Meta-shopper, il cliente del futuro: così cambia il modo di fare acquisti

Mercoledì 20 Aprile 2022 di Michele Boroni
Gatty Images

Come faremo shopping nel futuro prossimo?

La domanda non è così fuori luogo, anche perché in questi ultimi due anni sono molto cambiate le nostre abitudini di acquisto. Si tratta di trasformazioni che era previsto si verificassero nel prossimo lustro, ma che il lungo periodo di lockdown ha fortemente accelerato. L’e-commerce, il delivery, gli acquisti personalizzati, le recensioni e le raccomandazioni dei negozi rappresentano ormai delle esperienze comuni a tutti.

Proprio in funzione di questi cambiamenti possiamo dire che è mutata anche la figura del consumatore, che oggi assume un ruolo un po’ più partecipativo e attivo. Per questo Nextatlas, realtà torinese che monitora e analizza le tendenze sociali e di consumo attraverso l’intelligenza artificiale e l’osservazione di un pool di oltre 300mila fonti social di anticipatori e early adopter (ovvero coloro che per primi parlano di fenomeni che poi diventeranno mainstream), ha deciso di coniare un nuovo termine, meta-shopper. La parola allude non solo all’avvento del fantomatico metaverso, ma contiene anche un riferimento più ampio sull’etimologia del prefisso “meta”, che dal greco significa evoluzione, metamorfosi, ma anche superamento dei limiti, mentre in chimica viene utilizzato per definire la complessità.

L’ORIENTAMENTO

Sulla base di questo, Nextatlas ha identificato sette tendenze: tre le stiamo già vivendo oggi e ci sono familiari, mentre le altre quattro ci aspetteranno nel futuro ma i cui segnali si notano anche oggi. Il concetto di omnicanalità, ovvero l’incrocio tra canali di vendita fisici e digitali nelle conversazioni nell’ultimo anno è cresciuto del 65%, come pure le cosiddette “raccomandazioni personalizzate” (+47%) fatte dagli utenti sui social e sui siti specializzati che ormai funzionano più delle pubblicità. Inoltre gli stessi social network stanno funzionando come canali di vendita: ad esempio attraverso i cosiddetti Live Streaming Shopping, popolarissimi in Cina e in Usa in piattaforme come WeChat e Instagram, dove anche l’utente crea contenuti e agisce da micro-influencer. I trend del futuro prossimo partono proprio da queste tre tendenze consolidate e prendono quindi spunto da ciò che ci è successo in questi ultimi due anni di pandemia in cui abbiamo ricominciato ad andare nel negozio sotto casa (“di prossimità”): contro quello che si pensava cinque anni fa, il negozio fisico resisterà ma «si deve adattare alle specificità del contesto locale – racconta Elena Marinoni, senior trend researcher di Nextatlas –, quindi vedremo sempre più spazi fisici piccoli che restituiscono qualità e intimità e che non si occupano solo di vendita, ma ospitano workshop, eventi, esperienze memorabili di prodotto non delegabili alla dimensioni online».

LA PROSPETTIVA

L’altro trend dello shopping futuro ha una forte base etica di sostenibilità ma anche il bisogno di risparmio. Si chiama Re-Commerce e ha a che fare con il ciclo di vita di un prodotto e la sua durevolezza nel tempo. «Molti negozi e brand punteranno sulla fase post-vendita e quindi su riparazioni, modifiche, personalizzazioni, autenticazioni, servizi di pulizia specializzata che sono gradite al meta-shopper e che permettono al brand di avere una nuova relazione di valore» continua Elena Marinoni. Tra i casi recenti c’è l’app Digital Aftercare Zalando dedicata a un sistema di prenotazione di servizi post-vendita. Il bisogno di gratificazione istantanea, di minimizzare i tempi morti e di sicurezza in tema di distanziamento sociale sono alla base del trend Quick Commerce. «Oggi il meta-shopper desidera la consegna ultrafast, che significa al massimo un’ora, ma meglio una manciata di minuti – puntualizza la Senior Trend Researcher di Nextatlas – Questo vuol dire che i retailer si devono organizzare con una gamma limitata di articoli tra cui scegliere, una squadra di bikers e, soprattutto, poter fare affidamento a piccoli magazzini di stoccaggio (chiamati negozi cloud) distribuiti in modo tattico nelle grandi città. Un esempio che funziona è Gorillas, in Germania, che gestisce il servizio in 55 città in nove paesi con 4 milioni di ordini negli ultimi sei mesi con tempi di consegna di 10-15 minuti. E per ultimo arriviamo al Meta-Retail, ovvero all’esperienza di shopping nel Metaverso, che sarà abilitato dalla convergenza di tutta una serie di tecnologie come 5G, spatial computing, realtà virtuale e aumentata, cryptomonete e blockchain. «I digital collectibles, gli avatar e gli NFT e le nostre repliche smart e viruali digital tween saranno gli elementi che caratterizzeranno sempre più questo scenario» conclude Elena Marinoni. Gli esempi già oggi si moltiplicano come quello di Samsung che ha aperto una copia fedelissima del suo flagship store newyorkese a Decentraland (Samsung 837x) e offre un percorso interattivo e basato sulla gamification per conoscere i nuovi prodotti, ma anche per fare co-creazione in ambito musicale con dj e producer. 

Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 09:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA