui i lumbard avevano messo gli occhi, dovrebbe approdare invece Iacopo Volpi su input berlusconiano. 

Il PrimeTime


Sui generi, Angelo Mellone diventa direttore del PrimeTime e già si sta dando molto da fare. Vuole mettere il suo segno. E ha il sostegno convinto - «E’ un grande innovatore», dicono di lui a via della Scrofa e anche a Palazzo Chigi - del fronte meloniano. Ancora tendenza Giorgia agli Approfondimenti informativi, ossia alla guida del talk show politici: in sostituzione di Antonio Di Bella, verrà promosso Paolo Corsini, che piace a FdI ma anche alla Lega. Il PrimeTime è il festival di Sanremo e molto altro, è lì che va gran parte della pubblicità della Rai, da lì dipende l’andamento finanziario dell’azienda. Il colpo grosso lo ha fatto Salvini con Marcello Ciannamea che dirigerà questa corazzata e cassaforte. Per Nicola Rao, ora direttore del Tg2, c’è il posto molto importante - al Settimo Piano, a stretto contatto con Sergio e Rossi - di direttore delle Relazioni istituzionali. Ovvero a lui la comunicazione di Mamma Rai. Monica Maggioni, spostata dalla testata ammiraglia, prenderà oltre a una trasmissione di approfondimento il coordinamento editoriale finora guidato da Giuseppina Paterniti che va in pensione. All’Ufficio Studi si parla dell’azzurro Francesco Giorgino ma chissà. Fiction, RaiCultura e RaiCinema per adesso non verranno toccate, e il Pd che tanto si lamenta per il Raibaltone se le tiene strette insieme a tanto altro.

Ultimo aggiornamento: 18:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA