Scuole Usa chiedono i danni a TikTok, Google e Meta: «Alunni con disagi mentali per l'abuso dei social»

L'accusa degli istituti di Seattle: l'uso delle piattaforme causa depressione, bullismo e disturbi alimentari

Mercoledì 11 Gennaio 2023 di Anna Guaita
Scuole Usa chiedono i danni a TikTok, Google e Meta: «Alunni con disagi mentali per l'abuso dei social»

Sono anni che l'Unicef, i governi di vari Paesi, le associazioni per la difesa dei bambini e dei giovani lanciano l'allarme. Sono anni che si tengono udienze al Congresso degli Usa e nei parlamenti europei. Ma è il provveditorato di Seattle che ha detto basta ed è partito lancia in resta contro le grandi piattaforme social, accusandole di essere responsabili dei problemi mentali che attanagliano la gioventù e l'infanzia americana, e chiedendo che rimborsino le scuole delle spese aumentate per far fronte alla crisi.

LA SITUAZIONE
Nel 2021, le principali associazioni mediche e psichiatriche americane avevano affermato che il Paese stava vivendo «un'emergenza nazionale nella salute mentale dell'infanzia e dell'adolescenza», un'emergenza in cui la pandemia e le pressioni dei social avevano giocato un ruolo cruciale. Il provveditorato di Seattle va oltre, e incolpa a chiare lettere TikTok, Instagram, Facebook, YouTube e Snapchat del peggioramento della salute mentale degli alunni e dei loro disturbi comportamentali, tra cui ansia, depressione, alimentazione disordinata e cyberbullismo.

Il provveditorato spiega che è diventato più difficile educare gli studenti, e come conseguenza le scuole sono state costrette ad adottare misure straordinarie, come l'assunzione di professionisti della salute mentale, lo sviluppo di piani didattici nuovi che tengano conto degli effetti dei social media e l'istituzione di corsi di aggiornamento sul tema specifico per gli insegnanti. Nelle 91 cartelle del ricorso, si sostiene che «dal 2009 al 2019, c'è stato in media un aumento del 30% nel numero di studenti delle scuole pubbliche di Seattle che hanno riferito di sentirsi così tristi o senza speranza quasi ogni giorno da aver smesso di fare ogni attività». Il distretto scolastico chiede che le società in questione cessino di creare «inquietudine per la popolazione», e risarciscano i danni. La legge federale protegge i social dalle responsabilità derivanti da ciò che terzi pubblicano sulle piattaforme.

I DANNI
L'azione legale è fondata su un approccio diverso, evitando di attaccare i contenuti presentati da altri: «I querelanti si afferma - non sostengono che gli accusati siano responsabili per ciò che terze parti hanno affermato sulle piattaforme», ma, piuttosto, prendono di mira la strategia aziendale degli accusati, «che raccomandano e promuovono contenuti dannosi per i giovani, come l'anoressia e i disturbi alimentari». In altre parole, si torna a parlare dei famosi algoritmi, che già nel 2021 erano arrivati prepotentemente alla ribalta dopo che una talpa di Facebook, Frances Haugen, aveva testimoniato al Congresso che grazie a studi interni l'azienda era consapevole che Instagram (di cui è proprietaria) aveva un effetto dannoso sugli adolescenti, ma aveva dato la priorità ai profitti rispetto alla sicurezza, scegliendo di nascondere agli investitori e al pubblico i risultati dei propri studi.

LA PREVENZIONE
La quasi totalità delle scuole americane ha già da vari anni bloccato i social dai computer scolastici, ma questo non significa che i giovani non li controllino continuamente sui propri smartphone, mentre peraltro il divieto talvolta impedisce il funzionamento delle lezioni. Non a caso ci sono state proteste da parte di professori che non potevano accedere a YouTube per mostrare video necessari per l'insegnamento. Il problema è vastissimo e di difficile soluzione, ma il dipartimento scolastico di Seattle spera che altri provveditorati si uniscano a loro per creare una massa critica di pressione che spinga i social a una revisione dei loro algoritmi. Per ora i grandi network hanno invece reagito solo in modo difensivo. Google ha ricordato di aver investito massicciamente per creare «un ambiente sicuro» per i più giovani, Facebook afferma di aver sviluppato almeno una trentina di strumenti per favorire i giovani e il controllo che le famiglie vogliono esercitare sul loro navigare, Snapchat assicura di avere la collaborazione di enti e organizzazioni che lavorano nel settore della sicurezza e del benessere mentale dei giovani.
 

Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 11:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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