Turisti nello spazio, svelata la cabina della Space Ship Two della Virgin Galactic di Richard Branson: 250mila euro a posto, c'è anche Leo DiCaprio Foto Video

Mercoledì 29 Luglio 2020 di Paolo Ricci Bitti
Turisti nello spazio, svelata la cabina della Space Ship Two della Virgin Galactic di Richard Branson: 250mila euro a posto Foto Video

Un po' di 2001 Odissea nello spazio (ricordate l'interno dell'aereomissile della Pan American scortato dal valzer di Strauss?) con una punta di glamour da sfilata di Alta Moda in cui specchiarsi ebbri di felicità mentre si fluttua in situazione di microgravità a 100 chilometri di altezza sul deserto del New Mexico oppure - anche meglio - sulla Puglia con vista su tutto il Mediterraneo. Ecco la cabina della navicella  VSS Unity Space Ship Two della Virgin Galactic in cui si accomoderanno i primi 700 turisti spaziali che hanno già versato 250mila dollari a testa (ci sono anche Leo DiCaprio nonchè tre imprenditori italiani, uno dei quali del fashion) per inaugurare su larga scala fra pochi mesi, meno di dodici, uno dei settori più promettenti della space economy.

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Sei posti (più i due dei piloti) per ogni volo suborbitale di 120 minuti fino a 4.772 chilometri l'ora (Mach 4): velocissimi eccetto il clou dei sette minuti in slow motion al culmine della traiettoria a 100 chilometri di quota dove è tracciata dalle convenzioni la linea di Karman che divide l'atmosfera terrestre dallo spazio: in quei momenti si potranno slacciare le cinture, galleggiare nella cabina come si è sempre sognato  e affacciarsi ai 12 maxioblò per scattare fotografie allo spazio stellato e farsi selfie anche se sarebbe il massimo restare semplicemente a guardare perché niente registrerà emozioni più forti del nostro cervello e del nostro cuore, almeno così dicono i 650 astronauti da Gagarin in poi.  Ma Richard Branson, il tycoon proprietario della Virgin, sa bene come siamo fatti e ha voluto inserire un grande specchio in fondo alla cabina per accentuare l'emozione di vedersi lassù.




Il design della cabina è della celeberrima Seymour Powell, mentre le tute di turisti e piloti sono dell'Under Armour e non sono per nulla goffe, anzi. I sedili solo reclinabili quasi a 180 gradi per aiutare i passeggeri a resistere ai 3.5 G in ascesa spinti dal motore-razzo e ai 4 G nella discesa planata come un aliante con le ali che cambiano assetto della navicella lunga 20 metri e alta 6 con un apertura alare di 14.

Tanti quei G da incassare per un turista? In verità no. I G indicano l'accelerazione di gravità: a 4 G (positivi, il sangue tende ad andare dalla testa ai piedi) il corpo sarà schiacciato sul sedile come se pesasse quattro volte il peso normale ma la posizione sul sedile e la conformazione dello schienale aiutarannoe a reggere lo sforzo che sarà inoltre graduale e in assetto costante. Mentre fanno le capriole in cielo i piloti delle Frecce Tricolori arrivano a incassare fino a 10 G: certo loro hanno il massimo dell'addestramento, ma anche i turisti spaziali della Virgin Galactic saranno sottoposti a visite mediche e a un breve training. 

La cabina ha un diametro simile a quella degli executive jet più generosi in fatto di dimensioni. Sono però i finestroni a caratterizzare questa navicella nata appunto per il turismo ma che comunque verrà adattata anche per missioni scientifiche che riguarderanno anche l'Agenzia spaziale italiana e l'Aeronautica Italiana, oltre che la Nasa. E fra i piloti dello staff della VG che sta completando i test c'è anche l'udinese Nicola Pecile, spesso ai comandi anche del White Knight Two, l'aereo madre (un velivolo quadrireattore con doppia fusoliera) che porta la navicella fino al 15mila metri.

Tanti 250mila dollari per quei sette minuti di leggerezza spaziale? Sempre meno degli 80 milioni che ora chiede Roscomos per le Soyuz o i 60 milioni per la Crew Dragon di SpaceX, anche se in questo caso il tragitto raggiunge i 400 chilometri di altezza per agganciarsi alla stazione spaziale internazionale. Non una toccata e fuga, insomma. Epperò quel quarto di milione è evidentemente alla portata di tantib terrestri da giustificicare il business della Virgin Galactic che sarà, questione determinante, la prima a offrire questo servizio rispetto alla concorrenza di SpaceX e della Blue Origin di Jeff Bezos (Amazon). Arrivare primi in questa frontiera rende parecchio (e la VG è stata anche la prima space company di questo tipo a quotarsi in Borsa): per di più in questi giorni Sir Branson si è affidato a un nuovo ceo quale il drago Michael Colglazier, già responsabile della galassia dei parchi divertimento della Disney.

Fatto sta che oltre ai 700 che hanno già sganciato i 250mila dollari ce ne sono in lista altri 8mila che hanno fermato la prenotazione inviando mille dollari.

In programma anche altri spazioporti dopo quel nel remoto deserto del New Mexico: il progetto più avanzato è quello di Grottaglie (Taranto) e vede la partecipazione dell'Altec spa, azienda partecipata da Thales Alenia Space Agenzia spaziale italiana. E, potendo scegliere, chi preferirà il deserto statunitense alla varietà meravigliosa di scenari visibili decollando fino a quella quota dalla Puglia?    





2001 Odissea nello spazio (1968)

 




   



Ultimo aggiornamento: 16:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA