Musk factor, assalto al trono di Twitter: ecco Bluesky e Artifact

Boom dell'Ai e l'acquisizione del social da parte del tycoon hanno spinto vecchi e nuovi competitor a lanciare app più evolute

Mercoledì 15 Marzo 2023 di Mauro Anelli
Musk factor, assalto al trono di Twitter: ecco Bluesky e Artifact

Dopo la rumorosa acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk e i primi incerti passi di Zuckerberg nel Metaverso, l’universo social network è diventato un campo di battaglia dove le parole chiave sono diventate decentralizzazione e intelligenza artificiale, con in gioco competitor di alto livello.

In prima fila c’è il progetto dell’ex ceo e co-fondatore di Twitter, Jack Dorsey, che ha lanciato la sua nuova piattaforma Bluesky sull’app store, con accesso per ora soltanto ad invito.

La user experience e l’aspetto grafico sono molto simili a Twitter, ma la filosofia è offrire l’accesso alla rete e ai suoi servizi in modo più trasparente, non mediato da grandi aziende tecnologiche come Meta, Google o Apple.

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I PUNTI DEBOLI

 Dorsey punta in modo sfacciato sull’antipatia generata da Elon Musk, diventato quasi un tirannico moderatore di un forum invece che il ceo di una big della Silicon Valley, offrendo ai suoi futuri clienti la promessa di archiviare i contenuti su una blockchain e su server indipendenti, invece di blindarli su server centralizzati controllati da una singola azienda, garantendo maggiore privacy e sicurezza e cancellando il rischio di censure unilaterali da parte dei proprietari delle piattaforme. Una tematica, quella della censura, molto sentita in America, con Dorsey che ha da sempre affermato in linea di principio che nessuno dovrebbe possedere un social come Twitter, ma essere controllato dai suoi utenti per renderlo ampiamente inclusivo. Gioca anche un fattore decisivo nell’azzardo di Dorsey la certezza che Twitter non sarebbe in grado di cambiare la sua architettura per problematiche tecniche e si può approfittare di questo aspetto per far apparire un po’ obsoleto e poco affidabile il social di Musk.

L’ESEMPIO DI MASTODON

Bluesky tuttavia non è la sola iniziativa che prova il tiro a segno all’uccellino azzurro. La più famosa soprattutto tra i nerd delusi da twitter è Mastodon. Nata nel lontano 2016 finora ha avuto una crescita contenuta con una base attuale di 8 milioni di utenti sparsi in migliaia di server indipendenti, ma gli sviluppatori della piattaforma lavorano costantemente per aggiungere nuove funzionalità per una vivace community su cui guardare al futuro con un po’ di ottimismo. Dall’altro lato della barricata c’è anche Meta che lavora ad un social decentralizzato - nome in codice P92 - da affiancare a Instagram. Zuckerberg sta cercando di capire come fare business con un modello simile, dove l’utente ha una AI come angelo custode che ne tutela la privacy e i dati sensibili. Ma è anche un tentativo di restyling di immagine sui mercati con un progetto innovativo, consapevole che nonostante le opinioni che vedono il “vecchio” Facebook in crisi di mezz’età, ha ancora nel portafoglio due miliardi di utenti attivi che producono redditi monumentali.

MI MANDA INSTAGRAM

In campo è scesa anche la coppia dei cofondatori di Instagram, Kevin Systrom e Mike Krieger, con il recente lancio di Artifact, un social di informazione che sfrutta algoritmi di machine learning per aggregare le news secondo le nostre abitudini, garantendo un robusto fact checking anti bufale. L’app apparentemente somiglia ai soliti aggregatori di notizie, ma il salto tecnologico e la capacità evolutiva già dimostrata da esperienze come ChatGPT, dovrebbe aiutarla ad attirare utenti sempre più sofisticati, con un’offerta di contenuti che va dalle grandi griffe dei media, come New York Times, Vogue, Financial Times, ai blog di nicchia. Restano ancora però molti dubbi sul maneggiare l’AI per stabilire i gusti delle persone, soprattutto se entriamo nel campo dell’informazione dove si rischia di essere rinchiusi in una gabbia di argomenti generata da nostri stessi click. L’ispirazione è arrivata dal modello TikTok, dove l’algoritmo prevede quello che potrebbe interessarci e ce lo propone. Ma si accorge se non ci piace e imparando dai suoi errori ci offre delle alternative. Un salto tecnologico che ha reso il social cinese l’app più scaricata del mondo. Artifact vuole implementare questa impostazione, con la capacità di capire quanto tempo dedichiamo alla lettura di articoli e post, inserendolo come variabile qualitativa nel menù personalizzato che confeziona e aggiorna in tempo reale. La sfida è lanciata, e anche se stavolta non parte da quattro amici in un garage californiano non c’è garanzia di successo, come recentemente ha dimostrato l’esperienza di Clubhouse, la famosa app audio diffusasi sotto pandemia che si è vaporizzata così come era balzata in testa alle classifiche. Perché non basta essere primi in un contesto dove la prassi dei Big è stata quella di disinnescare le nuove idee inglobandole nelle loro piattaforme. Ma l’entrata in gioco molte variabili - dal Musk pensiero alla crescita delle nuove tecnologie - dipinge uno scenario un po’ meno scontato, dove il finale è ancora da scrivere. E non è escluso che a farlo sarà una Intelligenza artificiale.

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Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 07:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA