Luna, Nasa diretta tv: Reid Wiseman, Victor Glover, Christina Koch e Jeremy Hansen, l'uomo di nuovo attorno al satellite come nel 1972. Chi sono. Le chance per Parmitano e Cristoforetti

La scelta, fatta in grande segreto tra candidati che hanno superato selezioni durissime, guidata anche da criteri di rappresentanza

Lunedì 3 Aprile 2023 di Paolo Ricci Bitti
Luna, oggi la Nasa rivela l'equipaggio di Artemis II che riporta l'uomo attorno al satellite dopo 51 anni Toto-nomi e le chance per Parmitano e Cristoforetti

Luna, missione Artemis II: il comandante Reid Wiseman, il pilota Victor Glover e gli specialisti di missione Christina Koch e Jeremy Hansen, primi tre americani della Nasa, il quarto canadese: ecco l'equipaggio che orbiterà attorno alla Luna  come non accade dal 1972, da quando Eugene Cernan, Harrison Schmitt e Ron Evans completarono la missione Apollo 17 chiudendo di fatto il primo capitolo dell'epopea lunare.

La Nasa ha rivelato, in diretta mondiale con roboante musica di prammatica,  l'equipaggio della missione Artemis II che segue il successo della prima tappa del progetto, questa volta in cooperazione con altri stati fra i quali l'Italia: sulla navicella Orion che l'anno scorso ha raggiunto la Luna c'erano solo manichini, mentre entro il 2024 (si spera, più facile 2025) saliranno uomini e donne, ovvero i tre astronauti della Nasa e uno del Canada.

Dieci giorni di missione che prevedono di orbitare più volte attorno alla Luna prima di fare rotta verso la Terra. 

Fly me to the moon

Si spingeranno più lontano dalla Terra di quanto abbia mai fatto un essere umano. La missione sarà lanciata dal Kennedy Space Center in Florida con il super razzo americano Space Launch System (Sls) e la navicella Orion con il modulo di servizio fornito dall'Agenzia spaziale europea (Esa) con il determinante contributo delle italiane Thales Alenia Space e Leonardo.

Da sinistra Christina Koch, Reid Wiseman, Victor Glover e Jeremy Hansen

Gli allibratori e gli esperti della Nasa avevano centrato tutti i nomi dei tre uomini (quello canadese era scontato), c'era qualche dubbio semmai su Christina Koch (cognome del marito, lei è nata Hammock) ma solo perché il suo nome sembrava il più forte per la missione successiva, Artemis III, il piatto forte del programma, la missione  che prevede l'allunaggio, ovvero lo sbarco con il "nuovo" primo passo già garantito dalla Nasa a una donna.   

E appunto il primo "nuovo" allunaggio, quando è previsto? Almeno altri due anni supplementari (sempre si spera) e poi ripartirà a tutti gli effetti la storia delle storie delle avventure spaziali iniziata nel 1969 con Neil Armstrong, primo dei 12 americani che hanno camminato sulla Luna. Per questi nomi di Artemis III bisognerà attendere ancora, ma intanto è certo che sarà una donna, come ha promesso la Nasa, a compiere il "nuovo" primo passo sulla Luna: molti indizi portavano a Christina Koch. E al suo fianco altre indicazioni indicavano il connazionale Reid Wiseman, ora entrambi imbarcati sulla missione intermedia e non si quanto ciò pregiudichi la partecipazione a missione successive.

Bill Nelson

«We are going!» («stiamo andando!»), ha esclamato l'ottuagenario Bill Nelson, già astronauta sullo Shuttle e amministratore della Nasa, presentando i «quattro pionieri» che formeranno «l'equipaggio dell'intera umanità». La missione Artemis II «non porterà solo loro, ma anche la speranza di milioni di persone di tutto il mondo».

