Facebook cambia nome, perché (e quando)? Retroscena, scandali e il nodo del metaverso

La novità sarà per l'azienda "madre" che controlla i social media, che invece manterranno il loro nome (compreso Facebook stesso)

Mercoledì 20 Ottobre 2021 di Marco Prestisimone
Facebook cambia nome, perché (e quando)? Retroscena, scandali e il nodo del metaverso

Rebrand in arrivo per Facebook. Dopo gli ultimi scandali "guidati" dalla voce dell'ex dipendente Frances Haugen, che ha raccolto e pubblicato centinaia di documenti segreti che metterebbero in cattiva luce l'azienda di Zuckerberg, la società avrebbe deciso di prenderne le distanze per evitare che la testimonianza faccia perdere reputazione al brand. Per gli utenti del social media nessun problema: il nome di Facebook lì resterà. A cambiare sarà Facebook Inc., la società che possiede tra le altre anche Instagram, WhatsApp e Oculus.

Una scelta simile a quella di Google di qualche anno fa, che lasciò "Google" solo per il motore di ricerca chiamando Alphabet la società controllante. 

Secondo The Verge, Zuckerberg prevede di rivelare il nuovo nome della società madre alla sua conferenza annuale il 28 ottobre. Ma non è escluso che la novità possa arrivare prima. Il nuovo nome dovrebbe riflettere «l’attenzione della compagnia sulla costruzione del metaverso», una piattaforma informatica del futuro formata da esperienze virtuali interconnesse che utilizzano tecnologie come la realtà virtuale e aumentata.

Il cambiamento permetterebbe all'app e sito di social media di posizionarsi diversamente dall'azienda e di "staccarsi" da quest'ultima, che rimarrebbe una società madre con diversi prodotti. E in più aiuterà il marchio a distaccarsi dalla cattiva pubblicità dovuta alla testimonianze di Haugen. 

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Gli ultimi scandali di Facebook

La mossa potrebbe giovare alla reputazione del colosso californiano, che ha subito colpi su colpi negli ultimi anni. È stato accusato di aver facilitato la diffusione della disinformazione durante le elezioni presidenziali statunitensi del 2016, provocando una serie di udienze del Congresso e cambiamenti politici, tra cui l'introduzione di verificatori di fatti di terze parti e un'ulteriore trasparenza nella pubblicità politica.

Nel 2019, la Federal Trade Commission degli Stati Uniti ha multato Facebook con 5 miliardi di dollari per aver permesso di raccogliere 87 milioni di profili statunitensi per informazioni utilizzate per la pubblicità politica dalla società britannica Cambridge Analytica. Parte di questa pubblicità sarebbe stata utilizzata per aiutare la campagna 2016 dell'ex presidente Donald Trump.

 

Secondo il New York Post, durante le elezioni del 2020 Zuckerberg avrebbe speso 419 milioni di dollari a favore di organizzazioni nominalmente non partisan e non profit che hanno assistito gli uffici elettorali favorendo il voto democratico. È quanto sostiene una analisi del tabloid conservatore controllato da Rupert Murdoch, secondo cui questi soldi hanno aumentato significativamente il margine di voto di Joe Biden in alcuni Stati chiave, come la Georgia e l'Arizona, dove il candidato dem ha vinto rispettivamente di 12mila e 10mila voti.

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Le accuse di Haugen

Di recente l'ex dipendente di Facebook Frances Haugen ha pubblicato una serie di documenti soprannominati "Facebook Files" sul Wall Street Journal. Haugen ha spiegato a "60 Minutes" all'inizio di questo mese che «Facebook, più e più volte, ha dimostrato di preferire il profitto alla sicurezza». In più nel 2018 una modifica dell'algoritmo avrebbe dato priorità ai post divisivi per aumentare l'engagement degli utenti. «Ci costringe a prendere posizioni che non ci piacciono, che sappiamo essere dannose per la società. Sappiamo che se non prendiamo quelle posizioni, non vinceremo nel mercato dei social media», ha detto Haugen, che inoltre ha accusato Facebook di aver stimolato la rivolta del Campidoglio del 6 gennaio. 

Ultimo aggiornamento: 23:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA