Il Vaticano studia l'intelligenza artificiale: vuole promuovere un approccio etico

Martedì 18 Maggio 2021
Il Vaticano ha istituito una Fondazione che si occuperà di intelligenza artificiale

Anche il Vaticano avrà una propria Fondazione che si occuperà di intelligenza artificiale.

L'obiettivo è quello di promuovere un approccio etico a questo tema, esigenza nata dopo l'incontro tra l'arcivescovo Vincenzo Paglia e il presidente di Microsoft Brad Smith, il vicepresidente di Ibm John Kelly III e il direttore della Fao Qu Dongyu oltre alla ministra per l'Innovazione e la tecnologia Paola Pisano. 

Accogliendo la richiesta del presidente della Pontificia Accademia per la Vita mons. Vincenzo Paglia, papa Francesco - con un rescritto "ex audientia" firmato il 16 aprile scorso dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin - ha istituito infatti la Fondazione "renAIssance", con personalità canonica giuridica pubblica, avente sede nello Stato della Città del Vaticano, presso la stessa Accademia per la Vita.

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Già approvato anche lo statuto del nuovo organismo. «La Fondazione nasce a seguito della "Rome Call for AI Ethics", per un approccio etico all' intelligenza artificiale, firmata il 28 febbraio 2020 da me, dal dal presidente di Microsoft, Brad Smith, dal vicepresidente di Ibm John Kelly III, dal direttore generale della Fao Qu Dongyu, e in rappresentanza del governo italiano dalla ministra per l'Innovazione e la tecnologia Paola Pisano», ha spiegato all'Ansa il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, arcivescovo Vincenzo Paglia.

«La sua funzione - prosegue - sarà di diffondere questa carta ovunque nel mondo, perché crediamo che di fronte all'invasione di questa dimensione nella vita di tutti sia importante riaffermare delle prospettive etiche, educative e di comune quadro giuridica per l'intelligenza artificiale». «Al momento dell'elaborazione e la firma della "Call" .- ricorda mons. Paglia -, coniammo il termine "AlgorEtica", perché anche gli algoritmi hanno bisogno di una dimensione morale. Quello che occorre evitare è una dittatura di queste nuove tecnologie e che chi possiede i "big data" ne faccia quello che vuole. E non vorremmo che lo sviluppo tecnologico avvenisse fuori da una prospettiva umanistica».

Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 08:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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