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Terni, l'acciaieria cambia pelle: nel 2021 un impianto recupererà le scorie

Tecnologia > MoltoFuturo
Mercoledì 16 Dicembre 2020 di Vanna Ugolini
L'acciaieria di Terni

Il progetto è veramente in grande, e, nel settore degli acciai, rivoluzionario. Perché non si tratta solo di inventare un impianto in grado di recuperare le scorie di una acciaieria ma di cambiare un paradigma. E, cioè, di pensare a quello che oggi sembra essere un ossimoro: una acciaieria sostenibile, green. Siamo a Terni, che, nonostante tutto, è ancora la città dell’acciaio. E l’acciaieria in questione è Ast. Il ceo di ThyssenKrupp Italia, Massimiliano Burelli, ha portato a compimento un progetto cominciato nel 2016 con una gara internazionale che ha visto la partecipazione dei più importanti operatori nel settore: quello di trovare un’azienda che trasformasse le scorie, cioè i rifiuti prodotti dall’acciaieria, in qualcosa che non inquinasse e fosse riutilizzabile: una sorta di ghiaia per fare asfalti. La gara è stata vinta da un’azienda, Tapojarvi, che lavora nel settore delle tecnologie sostenibili. L’ad di Tapojarvi Martti Kaikkonen ha spiegato che «uno degli obiettivi principali di Tapojarvi è ridurre le discariche industriali nel mondo, in quanto, attualmente, la maggior parte delle scorie di acciaio inossidabile non viene recuperata. Siamo fortemente impegnati in questo programma e nell’ampliare la nostra attività a lungo termine in tutta Italia».

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L’IMPEGNO ECONOMICO

«Abbiamo trovato in Ast un’azienda impegnata con determinazione nella direzione dell’economia circolare», spiega Kaikkonen. «Entrambe le società hanno una visione di un futuro più verde e stanno creando un modello di economia circolare volto al recupero delle scorie dell’acciaio». Il progetto è semplice nell’ideazione quanto difficile da realizzare perchè le scorie dell’acciaieria sono rifiuti particolarmente impattanti. Ma, una volta lavorate con l’impianto ideato da Tapojarvi «possono essere utilizzate per la produzione di aggregati per sottofondi stradali, per conglomerati cementizi o bituminosi. L’Umbria e le zone limitrofe manifestano interesse per questi materiali che potranno sostituire, per esempio, l’asfalto e il calcestruzzo, consentendo di sostituire gli aggregati naturali come ghiaia e sabbia e riducendo l’impatto ambientale». Una sorta di doppio impatto positivo, perchè questo recupero potrebbe, dunque, andare a diminuire anche il prelievo di ghiaia dalle cave naturali. Il confronto tra l’ad Kaikkonen e la regione Umbria è stato positivo: «La Regione Umbria e le autorità locali hanno accolto positivamente il progetto di valorizzazione delle scorie e la ricerca di soluzioni sostenibili».

Il trattamento

 Una volta trattate, le scorie assumeranno le caratteristiche di materiali quali la ghiaia e la sabbia, recheranno la marcatura CE e potranno essere usate in alternativa ai materiali naturali per la costruzione di sottofondi stradali, oppure inglobate in una matrice bituminosa o cementizia per produrre calcestruzzi o asfalti. L’individuazione della società finlandese Tapojärvi Oy come partner di Ast è avvenuta al termine di una gara internazionale, avviata a febbraio 2016, che ha visto la partecipazione dei più importanti operatori nel settore del trattamento e riciclo delle scorie in tutto il mondo. L’assegnazione del contratto a Tapojärvi è stata decisa nell’agosto 2018. I tempi. L’intesa Ast-Tapojärvi si snoderà lungo un ampio arco di tempo: in base al contratto, la costruzione dell’impianto per il trattamento delle scorie richiederà due anni e le operazioni congiunte dureranno dieci anni con l’opzione addizionale di altri dieci anni di collaborazione.

Gli investimenti

 L’impegno economico previsto da Tapojärvi in Italia è di 45/50 milioni di euro per i primi due anni, di cui 9 milioni in ricerca e sviluppo. Per Ast, l’investimento totale stimato, nei primi due anni, è di 12/15 milioni, mentre l’investimento complessivo oscillerà quindi tra i 57 e i 65 milioni di euro. I benefici in termini di riduzione dell’impatto ambientale sono al vaglio del Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Pisa. Di certo ad oggi c’è che il confinamento delle attività denominate “rampa scorie” e “metal recovery” in capannoni con idonei sistemi di convogliamento e trattamento dell’aria porterà ad una riduzione significativa delle emissioni diffuse e quindi un miglioramento del PM10 nelle zone adiacenti lo stabilimento. Un quartiere che ha protestato a lungo per l’eccessiva presenza di polveri nell’aria. I benefici diretti e indiretti. Per quanto riguarda i benefici in termini di riduzione dell’impatto ambientale, Ast «ta quantificando il miglioramento che deriverà da tali investimenti con il supporto del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa. Di certo ad oggi c’è che il confinamento delle attività denominate “rampa scorie” e “metal recovery” in capannoni con idonei sistemi di convogliamento e trattamento dell’aria porterà ad una riduzione significativa delle emissioni diffuse e quindi un miglioramento del PM10 nelle zone adiacenti lo stabilimento. La riprogettazione della logistica del processo di gestione della scoria porterà ad una riduzione delle emissioni diffuse derivanti dai trasporti interni», ha spiegato il Ceo Burelli. Ancora, secondo Burelli, «il differente ciclo di gestione della scoria originerà materiali più compatti con minori emissioni polverose e di liscivazione e richiederà limitate quantità di acqua riducendo i consumi ed i successivi trattamenti. La riduzione dell’impatto delle cave sul paesaggio e del loro grave effetto sull’ambiente è un altro importante risultato di questo progetto. In questo campo l’ostacolo più alto è rappresentato dalla concorrenza da parte di materiali alternativi di origine naturale come ghiaia o sabbia che, soprattutto in Italia, sono particolarmente a buon mercato e il cui consumo non è disincentivato da nessuna normativa, a differenza di quanto avviene in altri paesi europei, come ad esempio Olanda, Belgio e Germania». Ad ogni modo il percorso verso un’acciaieria più sostenibile è comunque cominciato.

Scheda

 Tapojarvi è un'azienda finlandese nata Nata nel 1955. Ha 670 dipendenti, tredici sedi in tre paesi: Finlandia, Italia, Svezia. La mission è: “Essere partner preferenziale dei nostri clienti come fornitore di nuovi prodotti e servizi sostenibili attraverso eccellenza operativa, tecnologica e digitale.” L’intesa Ast-Tapojärvi si snoderà lungo un ampio arco di tempo: in base al contratto, la costruzione dell’impianto per il trattamento delle scorie richiede due anni e le operazioni congiunte dureranno 10 anni con l’opzione addizionale di altri dieci anni di collaborazione.

Ultimo aggiornamento: 17 Dicembre, 12:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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