Ufo, i rottami nascosti dal Pentagono: la conferma della Dia dopo le rivelazioni di DeLonge, ex Blink-182. I metamateriali

Lunedì 15 Febbraio 2021 di Paolo Ricci Bitti
Ufo, i rottami nascosti dal Pentagono: la conferma della Dia dopo le rivelazioni di DeLonge, ex Blink-182. I metamateriali

Adesso, solo adesso, salta fuori che rottami di Ufo attraversano i compiti istituzionali della Dia, Defense Intelligence Agency, che tiene sotto osservazione le forze armate dei paesi stranieri "per prevenire e vincere le guerre". E in effetti non potrebbe esserci qualcosa di più "straniero" di un Ufo. Ecco allora che sta rimbombando in maniera parecchio stentorea la clamorosa conferma che la Dia ha scritto a proposito di "metamateriali" ritenuti non di origine terrestre, e quindi alieni, posseduti dal Pentagono e affidati allo studio di uno dei più noti appaltatori della Difesa degli Stati Uniti, la Bigelow Aerospace del Nevada. La risposta, a lungo attesa, è quella giunta al ricercatore americano Anthony Bragalia che si è appellato al Freedom Of Information Act (la legge sulla Libertà di Informazione). 

A questo punto si tratta di una poderosa ammissione che rafforza quanto annunciato nel dicembre del 2018 a Roma nel corso del convegno annuale del Cun (Centro ufologico nazionale) a cui parteciparono Luis Elizondo, ex agente e ex dirigente del programma segreto Aatip (Advanced Aerospace Threat Identification Program), in precedenza Aawsap (Advanced Aerospace Weapons System Application Program), della Dia, e  Tom DeLonge, ex front man della band americana Blink182, fondatore della To the stars academy of Art and Science.  Elizondo, ora a fianco di DeLonge, munifico filantropo di queste ricerche, raccontò di essere uscito dalla Dia non condividendo la cappa di segretezza imposta ai quei programmi.

Furono loro due a mettere  in scacco il Pentagono incassando la fiducia del New York Times che con uno scoop del dicembre 2017 obbligò la Difesa americana a rilasciare tre video girati da piloti militari americani. Video che nel 2019 vennero certificati definitivamente dal Governo americano: gli oggetti ripresi dalle telecamere dei caccia F-18 della Marina sono oggetti volanti non identificati, Ufo, o, meglio, come si dice adesso Uap, Fenomeni aerei non identificati.

E sempre loro a Roma rivelarono che il Pentagono da anni possiede detriti di materiali con caratteristiche non riscontrabili in materiali conosciuti sulla Terra e non attribuibili a meteoriti. 

E' chiaro che va sempre specificato che per materiali oppure velivoli oppure oggetti "alieni" si intende alla lettera che si ritengono "estranei" alle nostre conoscenze attuali e non necessariamente provenienti da altri pianeti. Conoscenze ufficiali, va aggiunto, perché in passato fenomeni ritenuti alieni erano in realtà originati da esperienze più che terrestri, ma tenute segrete da questo o quello stato per motivi militari.    

A ogni modo ora è lo stesso Cun a riportare la lunga lettera-dossier (oltre 150 pagine)  scritta, a tre anni dalla richiesta, dalla Dia a Bragalia che interrogava l'ente americano su detriti, residui, relitti e rottami derivati da incidenti di oggetti volanti non identicati. Agli archivi sono ben registrati ad esempio l'episodio di Ubatuba in Brasile nel 1957 e a Firenze nel 1954 da cui provengono materiali oggetto di indagini che non ne chiarirono la provenienza.

Di queste schegge di materiali "alieni" ne mostrarono in video gli stessi Elizondo e DeLonge a Roma nel 2018.

La caratteristiche che rendono questi materiali ignoti sono relativi al loro comportamento rispetto alla luce e ai campi elettromagnetici. 

