Italiani digitali? Rapporto Auditel-Censis: è la televisione di casa la porta di accesso per il futuro

Mercoledì 18 Gennaio 2023 di Paolo Travisi
Italiani digitali? Rapporto Auditel-Censis: è la televisione di casa la porta di accesso per il futuro

L'Italia è un Paese sulla via della digitalizzazione avanzata.

La rete è uno strumento indispensabile per il mondo del lavoro; garantisce l’accesso all’informazione, permette di affacciarsi alle relazioni sociali e consolidarle, è la chiave per le nuove frontiere di intrattenimento. Lo raccontano i numeri. In Italia ci sono 120 milioni di schermi, cinque per ogni famiglia, di cui 48 milioni sono rappresentati dagli smartphone, più numerosi dei 43 milioni di televisori. È quanto emerge dal Quinto Rapporto Auditel-Censis, “La transizione digitale degli italiani, finestra sui cambiamenti sociali, filtrati dall’accesso al digitale”.

Sono oltre 93 milioni i dispositivi connessi alla rete nelle case degli italiani e 16,7 milioni sono smart tv o tv con device esterni che le connette alla rete. La ricerca Auditel-Censis sottolinea che dal 2017, il numero di apparecchi tv connessi è cresciuto del 210,9%. La cara, vecchia televisione, da sempre regina del salotto, sin dai tempi del bianco e nero e del tubo catodico, oggi, per molte famiglie, rappresenta la porta d’accesso al digitale.

IL RAPPORTO

«La centralità della tv fa da motore al processo di trasformazione del Paese in chiave digitale, spinta da una crescente adesione alla banda larga, che si configura sempre più come bene di prima necessità e non più accessorio», sottolinea Andrea Imperiali, presidente di Auditel, commentando i dati emersi dal Rapporto. «Inoltre, un ulteriore aumento delle dotazioni – in particolare degli smartphone e delle Smart Tv – ha innalzato il numero degli schermi connessi al picco di circa 100 milioni». Il Rapporto è basato sulla ricerca di base Auditel che ha tre obiettivi: accertare la reale struttura e fisionomia delle famiglie, fotografare la società italiana in tutte le sue dimensioni e individuare le potenziali famiglie-campione del Superpanel Auditel.

L'Italia digitale passa (anche) dal PNRR: il rapporto Auditel-Censis

«Negli ultimi anni il digitale è definitivamente entrato a far parte della quotidianità degli italiani e il Censis lo sta raccontando con Auditel, ribadendo anche la centralità della televisione, che oggi è smart», è il pensiero del presidente del Censis, Giuseppe De Rita, secondo cui «i prossimi cinque anni saranno decisivi per promuovere l’inclusione di chi è rimasto fuori dal digitale. Per tale ragione, è fondamentale portare ovunque la banda larga e sostenere la domanda di connessione dei più fragili».

Entrando nel dettaglio della ricerca, emerge che smart tv, smartphone e pc trainano la spesa degli italiani, tanto che dal 2008 a oggi, esse sono le uniche voci di spesa che sono cresciute anche nel periodo più nero della pandemia e del lockdown. Una crescita significativa testimoniata dal boom degli schermi connessi, superiori al numero delle persone che vivono in media in una famiglia. Si pensi che ci sono 5 schermi connessi in ogni nucleo familiare, che conta 2,5 individui e ciò significa che oggi in molte case ci sono più schermi che individui. Appena sei anni fa, nel 2017, gli schermi connected erano 74 milioni; oggi Auditel-Censis ne hanno certificati oltre 93 milioni, mentre gli smartphone sono 48 milioni, sei milioni in più rispetto al 2017. Dunque, numeri alla mano, si potrebbe considerare la quasi completa digitalizzazione delle famiglie italiane, con l’87,2% del totale con almeno un device connesso in casa (una smart tv, uno smartphone, un computer o un tablet). Resta uno zoccolo duro, rappresentato da circa 3 milioni di persone, per la quasi totalità over 65, non ancora collegate, tra cui quasi 2 milioni di famiglie che possiedono solo la tv tradizionale, non hanno smartphone, solitamente anziani soli, senza accesso alla connessione. Ci sono ancora 3 milioni e 500 mila televisori che risalgono a prima del 2011, non compatibili con il passaggio al digitale terrestre di seconda generazione. A questi vanno aggiunti oltre 11 milioni di televisori di cui non è possibile ricostruire con esattezza la data dell’acquisto e che potrebbero non essere in grado di supportare la nuova tecnologia. I prossimi cinque anni si annunciano determinanti per recuperare le sacche di esclusione e di marginalità dalla vita digitale e lo switch-off, in tal senso, è certamente un’opportunità.

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Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 17:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA