Un salto di qualità che rappresenta una rivoluzione nell’innovazione tecnologica dei prossimi cinquant’anni e una sfida per il dominio dei cieli.
E passa per una soluzione polivalente alla necessità di difendersi dalle molteplici, variegate e crescenti minacce alla sicurezza nazionale.
LA SFIDA
È questa la sfida del GCAP (Global Combat Air Programme) il progetto per un aereo di sesta generazione mirato a svilupparsi in un “sistema dei sistemi” multidominio al quale lavorano Italia, Regno Unito e Giappone, uniti in questo ambiziosissimo programma per ora allo stato embrionale. Un programma con alcune tappe già fissate: entro il 2035 sarà operativo e disponibile per i partner strategici e a far tempo da questa data avrà una durata non inferiore ai quarant’anni. Il programma genererà benefici economici, tecnologici e sociali a lungo termine per i tre Paesi e allo stesso tempo crescita sostenibile e competitività per le industrie, non solo del comparto, ma di tutto l’ecosistema dell’innovazione. Per la parte industriale le tre aziende leader che lavorano al progetto sono l’italiana Leonardo, la britannica BAE Systems e la giapponese Mitsubishi Heavy Industries. La compagine italiana, oltre a Leonardo, partner strategico del programma, vedrà coinvolte Avio Aero, Elettronica e Mbda Italia, aziende leader di settore. «Siamo di fronte – spiega l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo - a uno dei programmi più sfidanti e avveniristici per l’industria dell’aerospazio e difesa, che garantirà l’autonomia tecnologica delle Nazioni coinvolte e fornirà alle Forze armate prestazioni e capacità operative senza precedenti».
LE CARATTERISTICHE
Che cos’ha di avveniristico il GCAP? Che significa aereo di sesta generazione? Che cosa si intende per sistema dei sistemi? E multidominio? A spiegarlo l’ingegner Guglielmo Maviglia, Direttore del Programma GCAP per Leonardo.
LE RICADUTE
Ma scendendo maggiormente nei dettagli, da questo investimento quali saranno le ricadute immediatamente comprensibili per il sistema Paese? «La prima ricaduta – replica Maviglia – sarà quella di disporre di tecnologie proprietarie in modo indipendente dalla fornitura di altri Paesi, creando un tessuto industriale competitivo, interconnesso e diffuso a livello internazionale in grado di tutelare e accrescere il posizionamento delle aziende italiane a livello globale. La seconda sarà quella di creare un ampio ecosistema industriale capace di coinvolgere l’intera filiera, piccole e medie imprese comprese, fino alle università e ai centri di ricerca, diffondendo innovazione e coinvolgendo nuovi addetti con significativi effetti sull’occupazione in tutta Italia. Un ecosistema già strutturato intorno ai Leonardo Labs». I Leonardo Labs, diffusi a livello nazionale e internazionale, sono incubatori di tecnologia fortemente impegnati nello sviluppo di capacità digitali, dal supercalcolo all’intelligenza artificiale, dal “digital twin” (la rappresentazione virtuale di un’entità fisica) ai nuovi materiali e ai sistemi di crittografia, con l’obiettivo di guidare l’innovazione nel lungo periodo anticipando i cicli e le necessità. Come appunto richiesto dallo sviluppo del GCAP.
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