Dart, la sonda kamikaze della Nasa ha centrato l'asteroide Dimorphos: le foto (italiane) dell'esplosione riprese da LiciaCube. Rivedi lo schianto

L'impatto avviene a 12 milioni della Terra nella speranza di deviare l'orbita dell'asteroide grande come il Colosseo

Lunedì 26 Settembre 2022 di Paolo Ricci Bitti
Scontro in diretta live fra la sonda kamikaze Dart della Nasa e l'asteroide Dimorphos questa notte: qui le riprese dell'italiana LiciaCube

Picchiata iniziata 40 minuti dopo la mezzanotte di lunedì: a capofitto come un kamikaze contro un asteroide, a oltre 22.530 chilometri orari, senza alcuna speranza di salvarsi e con l'intento di deviarne la traiettoria.

All'una e 14 minuti bersaglio centrato dalla sonda Dart: il primo obbiettivo dell'immaginifica missione è stato raggiunto: forse non faremo la fine dei dinosauri. 

Per l'Armageddon spaziale in versione ristretta, ristrettissima, l'Italia è cronista, anzi, inviata speciale a 12 milioni di chilometri dalla Terra per “coprire” in diretta live l'inedito attacco suicida della sonda Dart (Dardo) al pur innocuo asteroide Dimorphos. Difesa planeteria, difesa di noi umani, si dovrebbe dire, con l'Italia e le sue aziende aerospaziali al posto di Bruce Willis e del suo roboante colossal di fantascienza che la missione della Nasa punta a trasformare in realtà sia pure in scala lillipuziana. C'è anche una super guest star in questa inedita missione: l'astrofisico e chitarrista fondatore dei Queen, Brian May, che affianca i tecnici della Argotec di Torino.

Qui sotto la diretta della Nasa di questa notte

Video

I due asteroidi inquadrati da Dart 

Asteroide sempre più vicino

Asteroide centrato, da 7 km di quota l'ultima immagine (riuscita solo in parte) di Dart prima dell'impatto

L'esultanza nella sala di controllo.

Le foto dell'esplosione realizzate della sonda italiana LiciaCube

Le foto dei telescopi spaziali Hubble e Webb

Il "giochino"

Se digitate Double Asteroids Redirection Test sulle ricerche di Google la sonda Dart...

L'Agenzia spaziale italiana

«È un momento d'oro per le attività spaziali italiane, stiamo investendo tanto nello spazio e si vedono importanti ricadute in termini di missioni e anche di dialogo dell'Italia con i grandi player spaziali nel mondo». A rilevarlo è il presidente dell'Asi, Giorgio Saccoccia, intervenendo alla conferenza stampa a Torino, nella sede di Argotec, per commentare il successo della missione di LiciaCube. «Il messaggio di Thomas Zurbruchen, Associate Administrator for the Science Mission Directorate della Nasa, sottolinea l'impegno e la passione di tutti gli italiani che lavorano nello spazio» ha aggiunto Saccoccia. «LiciaCube ha fatto quello che ci si aspettava» ha aggiunto Saccoccia. «Ora lasciamo la parola agli scienziati» ha osservato il presidente di Asi.

Gli ultimi minuti

Alle 0.55 odierne (martedì) la sala di controllo della missione ha accertato che la telecamera-puntatore Draco di Dart ha inquadrato esattamente il bersaglio. Applausi. La picchiata prosegue "nominalmente" (tutto regolare). E' strabiliante l'idea di riuscire a centrare un bersaglio così piccolo a 12 milioni di chilometri dalla Terra, ovvero un quinto della distanza fra la Terra e Marte quando il pianeta rosso è pià vicino a noi. Oppure trenta volta la distanza Terra-Luna. Una precisione resa possibile anche grazie alla tecnologia italiana: Leonardo ha fornito alla Nasa il sensore d’assetto che ha contribuito a guidare la sonda verso l’impatto contro l’asteroide, un sensore in grado di “puntare” una monetina da un euro e 2,5 chilometri di distanza. 

All'1.10 mancano 1.600 chilometri al bersaglio

All'1.14 Dart manda il suo epitaffio, l'immagine del suolo dell'asteroide su cui si sta per schiantare con la forza equivalente a una carica da 2 a 4 tonnellate di tritolo. Le foto panoramiche di LiciaCube sono attese in mattinata. Un clamoroso successo per l'umanità dicono dalla Nasa con nemmeno troppa enfasi. Pochi minuti dopo il messaggio di Bill Nelson, orgoglioso capo della Nasa: "Un nuovo traguardo dell'esplorazione spaziale è stato raggiunto".

Il reportage di LiciaCube

"L'entusiasmo è alle stelle" dice Simone Pirrotta, responsabile della missione LiciaCube per l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi). 

L'acquisizione delle immagini "è il più importante ritorno previsto dalla nostra missione", ha detto ancora Pirrotta, che sta seguendo la missione dal Centro di controllo a Torino affiancando i colleghi del Laboratorio di Fisica applicata della Johns Hopkins University e della Nasa. E' infatti "il segno evidente che la traiettoria è stata quasi esattamente quella prevista, che il sistema di puntamento ha lavorato bene e che le fotocamere hanno acquisito le foto previste", ha aggiunto.
"E' anche il frutto del lavoro di una bella squadra: per cinque anni ci siamo sentiti quasi ogni giorno", ha osservato riferendosi al gruppo di lavoro che ha partecipato alla missione italiana e del quale, con Asi e Argotec, fanno parte Istituto Nazionale di Astrofisica, Politecnico di Milano, Università di Bologna, Università Parthenope di Napoli e Istituto di Fisica Applicata 'Nello Carrara' del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ifac).

Ricapitolando, esattamente come calcolato dalla Nasa,  all'1.14 (ora italiana) di martedì 27 settembre la sonda Dart (Double Asteroid Redirection Test, fate conto un Suv ma pesante solo 530 chili) della Nasa si è schiantata contro il piccolo asteroide Dimorphos (160 metri di diametro, fate conto il Colosseo) per cercare di deviarne la traiettoria mentre il minisatellite LiciaCube (fate conto due scatole da scarpe, 13 chilogrammi) dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) sorvoleva a circa 60 chilometri di quota il luogo della collisione per catturare le primissime immagini e i dati: un fotoreporter spaziale sotto gli occhi di Didymos, anzi "65803 Didymos", l'asteroide principale (700 metri di diametro) di questo "sistema binario", attorno a quale, a meno di due chilometri, ruota Dimorphos compiendo un'orbita completa in 11 ore e 54 minuti. Ecco: se i calcoli della Nasa sono esatti, il sacrificio di Dart deve alterare questi tempi di almeno l'1% (poco più di 10 minuti) dimostrando che è possibile modificare la traiettoria di un asteroide. Si parla di pochissimi metri di scarto che saranno rilevati - se ci saranno -  in molti mesi di osservazioni da decine di telescopi terrestri, compreso quello di Asiago. Insomma, sarebbe la prima dimostrazione che con la strategia dell'impattatore cinetico ci si può difendere dall'arrivo di un asteroide che minaccia la Terra.  Purtroppo per loro, i dinosauri, ad esempio, non ci avevano pensato.

L'Agenzia spaziale italiana

«È un momento d'oro per le attività spaziali italiane, stiamo investendo tanto nello spazio e si vedono importanti ricadute in termini di missioni e anche di dialogo dell'Italia con i grandi player spaziali nel mondo». A rilevarlo è il presidente dell'Asi, Giorgio Saccoccia, intervenendo alla conferenza stampa a Torino, nella sede di Argotec, per commentare il successo della missione di LiciaCube. «Il messaggio di Thomas Zurbruchen, Associate Administrator for the Science Mission Directorate della Nasa, sottolinea l'impegno e la passione di tutti gli italiani che lavorano nello spazio» ha aggiunto Saccoccia. «LiciaCube ha fatto quello che ci si aspettava» ha aggiunto Saccoccia. «Ora lasciamo la parola agli scienziati» ha osservato il presidente di Asi.

Fonte Esa: l'asteroide Dimorphos

I dati, da quelle distanza impiegano almeno 5 minuti ad arrivare e bisogna sperare che fra le foto scattate in automatico a intervalli regolari da LiciaCube ci siano quelle dell'impatto che durerà un amen e anche meno. Uno sbuffo di polvere di asteroide è nei desideri delle centinaia di scienziati e tecnici che hanno lavorato al progetto. Se ne saprà qualcosa, però, solo nella mattina di martedì, quando le immagini saranno stato elaborate. Le prime foto con una Terra nascente sullo sfondo stellato delle Pleiadi sono incoraggianti: dimostrano che la sonda italiana funziona e sta bene dopo un viaggio così avventuroso.

