«Rai a Milano idea indegna»: i big della tv contro la “Saxa Rubra padana”. E spunta il caso Eurovision

Martedì 1 Giugno 2021 di Francesco Malfetano e Ilaria Ravarino
«Rai a Milano idea indegna»: i big della tv contro la Saxa Rubra padana . E spunta il caso Eurovision

«Chi ritiene di spostare Viale Mazzini a Milano deve aver bevuto qualcosa». Parola di Maurizio Costanzo. Non accennano a placarsi le polemiche dopo che il consiglio d’amministrazione uscente della Rai, in quella che di fatto è stata l’ultima riunione operativa, ha approvato all’unanimità lo studio di fattibilità per un mega-centro di produzione televisiva a Milano. Una Saxa-Rubra lombarda, com’è subito stata ribattezzata, che però fa storcere il naso.

Per qualcuno infatti, l’ultimo atto del Cda presieduto da Marcello Foa (in quota Lega) è stata poco più di una mossa propagandistica.

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Ne è convinto ad esempio Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segreatario della Commissione di Vigilanza Rai: «Al di là del garbo istituzionale che prevederebbe di non limitare le decisioni negli ultimi giorni di attività, tutta la vicenda pare poco più di uno specchietto elettorale per le allodole messo in piedi dalla Lega per poter raccontare che porta tutto al Nord. ». Una visione «neo-Milano-centrica» che però «non serve a nulla», anzi. Secondo Anzaldi avrebbe anche dimostrato di essere «deleteria».

LO SPOSTAMENTO - L’allusione è allo spostamento della redazione sportiva dell’emittente pubblica che «per tutta la settimana è a Roma, mentre nel weekend diventa appunto Milano centrica, facendo lievitare di molto le spese delle trasferte». Ad indignarsi però non è solo la politica (ieri sul Messaggero ha preso posizione anche il governatore del Lazio Nicola Zingaretti che ha difeso il primato di Roma come Capitale del settore audiovisivo italiano), ma anche il mondo dello spettacolo. «Ho le stesse perplessità de Il Messaggero e condivido la linea del giornale» rimarca infatti proprio Maurizio Costanzo. «Non scherziamo - continua lo storico conduttore - È più probabile che nel 2025 i marziani arrivino sulla Terra e comincino a fare televisione, che la Rai apra un centro di produzione a Milano. Non la ritengo un’operazione possibile e non capisco davvero come sia potuto succedere. Sarebbe un danno di immagine incalcolabile, non solo per l’azienda ma per tutta Roma». Accanto al giornalista anche Angelo Guglielmi, ex direttore di Rai 3. «Mi sembra un’idea indegna» attacca senza molti giri di parole. Pur ammettendo che «Io stesso, quando ero direttore di Rai Tre, avevo chiesto che la rete fosse trasferita a Milano, ma allora gli equilibri fra le città erano diversi. Oggi Milano si è indebolita, si fa tutto a Roma: l’ideazione dei programmi e la creatività sono romani». Per Guglielmi inoltre ora «la Rai è un’azienda che ha perso l’equilibrio, che non spende bene i suoi soldi e anzi li dissipa. Ci vuole qualcuno che la riporti in salute, e la proposta di Milano mi pare poco centrata».

LA MANIFESTAZIONE - Eppure non si tratterebbe dell’unico indizio che vede la tv di Stato propendere verso la porzione più settentrionale della Penisola. Nei corridoi di Viale Mazzini infatti, da giorni si vocifera che anche per l’organizzazione della prossima edizione dell’Eurovision i vertici stanno dirigendo il loro sguardo esclusivamente verso Nord. Dopo la vittoria dei romani Maneskin e in attesa di definire una data certa si sta infatti iniziando a ragionare su quale debba essere la città che ospiterà la kermesse e le indiziate principali sono Torino e Milano. Nonostante le parole affidate dal direttore di Rai1 Stefano Coletta al Corriere della Sera («Immagino Roma come città alveo di questa manifestazione» ma «alla fine, in maniera rigorosa, dovremo scegliere l’impianto televisivo che possa inglobare al meglio la complessità di uno spettacolo come questo») e nonostante le numerose candidature già pervenute - da Matera a Roma, fino a Pesaro e Bologna - sarebbero già intercorsi i primi contatti tra l’azienda pubblica e il Palasport Olimpico di Torino.

Non solo, nel caso in cui non dovesse andare in porto la cosa, ci sarebbero stati anche dei primi approcci con il Forum di Assago di Milano. Nulla di deciso, ma anche stavolta tempismo e modalità sembrano lasciare qualche dubbio. Anche perché stando al rigido protocollo stabilito dall’European Broadcasting Union (tra gli altri un’arena chiusa da almeno 10mila posti e con 18 metri di altezza, oltre a collegamenti internazionali e capacità ricettive adeguate), ci sono almeno altre due strutture papabili: l’Unipol Arena di Bologna e il PalaLottomatica di Roma.  

Ultimo aggiornamento: 2 Giugno, 00:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA