Dieta, prodotti nutraceuti per stare in salute: ecco cosa sono. L'evoluzione Dop dell'alimentazione

Mauro Rosati, direttore generale della Fondazione Qualivita: «Cibo di qualità significa avere caratteristiche codificate e orientate al benessere»

Mercoledì 15 Marzo 2023 di Carlo Ottaviano
Dieta, prodotti nutraceuti per stare in salute: ecco cosa sono. L'evoluzione Dop dell'alimentazione

Le pecore che pascolano in Sardegna da secoli sulle stesse ripide rocce adesso “parlano” in inglese, o almeno così fanno i ricercatori di Agris e gli allevatori del Consorzio Igp Agnello sardo: col progetto Life Green Sheep (che riduce l’impronta di carbonio della carne e del latte) hanno vinto la prima edizione del premio Italia Next Dop.

Il futuro, declinato con parole diverse (sostenibilità, nutraceutica, marketing e altre ancora), è anche tra i panettieri che davanti al forno ripetono gli stessi gesti dei loro nonni o tra i casari che oggi fanno esattamente quel che Polifemo faceva già nella notte dei tempi.

Tutti consapevoli che il fascino della tradizione è ingrediente essenziale del made in Italy, il cibo più desiderato al mondo. «Ma fermi non si può restare, perché siamo di fronte – afferma Mauro Rosati, direttore generale della Fondazione Qualivita – a un momento di grande evoluzione del sistema agroalimentare italiano che oltre alla sfida della transizione deve affrontare gli attacchi internazionali». La realtà di oggi, tradotta in numeri, indica 846 prodotti a denominazione protetta (320 Dop, Igp e Stg nel cibo e 526 Dop e Igp nel vino) che fanno dell’Italia il Paese al mondo col più alto numero di alimenti tutelati (la Francia ne ha 686, la Spagna 336). Il giro d’affari ammonta a 19,1 miliardi di euro con esportazioni per 10,7 miliardi che sono il traino e la punta di diamante del made in Italy. Il punto di forza è l’essere non delocalizzabili, perché radicati da sempre nei territori di origine dove sono coinvolti 198.842 operatori. «Le nostre filiere – racconta Rosati – hanno una nuova visione della qualità e grazie anche alla ricerca scientifica stanno evolvendosi per rimanere leader sui mercati».

Per questo, per la prima volta, a Roma, i rappresentanti dei 291 consorzi di tutela si sono incontrati non per parlare di gusto, abbinamenti, volatilità e aromi nel vino, ma in un simposio scientifico con al centro 90 progetti selezionati dalla Fondazione Qualivita. «Investire nella ricerca – ha confermato il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida – vuol dire puntare a essere sempre più competitivi e sostenibili e ancora più capaci di competere sul piano internazionale e sui grandi mercati che hanno voglia di Made in Italy». «Cibo di qualità significa – spiega Rosati – avere anche caratteristiche nutrizionali ben codificate e orientate al benessere». A tal punto che dalla ricerca sulle Dop italiane sono nati prodotti nutraceutici (parola che deriva da nutrizione e farmaceutica).

GLI ESEMPI

 Tantissimi gli esempi. Il dipartimento di Farmacia della Federico II di Napoli ha trasformato l’inutile siero di scarto della lavorazione della mozzarella di bufala in utilissime capsule contro le infiammazioni gastrointestinali. «Tre mesi fa – racconta il direttore del Consorzio Pier Maria Saccani – è stato concesso il brevetto a una composizione per la riduzione della permeabilità intestinale». I ricercatori dell’Università di Napoli (coordinatrice Maria Daglia) hanno anche estratto dal radicchio rosso Igp di Treviso diversi componenti attivi nel contrastare lo sviluppo di carie e gengiviti. Se una mela al giorno toglie il medico di torno, nel caso della melannurca tornano invece i capelli. In questo caso sono stati i ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma a scoprire che il contenuto polifenolico dell’Igp campana è ben superiore a quello di altre mele (le varietà Delicious, Fuji, Granny Smith) e poi a estrarre e incapsulare proteine che in 60 giorni – promette lo studio – incrementano del 125,2% il numero dei capelli per centimetro quadrato, dell’80% lo spessore, del 42% il peso in milligrammi. Male che va, per ridurre lo stress dinanzi allo specchio o più problematici sintomi depressivi si può gustare l’arancia rossa di Sicilia Igp (che rasserena anche nel sonno). «I flavonoidi, in particolare gli antociani, hanno dimostrato – spiega Giuseppe Grosso del dipartimento universitario biomedico di Catania – di esercitare effetti benefici sull’attività cerebrale attraverso la modulazione della neuroinfiammazione, neurogenesi e modulando il microbiota intestinale». Lunga vita, quindi, ai cibi made in Italy che sono buoni e fanno bene. Allungare la loro vita (e non con una norma dell’Ue come accadrà prestissimo) vuol dire aumentare la redditività delle aziende che potranno così vendere su mercati lontani.

NUOVE SFIDE

 Nel cibo si chiama shelf-life, letteralmente “vita di scaffale”. A Italia Next Dop sono stati proposti gli studi delle università di Foggia e Bari sulla burrata di Andria, che deperisce dopo un paio di giorni ed è impossibile quindi da esportare. Benefici anche per i consumatori, come nel caso del pane toscano Dop che diventa presto raffermo (per colpa principalmente dell’evaporazione dell’acqua che crea la retrogradazione dell’amido). I dipartimenti di scienze agrarie e alimentari delle università di Firenze e Pisa (coordinatrice Angela Zinnai) sono riusciti a conservarlo più a lungo mantenendone le caratteristiche che lo rendono unico. Hanno modificato la composizione della farina e trovato modalità di conservazioni migliori. Tantissimi anche i progetti sulla sostenibilità a tutto tondo: dall’ambiente al sociale, all’etica. «L’Italia delle Dop e delle Igp – sintetizza Paolo De Castro, presidente del comitato scientifico di Qualivita – si è messa in moto per prima in Europa nell’affrontare le grandi sfide. La chiave del successo futuro sarà il connubio tra il nostro straordinario patrimonio agroalimentare e la capacità di fare ricerca scientifica».

Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 20:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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