La Terra fotografata da LiciaCube; sotto spiccano le Pleiadi della costellazione del Toro

Dart e LiciaCube sono partiti il 24 novembre 2021 dalla California, portati fra le stalle da un razzo Falcon9 di SpaceX. Detto che una sonda italiana non si era mai spinta così lontano, LiciaCube è il frutto della collaborazione di Istituto Nazionale di Astrofisica, Politecnico di Milano, Università di Bologna, Università Parthenope di Napoli e Istituto di Fisica Applicata 'Nello Carrarà del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ifac). LiciaCube, che nei giorni scorsi si è separato da Dart, è già vicina a un primato: diventerà «il primo satellite tutto italiano a operare in totale autonomia da una distanza alla quale nessun veicolo italiano si era mai avventurato, e che sarà gestito da un centro di controllo in Italia», ha detto Simone Pirrotta, responsabile della missione LiciaCube per l'Asi.

Il fotoreporte dispone di due telecamere: Leia (Liciacube Explorer Imaging for Asteroid) e Luke (Liciacube Unit Key Explorer). Sì, siamo dalle parti di Star Wars.

Sono missioni che richiedono anche un paio di decenni di preparativi, a cominciare dai calcoli. E poi bisogna mettere a punto strumentazioni che richiedono tecnologie al momento dell'avvio degli studi non ancora disponibili e che vanno inventate strada facendo. Studi scientifici e tecnologici e anche molta fede, insomma.

L'ultima volta che il "sistema binario" Didymos e la sua Luna Dimorphos si sono relativamente avvicinati alla Terra risale al 2003, quando transitarono a 5 milioni di chilometri, 12 volte la distanza fra il "nostro" pianeta e la "nostra" Luna. 

Asteroide Dimorphos, gli ultimi minuti prima della collisione della navicella spaziale DART

Qui il video-rendering della missione

Come avvenuto con la missione Rosetta, a caccia della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, considerata dal Times la più grande impresa del genere umano,  e poi anche con gli asteroidi Bennu e Ryugu, si tratta più o meno di fare canestro al Madison di New York tirando una "bomba" dal finestrino di un'auto lanciata a tutta velocità sul Grande raccordo anulare di Roma.

Qui la diretta dell'Agenzia spaziale italiana con Luca Parmitano e Licia Colò

Questi due asteroidi non sono fra quelli considerati potenzialmente, molto potenzialmente, pericolosi per la Terra. L'elenco di quest'ultimi viene continuamente aggiornato dalla Nasa e, per adesso e per molte generazioni future, possiamo stare tranquilli. Ma siccome si parla di numeri tendenti all'infinito non si può escludere l'arrivo di qualche nuovo protagonista delle traiettorie che possono incrociare l'errare della Terra, come racconta con grandi capacità didattiche lo stesso Brian May che ha alternato la carriera nei Queen con quella di astrofisico esperto di asteroidi.

 

Saranno le immagini acquisite dal "cameraman" dell'Argotec a fornire "di persona" elementi unici  e rilevanti anche per la misura della deflessione orbitale dell'asteroide. L'orbita attorno al Sole del "sistema binario" li fa transitare abbastanza "vicino" alla Terra da permettere ai telescopi di osservare le conseguenze della collisione di Dart e calcolare quanto la missione sia stata efficace nel modificare la traiettoria di Dimorphos a seguito dell’impatto. La variazione del periodo di rivoluzione di quest’ultimo intorno al suo più massiccio compagno roccioso verrà misurata nelle fasi immediatamente successive all’impatto e poi in maniera cumulativa per i mesi e gli anni successivi. In aggiunta a quanto rilevato da Terra.

Paolo Ricci Bitti

L'Italia entra in gioco anche per la seconda missione, questa volta tutta europea, diretta verso Dydimos e la sua Luna. Con la sonda madre Hera saranno inviati nel 2024 anche due CubeSat, compreso Juventas che sarà il primo strumento in assoluto ad utilizzare un radar a bassa frequenza per investigare la struttura interna di un asteroide.

L'Italia è alla guida di Hera per quanto riguarda i sottosistemi di alimentazione e propulsione della missione, e fornisce  il transponder per lo spazio profondo che permetterà l'esperimento radio-scientifico della missione.

L'Italia guida inoltre il CubeSat (realizzato Tyvak International a Torino) di prospezione mineraria, che prende il nome dello scienziato Andrea Milani, profondo studioso di asteroidi, scomparso nel 2018.

 

 

Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 12:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA