La Russia torna sulla Luna dopo 47 anni.
La missione
La crisi ha spinto l'Esa ad annunciare dapprima la fine della cooperazione per la missione ExoMars diretta su Marte e poi, nel giro di poche settimane, anche quella per le missioni lunari. La decisione, assunta il 13 aprile 2022 dal Consiglio dell'Esa riunito in sessione straordinaria, è stata anche accompagnata dalla richiesta ai russi di restituire la telecamera di navigazione Pilot-D, che sarebbe dovuta partire con la missione Luna-25. Se la rottura dei rapporti ha portato l'Europa a concentrare i propri sforzi per la Luna sulle missioni previste dal programma Artemis della Nasa, dall'altra parte ha spinto la Russia a continuare da sola la sua corsa allo spazio, nel tentativo di riaffermare la propria potenza sulla scena internazionale.
#BREAKING Russia launches its first mission to the moon in nearly 50 years pic.twitter.com/OEjplQf2w3
— Fast News Network (@fastnewsnet) August 10, 2023
L'ultima, Luna-24, si è conclusa il 22 agosto 1976 riportando sulla Terra circa 170 grammi di suolo lunare. A distanza di 47 anni, la Russia riparte con un lander da 800 chilogrammi che verrà lanciato con un razzo Soyuz dal cosmodromo di Vostochny. A giugno, il capo dell'agenzia spaziale russa Roscosmos, Yuri Borisov, aveva definito il lancio come ad alto rischio. «Questa missione prevede l'atterraggio al polo sud. Nessuno al mondo lo ha mai fatto prima», aveva detto durante un incontro con il presidente Putin. «La probabilità di completare con successo missioni come questa è stimata intorno al 70%». L'arrivo a destinazione dovrebbe avvenire circa cinque giorni dopo il lancio. Il lander tenterà un atterraggio morbido sulla Luna per poi dare il via alla missione operativa vera e propria, della durata di circa un anno. Entreranno dunque in azione gli otto strumenti scientifici di bordo, che verranno impiegati per studiare la regolite lunare così come le polveri e il plasma che compongono l'esosfera del nostro satellite.