Calcio e tecnologia si “annusano” da anni. Si sono inseguiti, cercati e ora definitivamente trovati. Un binomio perfetto: uno mette a disposizione il suo contenuto vincente, l’altra ha la formula che fa presa sul target dei giovanissimi. Nasce così la eSerie A Tim, campionato di calcio virtuale a cui prendono parte le squadre della Lega Serie A che si appresta a vivere la sua prima stagione ufficiale.
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LE SQUADRE
Non a caso non tutte le squadre parteciperanno a entrambi i campionati. Juventus (pioniera degli eSports) e Roma hanno firmato un contratto con Konami che li impegna a essere presenti come squadra ufficiale solo su Pro Evolution Soccer. I giallorossi inoltre hanno deciso di ampliare anche la divisione eSport in collaborazione con Mkers, la più rilevante realtà nostrana dedicata al mondo del gaming competitivo, la quale vanta tra gli investitori principali proprio due romani, romanisti d’eccezione: Daniele De Rossi e Alessandro Florenzi. L’Inter e la Lazio parteciperanno a entrambe due le competizioni. I biancocelesti sono l’unica società ad aver un gamer tifoso: Adriano: “adriancz23” Ciacci. Il Milan sarà solo nella lega di FIFA, ma può contare sul giocatore più desiderato d’Italia e numero uno al Mondo Diego “Crazy Fat Gamer” Campagnani, strappato quest’anno ai cugini nerazzurri. Gli eCalciatori hanno anche una figurina dedicata nell’album dei Calciatori Panini. L’unica formazione a non partecipare alla eSerie A TIM è il Napoli.
LO SCENARIO
Per capire questo fenomeno bisogna analizzare come sta cambiando la fruizione dello sport. La visione della partita per 90 minuti seduti sul divano davanti alla tv è un qualcosa che appartiene al secolo scorso. Seguire una partita di calcio sta diventando sempre di più un’esperienza social, che avviene con un secondo schermo (smartphone o tablet) acceso per commentare, consultare app, cercare statistiche in tempo reale. Il diktat è: contenuti veloci. La soglia d’attenzione è molto bassa. Il tempo dei giovani viene parcellizzato: 10 minuti su un social, 5 su un video, altri 10 su un altro social. Quello che ha fatto riflettere i grandi club è che non è diminuito l’audience della fascia più giovane ma semplicemente la partita di calcio è stata vista in maniera differente. Ecco perché i grandi club, complice anche lo stop al campionato del 2020 e gli stadi ancora vuoti, investire sui social e sugli eSport è diventata una necessità. Senza il suo contenuto vincente il calcio si è alleato con la tecnologia. Un mare dove pescare nuovi tifosi. O meglio followers. Il tradizionale rito di passaggio padre-figlio si è perso. Oggi i giovani conoscono le squadre, i giocatori, le loro skills attraverso i videogiochi. Non a caso un’industria da 240 miliardi di dollari. Eh già perché i social tradizionali Facebook e Instagram non bastano più. Oggi ci sono piattaforme dove si interagisce direttamente. Dove i videogiochi sono protagonisti. Basti pensare a Twitch che nel 2019 ha fatto registrate qualcosa come una decina di miliardi di ore di visioni. O TikTok dove l’hashtag #calcio ha più di 2 miliardi di visualizzazioni. Oltre ai team per giocare le varie squadre hanno messo a punto anche altre strategie. L’Inter ha creato una media house che produce contenuti per tutti i social e in diverse lingue. «Siamo stati i primi in Europa ad arrivare su TikTok, una scelta per allargare la fanbase anche a livello di genere», il Milan sono poi andate oltre, con accordi con Google e Amazon per portare i cori dello stadio nelle case attraverso gli smart speaker, con Apple Music e Tidal per le playlist dei giocatori.