Domenica In, la storia di Luca Trapanese il papà gay che ha adottato una bimba down: «Se avessi potuto scegliere, avrei voluto lei»

Ospite di Mara Venier il mammo single e omosessuale racconta la sua "Vita Imprefetta"

Domenica 28 Novembre 2021
Domenica In, la storia di Luca Trapanese e della figlia down adottata: «Se avessi potuto scegliere una figlia avrei voluto lei»

«Se avessi potuto scegliere una figlia avrei voluto lei». Ogni parola di Luca Trapanese entra dritta nel cuore. Il papà single omosessuale che ha adottato una bambina down è ospite di Mara Venier a Domenica In.

Alba la piccola bimba si affaccia in video ma purtroppo ha la febbre e non si sente bene. «Solo un'alterazione di crescita» tranquillizza il mammo. Luca è un ragazzo gay di Napoli, che nel 2018 ha deciso di adottare una bambina down. «Ricordiamoci che è stata rifiutata da 30 famiglie». Ha raccolto tutto in un libro: "La nostra vita imperfetta”. 

«La società impone di essere sani, belli, con un lavoro importante, altrimenti non siamo niente. E invece non esiste né la vita perfetta né la normalità, nessuno si può arrogare il diritto di stabilire cosa è normale» aveva detto in un'intervista.

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Luca Trapanese, la sua storia

Luca racconta la sua storia sui social costantemente e riscuote grande consenso ma ora ha bisogno che la sua storia arrivi a tutti: «ho rinunciato a diventare prete perché mi ero innamorato. Ma il legame con la mia esperienza è soprattutto in questo: quando ho fatto programmi sono stati puntualmente sconvolti, come accade ai protagonisti della storia. Sulle prime si è sconvolti quando arriva il nuovo e il diverso, sembra per forza negativo; in realtà è funzionale alla preparazione della propria, vera identità. Avevo voglia di parlare di disabilità e di amore omosessuale. Il sentimento verso il corpo malato, peraltro di una persona dello stesso sesso, viene vista come cosa da cui sfuggire: ma non è detto che chi è sano ed eterosessuale sia più felice».

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La morte del compagno

Una vita fatta di viaggi ed esperienze importanti ma che la morte del compagno ha segnato inevitabilmente: «La morte di Diego ha rappresentato allo stesso tempo l’esperienza più bella e più brutta della mia vita. Mi ha cambiato profondamente e ho scelto di portare il mio amico nella mia vita per sempre e non di dimenticarlo, facendo sì che la sua morte non sia stata un evento vano, ma un’occasione per seminare una molteplicità di occasione per le persone meno fortunate».

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