E non è che questi frammenti arrivano dall'Area 51 a Roswell? Prima o poi c'è sempre chi fa questa domanda e la risposta non può che essere "forse". Bragalia non lo escude. Speculazioni meno scontate, invece, sono relative alle ipotesi che questi materiali potrebbero far fare un balzo alle nostre conoscenze tecnlogiche permettedoci di produrre nuove leghe metalliche. Ad esempio Bragalia cita, dopo aver letto la risposta della Dia, il caso del Nitonol,  lega "a memoria di forma" di Nichel e Titanio superesistente e superelastico con cui si realizzano oggetti deformabili e in grado di recuperare almeno in parte la forma originale con mille applicazioni dall'industria alla chirurgia. Viene usata dagli anni Settanta con una storia che riecheggia temi de "L'uomo che cadde sulla Terra" il romanzo di fantascienza di Walter Tevis (La regina degli scacchi) da cui venne tratto il film con David Bowie. Fantascienza, appunto, per adesso. Non è fantascienza invece cià che da anni fanno gli astronauti sulle stazioni spaziali conducendo esperimenti su liquidi e metalli e sul loro uso combinato che non è possibile sulla Terra, ma che lo diventa in situazioni di microgravità.

I metamateriali

Il ricercatore americano, riferendosi al dossier disvelato dalla Dia, cita le fenomenali qualità dei metamateriali riconducibili agli studi sui detriti alieni. Matamateriali sono quelli che hanno caratteristiche non identificabili con quelle naturali a noi note. Ad esempio si indica la capacità di ridurre la luminosità fino alla completa invisibilità anche da parte dei radar (tecnologie applicate negli aerei stealth) oppure la capacità di comprimere i campi elettromagnetici, proprietà dalle infinite applicazioni a cominciare dalla progettezione di processori e componenti per computer.   

Bragalia, infine, fa notare i tanti Omissis contenuti nei documenti che la Dia gli ha trasmesso, a cominciare da nomi degli scienziati che hanno studiato questi detriti alieni. 

Insomma, nel giro di un paio d'anni nel campo dell'ufologia parecchie e notevoli notizie in cerca di conferme le hanno trovate. Un passo avanti che rafforza l'ipotesi che molte risposte siano - aliene o meno - comunque già scritte nei dossier del Pentagono.   

Paolo Ricci Bitti

La nota del Cun

Il Centro Ufologico Nazionale italiano «ricorda e precisa che è dal 2007 che la questione dell'esistenza di tali 'materiali esotici' più volte informalmente segnalati è alla sua attenzione grazie alle ricerche del proprio consigliere Alfredo Benni, e che nel 2018 l'ex esponente del Pentagono Luis Elizondo, ospite del VII Convegno Internazionale di ufologia del Cun a Roma, ne aveva pubblicamente dato conferma. Inoltre già dal 1991, come documentano i suoi saggi divulgativi editi da Mondadori, il fondatore e presidente del Cun, il giornalista aerospaziale Roberto Pinotti, ha testimoniato di avere visto consegnare materialmente a Tolosa durante un briefing riservato a tre italo-franco-americano al governativo Cnes (Centre National d'Etudes Spatiales) francese nella persona dell'amico  Alain Esterle, direttore della sua commissione governativa per lo studio degli Ufo Gepan, i frammenti metallici di un Ufo esploso in aria in Brasile sulla spiaggia di Ubatuba nel 1957».

«Alcuni di tali frammenti, in possesso degli Usa e del professor Peter Sturrock della Stanford University californiana e da lui analizzati, sono stati forniti al Cnes in tale occasione per un supplemento di analisi. Durante l'incontro - prosegue il Cun - Sturrock informò Pinotti che quanto analizzato aveva confermato che i reperti erano composti principalmente di magnesio con caratteristiche mai viste prima. Finalmente, dopo la richiesta di rilascio dei documenti secretati sugli Ufo da parte del Senato americano, informazioni già note e segnalate ma senza riscontri materiali da vari seri ricercatori in campo ufologico stanno oggi cominciando ad avere le conferme dovute. Si ricordi infine che già dal 1954 l'Italia ha il primato della prima analisi chimica di una sostanza caduta dal cielo durante la massiccia apparizione di formazioni di Ufo su Firenze con molteplici testimoni e l'interruzione della partita di calcio Fiorentina-Pistoiese. Al professor Giovanni Canneri dell'Istituto di Chimica Analitica della locale Università il campione in questione risultò un composto di boro, silicio, calcio e magnesio che in quanto instabile in breve si dissolveva».

Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 10:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA