Il futuro dell'Italia passa dallo spazio: l'orizzonte dell'Asi e l'importanza degli investimenti del Piano nazionale di ripresa

Martedì 20 Luglio 2021 di Paolo Ricci Bitti
Il futuro dell'Italia passa dallo spazio: l'orizzonte dell'Asi e l'importanza degli investimenti del Piano nazionale di ripresa

A pochi mesi dal ritorno di Samantha Cristoforetti in orbita e a poche settimane dalla missione italiana che porterà specialisti dell'Aeronautica militare e del Cnr sullo spaziaplano della Virgin Galactic di Richard Branson, l'Agenzia spaziale italiana tratteggia lo stato dell'arte del comparto aerospaziale tricolore che dagli anni Cinquanta permette all'Italia di accomodarsi al tavolo delle grandi potenze che negli ultimi anni ha accolto anche Cina, India, Emirati Arabi e Israele.  Un evento allestito nel giorno del 52° anniversario dello sbarco sulla Luna e in quello del primo volo turistico della Blue Origin di Jeff Bezos. 

Lo spazio sta insomma vivendo una fase di incredibile spinta da grandi investimenti politici e economici: dal turismo spaziale al ritorno sulla Luna e Marte fino alle future missioni per lo studio delle onde gravitazionali.

Anche l'Italia si riorganizza e lo fa con nuovi finanziamenti, nuovi bandi per la ricerca e propone future missioni 100% made in Italy. Sono i tanti temi emersi durante 'Scienza e ricerca spaziale italiana tra passato e futuro' organizzato nella sede dell' Agenzia Spaziale Italiana (ASI) a Tor Vergata.

«Lo spazio ha una rilevanza economica incredibile», ha sottolineato nel suo intervento Maria Cristina Messa, Ministra dell'Università e della Ricerca, che ha partecipato all'evento insieme a Bruno Tabacci, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega alle attività spaziali, e ai presidenti di tutti gli enti nazionali coinvolti nel mondo della ricerca nel settore.

Il fatturato registrato a livello globale del comparto è di 350 miliardi di dollari e potrebbe raggiungere 1000 miliardi entro il 2040, e solo «nel nostro paese abbiamo 200 aziende impiegate su tutta la catena del valore, un fatturato complessivo di 2 miliardi di euro e 7000 unità di personale», ha aggiunto Messa. Oggi, giorno del 52° anniversario dello sbarco sulla Luna con Apollo 11, sono andati nello spazio anche nuovi turisti spaziali, la più anziana e il più giovane di sempre, e si programmano nuove incredibili missioni. 

«Stiamo assistendo a una rivoluzione», ha detto Giorgio Saccoccia, presidente ASI. «È un momento favorevole - ha proseguito - anche per lo spazio italiano dovuto in particolare alle risorse che il governo ha allocato al nostro settore». Ricordando alcuni dei grandi successi scientifici raggiunti in questi decenni grazi alle tante collaborazioni italiane alle missioni internazionali, il presidente ASI ha voluto anche proporre l'idea di far ripartire missioni scientifiche spaziali interamente italiane. Ultimo grande successo fu nel 2007 Agile, il satellite per lo studio di raggi gamma e X nato dalla collaborazione tra ASI e Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN).

«Non vuole essere una proposta 'di bandiera', ovviamente continueremo a partecipare con Agenzia Spaziale Europea, Usa e tutti gli altri nostri partner a missioni di grandissimo respiro», ha specificato Saccoccia. «L'idea - ha proseguito - è quella invece di decidere come Italia, per la parte di scienza italiana, quali sono le grandi sfide dove vorremmo che il nostro paese si posizionasse e possa offrire risposte a guida italiana».

Durante il convegno a cui hanno partecipato anche i presidenti della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e al centro degli interventi sono stati i tanti progetti del passato e del futuro con grande partecipazione italiana, da Cassini e Rosetta fino all'Einstein Telescope che potrebbe nascere in Sardegna e il grande interferometro spaziale per le onde gravitazionali. «Dobbiamo sempre ricordare - ha detto Tabacci - che la ricerca e gli scienziati non sono costo ma investimento, sono i motori dell'innovazione».

La nota dell'Agenzia spaziale italiana

Un viaggio nelle attività spaziali dal passato al futuro, per mostrare come la cooperazione tra enti di ricerca e mondo accademico, sotto il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), abbiano portato il nostro Paese tra le eccellenze del panorama scientifico internazionale. Questo il tema cardine dell’incontro “Scienza e ricerca spaziale italiana tra passato e futuro” organizzato in ASI, in modalità ibrida.   

L’iniziativa è coordinata tra l’Agenzia, gli enti di ricerca - CNR, INAF e INFN - ed il mondo accademico con i quali l’ASI collabora da sempre nel settore della ricerca e della scienza legate allo spazio, finanziando e gestendo la maggior parte dei progetti associati e da essi sviluppati. 

L’appuntamento aperto dal presidente ASI Giorgio Saccoccia, seguito dagli interventi istituzionali del ministro dell'Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche spaziali, l’onorevole Bruno Tabacci.  Ad alternarsi sul palco il presidente della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) professor Ferruccio Resta, del CNR professoressa Maria Chiara Carrozza, dell’INAF Marco Tavani e dell’INFN Antonio Zoccoli. 

Una giornata destinata a riaffermare l’impegno dell’ASI e il suo ruolo di coordinamento delle attività spaziali nei confronti della comunità scientifica. Un dialogo costante e strutturato che è da sempre volto a condividere strategie e acquisire proposte ed idee che possano rendere questo processo quanto più efficace possibile. L’approccio proposto si è articolato in percorsi tematici che hanno valorizzato l’interdisciplinarietà, definendo nuovi approcci formativi e creando reti di ricerca distribuite su tutto il territorio nazionale, con il fine di sviluppare le condizioni per consolidare le eccellenze e le opportunità anche nel settore privato con la costituzione di nuove start-up e PMI. Grazie all’attività di coordinamento condotta da ASI sia in campo nazionale sia in campo internazionale, tramite collaborazioni con le agenzie spaziali più prestigiose, l’Italia ha messo in orbita missioni scientifiche particolarmente ambiziose.    

«Lo spazio è futuro e, come tale, non può che nutrirsi di innovazione, di ricerca e di scienza. - ha dichiarato il presidente ASI Giorgio Saccoccia. - Sono temi, questi, nei quali l’Italia ha una tradizione di eccellenza straordinaria. Le attività spaziali in Italia sono nate grazie ad importanti obiettivi scientifici, nella volontà di alcuni scienziati di altissimo livello di voler tradurre idee in strumenti innovativi e sfruttare tutte le occasioni per far volare tali strumenti scientifici nello spazio. Questo ha dato l’opportunità all’Italia, nel corso di decenni, di partecipare a missioni straordinarie, italiane ed internazionali, e gli scienziati italiani hanno fornito quel valore aggiunto che ha reso uniche queste missioni, grazie al sostegno dell’Agenzia Spaziale Italiana. Stiamo parlando di un processo virtuoso e consolidato che si è realizzato nel corso degli anni attraverso la collaborazione tra ASI, enti di ricerca e università, che sono oggi qui rappresentati in presenza ed in remoto. Quello su cui vorremmo porre attenzione oggi riguarda le grandi sfide della scienza di oggi, per capire dove vorremmo che l’Italia si posizionasse in futuro e dove l’ASI dovrà concentrare le priorità in supporto alla nostra comunità accademica e scientifica». 

Come ha ricordato anche il ministro dell'Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa: «L’Italia si può di certo definire un paese spaziale visto che siamo stati tra le prime nazioni ad aver lanciato dei satelliti, siamo stati tra i fondatori dell’Agenzia Spaziale Europea e oggi ne siamo oggi il terzo paese contribuente. 

Lo spazio è un settore di particolare interesse perché è un’area di grandi investimenti ma anche di grandi ritorni. Un’area dove il mondo della formazione della ricerca e dell’impresa devono viaggiare paralleli ma a volte devono anche incrociarsi creando dei ponti continui. Gli avanzamenti tecnologici che si producono per lo spazio per fare ricerca danno un impatto economico notevole.  

