Trapianto di fegato preparato con clone 3D. Un modello di fegato stampato in 3D, con un gel biosimilare, che mima la consistenza dei tessuti biologici, e ricostruito in grandezza naturale, con identico peso dell'organo e anatomia, realizzato incrociando i dati della risonanza magnetica e della Tac: è il 'clonè usato per preparare un intervento di trapianto di fegato, dove l'organo è stato donato dal figlio al padre.
Medicina, primo pacemaker che si dissolve: «Viene assorbito dal corpo nell'arco di 5 o 7 settimane»
«C'era bisogno di un organo in tempi rapidi, così entrambi i figli del paziente si sono proposti per la donazione, che prevede l'asportazione di circa il 50-60% del fegato che viene utilizzato per il trapianto», spiega De Carlis. Sono stati stampati gli organi di entrambi. Solo così «ci si è resi conto che uno dei due presentava un'anomalia che probabilmente avrebbe impedito la buona riuscita dell'intervento - continua -. Così si è optato per il secondo. La possibilità di avere a disposizione sia il modello 3D dell'organo sia l'estratto dell'albero circolatorio dei vasi e delle vie biliari è stato di grande utilità, non solo per preparare l'intervento ma anche come riscontro in più durante l'operazione». Avere a portata di mano la ricostruzione in scala a grandezza naturale dell'organo ha facilitato le diverse fasi del prelievo. Il trapianto è stato portato a termine con successo e i due stanno completando il percorso di recupero. L'intervento è stato possibile grazie alla collaborazione con Printmed-3d, centro lombardo di stampa 3D e realtà virtuale per la medicina personalizzata, coordinato dall'Università degli Studi di Milano.