Sospeso Instagram Kids, il progetto destinato ai minori di 13 anni che già dal suo annuncio qualche mese fa aveva sollevato più di una polemica da parte di associazioni ed esperti. A renderlo noto in un post ufficiale è Adam Mosseri, responsabile della piattaforma social, che precisa come questa pausa darà all'azienda il tempo necessario per «lavorare con genitori, esperti, responsabili politici e regolatori, per ascoltare le loro preoccupazioni e dimostrare così il valore e l'importanza di questo progetto».
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L'ANNUNCIO DOPO LE POLEMICHE
L'annuncio arriva in coda alla bufera sollevata lo scorso 14 settembre dal Wall Street Journal, che ha accusato Facebook (che ha acquistato Instagram nel 2012) di essere già a conoscenza dei problemi di salute mentale che un uso eccessivo di Instagram avrebbe provocato negli adolescenti, specie nelle ragazze, così come emerso da una ricerca interna.
I BISOGNI DEI BAMBINI
Una riflessione che presuppone quello che non vorremmo sentirci dire, e cioè che gli under 13 che spesso di tecnologia capiscono più dei genitori - già riescono ad accedere tranquillamente a quei social, in barba ad ogni disposizione normativa. Ed è proprio questo vuoto che Instagram Kids si proporrebbe di colmare, accorrendo in soccorso di genitori distratti e algoritmi non sempre efficientissimi. Di diverso avviso invece Rosanna Milone, esperta in diritti dei minori e Responsabile dei Progetti presso la Fondazione Carolina, la Onlus che si occupa di prevenzione, formazione e supporto nell'ambito della sicurezza digitale dei minori. «La risposta all'uso distorto della rete non può partire dal digitale», spiega Milone al Messaggero
, «bensì dal recupero delle relazioni autentiche, dalla conoscenza delle proprie emozioni e dal rispetto dei sentimenti altrui». Già quando uscirono le prime indiscrezioni su Instagram Kids il Segretario generale di Fondazione Carolina, Ivano Zoppi, precisò che «i bambini non sono piccoli adulti, ma semplicemente bambini». Un concetto che, secondo Milone, va al di là della questione sicurezza, ma che riguarda piuttosto i comportamenti, i linguaggi e i sentimenti che i ragazzi assimilano in rete. «I bambini avranno tutto il tempo per abitare il web», conclude, «ma prima che possano condividere qualcosa sarebbe meglio se cominciassero a vivere la bellezza e la spensieratezza della loro età. Con meno pressioni possibili».
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