Bambini e Alexa, ecco come dimenticano che si dice «per favore»

L’interazione con gli smartphone ha fatto perdere le buone maniere. I giovani incapaci di leggere il linguaggio del corpo e le intonazioni della voce

Sabato 1 Ottobre 2022 di Vittorio Sabadin
Bambini e Alexa, ecco come dimenticano che si dice «per favore»

L’università di Cambridge ha notato che i bambini sono sempre più maleducati e ne dà la colpa anche agli assistenti vocali come Alexa, Google Home e Siri, ai quali ci si può rivolgere senza chiedere per favore o dire grazie.

Il dottor Anmol Arora, docente del rinomato ateneo inglese ed esperto di pedagogia infantile, ha pubblicato su Archives of Disease in Childhood un articolo la cui lettura dovrebbe essere resa obbligatoria a tutti i genitori. L’intelligenza artificiale è entrata nelle nostre case, ci aiuta a gestire la nostra vita ed è di grande beneficio alle persone sole. Ma sui bambini ha un effetto pericoloso, che può influenzare lo sviluppo cognitivo e la crescita fino all’età adulta. Un bambino maleducato lo sarà anche quando dovrà relazionarsi con gli altri, avere una vita sociale, farsi degli amici e trovare un lavoro, tutti aspetti dell’esistenza umana nei quali le buone maniere prevalgono ancora su quelle cattive.

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LA QUOTIDIANITÀ ONLINE
Il fatto che quando ci si rivolge a Siri non bisogna ringraziare o chiedere per favore è ovviamente solo la punta dell’iceberg di un problema più vasto. I bambini finiscono con il percepire gli assistenti vocali come amici. Devono rivolgersi a loro salutandoli, dicendo ad esempio “Okay Google!”, e si sentono rispondere da una voce artificiale suadente. È inevitabile che un ragazzino finisca con l’antropomorfizzare la macchina, che diventa un essere umano con il quale non è necessario essere educati. Non solo: interagendo con l’intelligenza artificiale i bambini perdono la capacità di interpretare le sottigliezze comunicative del tono di voce e del linguaggio del corpo, e non ricevono risposte adeguate se si comportano in modo inappropriato. Alexa, Siri e Google Home sanno quasi tutto e ci semplificano la vita, anche troppo. Quando un bambino chiede loro un’informazione, riceve una risposta rapida e sintetica. Se la stessa informazione è chiesta ad un adulto, la sua risposta sarà molto più articolata, e verrà inserita in un contesto che valuta il modo di ragionare del bambino e lo aiuta nell’arricchimento della sua conoscenza.


DANNI ALLA PERSONALITÀ
Molti sociologi sono convinti che i dispositivi elettronici che usiamo stanno aumentando il livello di aggressività e di maleducazione nella nostra società. Online si dicono e scrivono cose che non si direbbero mai di fronte alla persona presa di mira. I social creano tribù di “amici” che si sostengono l’un l’altro con faccine e pollice ok anche quando viene usato un linguaggio aggressivo e scurrile che nel secolo scorso era vietato in ogni famiglia, pena severe punizioni. La maleducazione, scrive il dott. Arora, si diffonde oggi molto presto, perché i bambini vengono sempre più spesso lasciati soli davanti a dispositivi elettronici che non richiedono buone maniere per svolgere il loro lavoro. I confinamenti del Covid hanno accelerato il fenomeno e bisogna che i genitori intervengano prima che sia troppo tardi. Ma forse è già tardi: i ragazzi che vanno insieme a cena solo per consultare ognuno il proprio telefonino sono il segno più tangibile che qualcosa è già cambiato, e che stiamo perdendo la capacità di parlarci, di leggere il linguaggio del corpo e l’intonazione della voce, vale a dire le caratteristiche che hanno permesso dalla preistoria a oggi la convivenza tra gli esseri umani. 
 

Ultimo aggiornamento: 08:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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