L'attesa

I nomi degli equipaggi delle missioni Artemis sono custoditi nel massimo segreto fino al giorno dell'annuncio, ma intanto la Cnn ha messo in fila parecchi dettagli con una lunga indagine di Kristin Fisher che permette di ipotizzare nomi e, soprattutto, di rivelare i criteri di selezione invero assai complicati della Nasa che negli anni Sessanta era vincolata da molte meno questioni. Intanto le donne erano state escluse da queste missioni pur essendosi dimostrate anche fisicamemente più adatte degli uomini. E poi i candidati per le missioni con allunaggio erano tutti bianchi e piloti militari.

Per le missioni Artemis II e Artemis III, apripista alla colonizzazione della Luna e al balzo successivo verso Marte, lo scenario è molto più complicato perché intanto la missione è multinazionale e non solo statunitense. Poi ci dovrà essere un'adeguata rappresentanza femminile e un'altrettanto adeguata rappresentanza delle razze che compongono la società americana a cominciare dagli afromericani e dagli ispanoamericani. Sì, come i casting dei film e delle serie, detto che chi passa queste selezioni durissime è di certo un fenomeno. 

Non  a caso l'ultima selezione di astronauti ha visto alla fine promossi 9 candidati e 9 candidate, così almeno la questione di genere è bilanciata. In totale, però, si pescherà fra 41 nomi perché saranno in campo anche astronauti di selezioni precedenti. Oltre un terzo è costituito da donne e 12 sono le persone di colore. Solo 16 i piloti perché la tecnologia ne richiede sempre meno rispetto a specialisti quali ad esempio geologi, fisici, biologi e medici. Per le prime missioni Artemis, a ogni modo, i piloti avranno comunque più chance di essere a bordo proprio perché si tratta di usare mezzi sì altamente automatizzati e controllabili da remoto, ma sempre ai loro primi voli. 

Non meno importante è poi la valutazione dell'importanza delle missioni che seguiranno ad Artemis I, perfettamente riuscita lo scorso anno ma senza equipaggio a bordo della capsula Orion.

Se foste un'astronauta o un astronauta in lizza per una missione così affascinante e così importante e così costosa (solo il razzo Sls è costato 100 miliardi di dollari)  anche dal punto di vista storico, preferireste partire diciamo - se va bene - nel 2024 con la missione Artemis II per "limitarsi" ad orbitare attorno alla Luna, evento che non avviene appunto dal 1972 e che Elon Musk ha persino venduto (già che è stato scelto dalla Nasa per provvedere con le sue astronavi di SpaceX all'allunaggio) a un miliardario giapponese che porterà 8 amici con sè? Oppure puntereste tutto sull'allunaggio vero  e proprio della missione Artemis III, prevista però non si sa ancora quando, entro il 2030 si può azzardare? E se restate nel limbo e poi i tempi si allungano ed altri astronauti più giovani vi soffiano sul collo? 

Cristina Koch e Reid Wiseman

Scelta davvero ardua, detto che in realtà sarà la Nasa a decidere. Per ora si sa che sull'Orion di Artemis II ci saranno tre americani e un canadese, provvisti di una buona dose di coraggio perché andare nello spazio non è mai semplice.

Il capomissione (Artemis II, dieci giorni fra andata e ritorno con vista panoramica di tutta la Luna)  potrebbe essere    Reid Wiseman, 47 anni, decorato ex pilota collaudatore della Marina, un cv quindi classico nella storia della Nasa. Wiseman era capo dell'ufficio Astronauti della Nasa e si è dimesso in novembre non certo per andare in pensione o per passare a un'industria privata.

Ma chi sono i king maker in queste selezioni che puntano a individuare i primi 8 nomi dei titolari (4 per ogni missioni) e di altrettante riserve? Paradossalmente non il capo della Nasa, il veterano della spazio Bill Nelson che ha ufficialmente detto di non avere voce in capitolo. Con la massima segretezza lavorano quindi Drew Feustel che ha preso il posto di Wiseman di cui era il vice. La sua lista sarà vagliata dal capo delle Operazioni di volo, Norm Knight, e dal direttore del Johnson Space Center, Vanessa Wyche.

Per ricostruire questi percorsi la Cnn ha lavorato mesi sottolineando l'estrema riservatezza di tutti i dirigenti dell'agenzia spaziale americana. 