È un settore, quindi, che ha- ha ribadito la ministra -  una rilevanza economica incredibile. Il fatturato registrato dall’industria spaziale globale è di 350 miliardi di dollari. La previsione è che potrebbe arrivare a superare nel 2040 i mille miliardi di dollari. Un’opportunità unica anche per il nostro Paese perché noi abbiamo 200 aziende impiegate su tutta la catena del valore. Abbiamo un fatturato di 2 miliardi di euro con 7000 unità di personale addetto. Un posizionamento di valore decisamente importante. È fondamentale tradurre il PNNR in fatti concreti e dobbiamo farlo subito, in tempi certi. Sono previsti notevoli investimenti che vanno dalla space economy alla vera e propria ricerca spaziale. L’ASI e gli enti di ricerca e le università sono pronti a realizzarli al più presto. Oltre a questi il Ministero continuerà - ha proseguito - a seguire i programmi nazionali come tra gli altri il programma PRORA (Programma Nazionale di Ricerche Aerospaziali). 

Un altro aspetto è quello di rafforzare il sistema di ricerca e formazione in questo ambito». 

Uno sguardo al futuro, chiaro e definito, reso possibile anche dall’attenzione che il governo dedica alle attività spaziali e alle risorse che ha deciso di destinare al settore, come ha ricordato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche spaziali, Bruno Tabacci: «Le prossime sfide che il nostro Paese è chiamato ad affrontare a cominciare dalla presidenza del G20 riguardano anche per lo spazio la piena attuazione del PNNR che dedica al settore 2.3 miliardi di euro. Bisognerà spendere bene queste risorse con onestà e trasparenza e soprattutto puntualità. Se ciò non avverrà noi nel 2026 dovremo restituire questi fondi. Sarà anche l’opportunità di occupare i giovani formati in maniera adeguata che potranno inserirsi in un campo così importante e dinamico». 

Gli appuntamenti del mondo spaziale nel prossimo futuro, solo per citare la missione Artemis e il programma Space Rider, permetteranno alla comunità scientifica italiana avrà altre opportunità per dimostrare, ancora una volta, il suo ruolo di rilievo.  Tra le eccellenze del comparto sono, inoltre, da ricordare quelle espresse nel campo dell’osservazione della Terra con sensori radar ed iperspettrali, nate grazie alla partecipazione a missioni, anche internazionali, nel settore dell’esplorazione del Sistema Solare grazie alla promozione da parte dell’ASI di una stretta e proficua collaborazione tra accademia ed industria.   

La mattina si è articolata con panel di approfondimento dedicati a diversi settori, introdotti dal direttore della Direzione Scienza e Ricerca dell’ASI Mario Cosmo.  Protagonisti dei diversi tavoli scienziati e tecnici di tutta la comunità scientifica nazionale, hanno condotto un vero e proprio  viaggio nelle attività spaziali dal passato al futuro, mostrando come la cooperazione tra enti e università abbia posizionato i nostri ricercatori tra le eccellenze del panorama scientifico internazionale.   In questo viaggio, è stata data particolare enfasi alla trasversalità dei temi e delle tecnologie, per sottolineare la collaborazione tra enti e università, ma soprattutto all’enorme heritage e know-how che hanno permesso all’Italia di avere un ruolo da protagonista nel settore spaziale e nelle sue applicazioni.   

«Questa giornata è importante – ha dichiarato il direttore della Direzione Scienza e Ricerca dell’ASI Mario Cosmo - perché abbiamo iniziato un percorso in un momento molto attivo del settore spaziale. La direzione Scienza e Ricerca è un canale che vogliamo instaurare con tutto il comparto, perché tutto ciò che sarà il PNRR dovrà passare da qui. Auspico che questa giornata si ripeta nel tempo con cadenza periodica perché il dialogo che dobbiamo instaurare è un dialogo strutturato, ricco di contenuti con molte idee su cui confrontarci».  

Paolo Ricci Bitti

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