«Sono Guybrush Threepwood, un temibile pirata». Per molti ragazzini, cresciuti a cavallo fra gli anni 80 e 90, bastavano queste parole, accompagnate dalle note di un motivo dal sapore caraibico estremamente orecchiabile, per proiettarsi in un mondo di avventure, di enigmi, di narrazione e di ironia. The Secret of Monkey Island, primo capitolo di una delle saghe videoludiche più divertenti e rivoluzionarie di sempre, esordì su Pc, Atari ST e Macintosh il 15 ottobre 1990.
Il videogioco, prodotto dalla LucasArts di George Lucas e sviluppato da Ron Gilbert, Tim Schafer e Dave Grossman (con le musiche, strepitose, di Michael Land), dimostrò che i videogame non erano solo una sfida di abilità nel digitare sequenze di tasti, ma un mezzo con una potenza narrativa pari, se non superiore, al cinema.
Ma ciò che lo rese immortale fu l'ironia, e il fatto che i personaggi si rivolgessero direttamente al giocatore, ricordandogli di avere a che fare con un gioco e scherzandoci su. E poi, il colpo di genio: trasformare i duelli con la sciabola in duelli di battute fulminanti. Ricordando che la lingua, se usata con astuzia, può essere molto più tagliente di qualsiasi spada.
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