Ora, siccome Wiseman è bianco e maschio chi potrebbe essere la donna? Christina Koch è la principale indiziata, a meno che non la si conservi per il fatidico primo passo al femminile della missione Artemis III. Nel lanciare il programma Artemis (la sorella di Apollo), prima Obama, poi Trump e infine Biden hanno garantito che l’inquadratura più importante per aprire la nuova era sarà garantita a una donna. E la Koch, 45 anni, nata Hammock in Michigan (ma ci tiene a usare il cognome del marito) ha le carte in regola per il nuovo primato. Laureata in Scienze, Matematica e Ingegneria (chi più Stem di lei, insomma) è stata inserita due anni fa da Time fra le 100 donne più influenti del Mondo. È andata in orbita sull’Iss la prima volta nel 2019 coronando il suo sogno di bambina segnando subito il record di permanenza prolungata in orbita (328 giorni). Poi è stata la prima ad effettuare una passeggiata spaziale tutta femminile insieme alla collega Jessica Mair. È anche pilota di jet e provetta surfista.

Due nomi su quattro adesso ci sono. Un astronauta di colore non può mancare: magari Victor Glover, un altro pilota della Marina che ha 46 anni, prima missione in orbita nel 2021 con una CrewDragon di SpaceX. Ha anche un master  in Ingegneria.

Altri candidati, a prescindere da razza e genere: Randy Bresnik, 55 anni, medagliato pilota collaudatore con missioni al fronte per l'operazione  Iraqi Freedom. 

Ci sono poi altre tre donne: Jessica Meir, biologa di 45 anni. E poi Anne McClain, due presenze nella nazionale di rugby americana, e pilota dell'esercito, laurea a West Point e veterana sempre della guerra in Iraq. Infine Stephanie Wilson, 56 anni, la pù anziana, protagonista delle missioni Shuttle. 

Per il posto assegnato al Canada in base ad accordi del 2020 la lista dei candidati si restringe assai: fra i  4 attuali astronauti canadesi ecco Jeremy Hansen, 47 anni, già pilota di caccia che scalda i motori addirittura dal 2009 in attesa della prima missione che gli darà le ali da astronauta. 

E gli italiani?

Intanto bisogna ragionare in termini di europei, ma comunque i nostri candidati sono quelli, fortissimi, di Luca Parmitano, 46 anni,  e Samantha Cristoforetti, 45, molto quotati alla Nasa. Recenti accordi hanno garantito almeno due posti dei quali uno sulla Lunar Gateway, la stazione spaziale cislunare che farà da appoggio alle missioni di colonizzazione della Luna, in servizio (si spera) entro il 2025, almeno in un primo allestimento minimal. Poi resta da attendere gli sviluppi delle missioni Artemis dalla quarta "puntata" in poi. 

In ballo per le missioni Artemis, anche per il prossimo decennio, pure i cinque nuovi astronauti selezionati dall'Esa con il concorso terminato l'anno scorso. Si tratta Sophie Adenot (Francia), Pablo Álvarez Fernández (Spagna), Rosemary Coogan (Gran Bretagna), Raphaël Liégeois (Belgio), Marco Sieber (Svizzera). 

Scenari più remoti per le 11 riserve che hanno superato il concorso, oltre 22mila candidati di tutt'Europa: fra di loro gli italiani Andrea Patassa, 31 anni, di Spoleto (Perugia), pilota collaudatore sperimentale dell'Aeronautica militare, e Anthea Comellini, 30 anni, ingegnera aerospaziale di Chiari (Brescia) che lavora per Thales Alenia Space a Cannes. Per ora non sono ipotizzabili missioni per loro: le riserve continuano quindi a svolgere la professione con cui si sono presentati al concorso Esa e non iniziano quindi l'addestramento insieme agli astronauti di carriera.  

Selezionato l'anno scorso anche il primo parastronauta, John McFall (Gran Bretagna).

Ultimo aggiornamento: 19:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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