Parmitano arrivato sull'Iss: «Volo magnifico, ora inizia missione Beyond»

Sabato 20 Luglio 2019 di Paolo Ricci Bitti
Luca Parmitano, missione Beyond
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Luca Parmitano è di nuovo sulla Stazione spaziale internazionale: il quadretto "Casa dolce casa" giusto da raddrizzare un po' sulla parete vicina all'airlock dove l'aveva appeso sei anni fa nella sua prima missione. «Un volo magnifico» ha detto alla moglie Kathryn e alle figlie Sara e Maia poco prima delle 3 di domenica, a dieci ore dal roboante decollo dal cosmodromo di Bajkonur.

L'astronauta, terminate le operazioni di docking (attracco) iniziate 50 minuti dopo la mezzanotte di sabato,  ha  lasciato la navicella Sojuz per ultimo, preceduto dal veterano russo Alexander Skvortsov e dalla matricola americana Andrew “Drew” Morgan: tutta un'altra entrata in scena, insomma, rispetto a quella della sua prima missione (Volare) nel 2013, quando sfrecciò dentro la stazione con un sorriso bambino che contagiò non solo l'Italia.
 



Non ha nemmeno atteso che la telecamera non fosse "impallata" dagli abbracci felici tra l'equipaggio "residente" (Aleksej Ovčinin, Nick Hague e Christina Koch dai lunghi capelli arricciati e fluttuanti) e quello appena arrivato. Il colonnello catanese è sbucato con nonchalance dal portellone come un consumato esploratore spaziale, già calato nel ruolo di comandante della stazione che scatterà appieno nel prossimo ottobre:  rilassato, sereno e dai tratti appena un po' arrotondati come capita nei primi giorni di permanenza in orbita in situazione di microgravità, con i fluidi corporei che tendono ad accumularsi nella parte superiore del fisico. Si sente a casa sull'Iss, Parmitano, sì catanese del mondo e dello spazio, ma poi anche perché metà dei moduli pressurizzati abitativi della stazione sono "made in Italy". 


 

Poi il collegamento (inflight call) di rito con i familiari in attesa a Bajkonur: «Siamo tutti orgogliosi di te» gli ha detto la moglie, l'americana Kathryn. La figlia maggiore Sara ha quindi risposto alla domanda del papà che aveva chiesto se le nuvole sul cosmodromo avessero permesso di vedere bene il lancio. «Tempo perfetto: è stato bellissimo e anche impressionante» ha detto la ragazza dodicenne. L'altra figlia, Maia, che aveva solo tre anni durante la precedente missione del padre, ha scherzato con lui su una playlist di canzoni di famiglia da ascoltare durante la missione. 

E' con questa telefonata che i familiari stemperano la tensione accumulata via via negli ultimi due anni abbondanti, da quando si è saputo della seconda missione del pilota quarantaduenne dell'aeronautica militare. Tensione salita ben oltre la quota della stazione spaziale in questi giorni di vigilia del lancio quando infine gli astronauti si accucciano in cima a un razzo alto 52 metri e carico con 200 tonnellate di carburante ("Un po' come stare seduti sopra a una mezza bomba atomica" ricorda sempre l'astronauta Paolo Nespoli). 

Infine, con teutonica ironia, il direttore generale dell'Agenzia spaziale europea, l'ingegnere Jan Woerner, dopo avergli fatto i complimenti per l'ottimo stato di forma nonostante le fatiche dell'approccio all'Iss,  ha poi ricordato a Parmitano che era arrivato il momento di iniziare a lavorare. «Sono prontissimo - ha risposto l'astronauta dell'Esa - però oggi è domenica, quindi se ne parla domani». Risate e cenni di approvazione dal resto dell'equipaggio che intanto aveva iniziato a tirare fuori le razioni speciali di cibo per la merenda che si offre agli amici appena arrivati dalla Terra. «Sono orgoglioso di essere qui e sono entusiasta di iniziare la missione Beyond, grazie del sostegno da parte di Esa e Agenzia spaziale italiana e di tutti coloro che seguiranno le nostre attività, grazie Italia», ha chiuso Parmitano che debutta in questa seconda missione con 536mila followers su Twitter, la maggior parte calamitati durante la sua prima esperienza del 2013 grazie a foto e racconti che ha magistralmente diviso con noi terrestri le sue emozioni. 

LA DIRETTA DEL LANCIO  

ORE 00.50 La navicella si è agganciata puntualmente al modulo russo Zvezda della Stazione Spaziale.
Ancora una volta la tecnologia russa si è dimostrata assai affidabile: l'attracco è avvenuto in maniera del tutto automatica grazie al "rostro" della navicella che è stato catturato dal meccanismo a imbuto del modulo fino a far scattare i ganci. E' terminato  così il viaggio di sei ore iniziato con il lancio della missione Beyond. Tra circa due ore, necessarie per le operazioni di controllo, gli astronauti potranno entrare nell'Iss e incontrare i colleghi Aleksej Ovčinin, Nick Hague e Christina Koch.



 

Alle 21.25 E' previsto un passaggio della stazione spaziale sull'Italia centrale proveniente da sud est: ottima la luminosità (magnitudo), basso però l'angolo di passaggio il che la rende meglio visibile da zone di pianura.

COME VEDERE A OCCHIO NUDO L'INSEGUIMENTO DELLA SOJUZ ALL'ISS  






ORE 18.43 Si abbracciano tutti, applaudono, hanno gli occhi lucidi: a meno di due chilometri dalla rampa, nelle postazioni riservati ai familiari degli astronauti e ai cronisti si allenta la tensione quando del razzo Sojuz non si vede più nemmeno l'ultima debole scia inghiottita dall'oscurità. La navicella è entrata in orbita e comincia a inseguire la stazione spaziale internazionale che proprio quattro minuti prima del lancio ha sorvolato a 400 chilometri di altezza la zona del cosmodromo, quasi a chiamare i nuovi inquilini. Il pupazzetto verde della figlia più piccola dei quattro di Drew Morgan, penzolante sul cruscotto della Sojuz, si è finalmente messo a fluttuare, il segnale più atteso dagli astronauti e dai tecnici delle sale di controllo. E' l'artigianale indicatore di assenza di peso: indica che navicella, dopo il distacco dal terzo stadio, è finalmente in orbita.
 



ORE 18.28 Nell'ultima luce della sera sulla steppa del Kazakhstan il razzo Sojuz si è alzato con un fragore che ha fatto tremare il terreno fino a 8 chilometri di distanza dalla rampa numero 1 del cosmodromo di Bajkonur: è iniziata la missione Beyond. In sei minuti il razzo russo raggiunge la velocità di 28.800 chilometri orari che gli permette di scrollarsi di dosso la forza di gravità terrestre.

ORE 17.30 Iniziate le lunghe e complesse operazioni di ingresso e assicurazione nell'abitacolo della navicella, spazioso quanto una campana per il riciclaggio del vetro in cui i tre astronauti si stringono come sardine. 

Ore 16.30 Ultima tappa dei tre, lontano dalle telecamere, prima di entrare nell'ascensore per salire a 50 metri dal suolo in "vetta" al razzo Sojuz, sarà in una piazzola dove, nonostante l'ingombro della tuta Sokol con tanto di pannolone, faranno la pipì su una ruota del loro minibus, come vuole la tradizione avviata proprio da Gagarin.  

Ore 16 Sorridendo e salutando con le mani premute sul finestrino del pullman la moglie Kathryn e le figlie Sara e Maia, l'astronauta Luca Parmitando ha avviato l'ultimo conto alla rovescia  al cosmodromo di Bajkonur per la missione Beyond. Alle 18.28 lo attende il lancio dalla gigantesca rampa numero 1, quella usata anche da Jurij Gagarin nel 1961 e decorata con cinque grandi stelle rosse che indicano 100 lanci ciascuna: la base sarà avvolta dall'inferno di fiamme sprigionate dal razzo Sojuz che porterà sulla stazione spaziale internazionale Parmitano e i colleghi Andrew “Drew” Morgan, americano medico e ingegnere dell’esercito, alla prima missione, e il russo pilota veterano dello spazio, Alexander Skvortsov.  


IL  VIDEO STREAMING CON IL COMMENTO DI PAOLO NESPOLI





L'EVENTO AL MAXXI



L'INTERVISTA ALLA VIGILIA DELLA PARTENZA

Comandante Luca Parmitano, il rito della pipì sulla ruota del minibus che vi porterà oggi alla rampa di lancio sarà lei a ordinarlo?
«Sì, ci mancherebbe: da 1961, da Jurij Gagarin in poi, i cosmonauti e gli astronauti che stanno per decollare da Bajkonur rispettano scrupolosamente questa tradizione. Goliardia o superstizione fate voi. Fatto sta che questa “cerimonia” lontano dai riflettori contribuisce ad allentare la tensione in quegli ultimi minuti prima di essere “sparati” in orbita a 28.800 chilometri orari».

Dalle 18.28 odierne sarà di nuovo nello spazio per la missione di lunga durata (sei mesi) Beyond (Oltre) sulla stazione internazionale come quella del 2013 (Volare): che emozione in quegli abbracci con la moglie americana Kathryn e le figlie Sara e Maia, 12 e 9 anni, nei giorni scorsi.
«Già, una situazione molto forte e assai diversa da quella della prima volta, quando né io né loro, con le bimbe all’epoca così piccole, sapevamo che cosa ci aspettasse nei mesi successivi - risponde da Bajknour il catanese, 42 anni, astronauta dell’Agenzia spaziale europea e pilota sperimentatore dell’Aeronautica militare -  Non c’è certo bisogno di andare nello spazio per capire quanto ci si vuole bene fra marito e moglie e tra padre e figlie, ma questo ennesimo “arrivederci” tra noi, avvenuto prima che entrassi in “quarantena” al cosmodromo In Kazakhstan, ha confermato di nuovo l’amore che lega una famiglia in cui il papà fa di mestiere l’astronauta e che tra addestramento e missioni è spesso lontano da casa».  

 

Di rinvio in rinvio la data di partenza della missione dell'Agenzia spaziale europea ha finito per coincidere con il 50° anniversario dello sbarco dell’uomo sulla Luna.
«Che meraviglia: con il collega americano Andrew “Drew” Morgan, medico e ingegnere dell’esercito, alla prima missione, e con quello russo, il pilota veterano dello spazio, Alexander Skvortsov, ce ne siamo rallegrati parecchio. Io e Drew nel 1969 non eravamo ancora nati, mentre Alexander aveva solo tre anni, ma l’avventura dell’Apollo è presto entrata nelle nostre vite di bambini che sognavano di diventare astronauti».

COME SEGUIRE A OCCHIO NUDO L'INSEGUIMENTO TRA SOJUZ E ISS

Sembrate già un film: “I tre colonnelli nello spazio”. A proposito, complimenti per la fresca promozione. Inoltre lei sarà il primo italiano, e solo il terzo europeo, a essere comandante della stazione spaziale, ruolo quasi sempre diviso tra americani e russi.
«Grazie, sono estremamente onorato sia della promozione ricevuta dall’Aeronautica militare sia del compito di guidare le attività su una realtà affascinante e complessa come la stazione internazionale, ma in realtà i gradi, che peraltro agli americani interessano assai meno che ai russi, io li intendo come responsabilità e impegno a essere totalmente al servizio della missione e dei compagni. Dovrò dare l’esempio in ogni istante, anche nello scarsissimo “tempo libero”, e dovrò cercare di aiutare i miei compagni, eccezionali professionisti, a dare il meglio anche nelle situazioni più complicate».

C’è un astronauta dell’epopea dell’Apollo che avrebbe voluto essere? Va bene, la risposta è scontata: Neil Armstrong?
«E invece no. Non sono mai stato interessato ai record che del resto, come dice la mia collega e amica Samantha Cristoforetti, sono destinati a essere battuti. Sono sempre restato colpito, in verità, dalla missione dell’Apollo 9, avvenuta nel marzo 1969, quella di James McDivitt, David Scott, Russell Schweickart. Restarono in orbita alla Terra per testare, con grande successo, tutte le manovre poi eseguite dalla missione Apollo 11. Sarà perché sono pilota sperimentatore, ma mi identifico in quei tre astronauti, mentre se proprio devo scegliere fra i 12 che hanno camminato sulla Luna dico Eugene Cernan».

Proprio l’ultimo, nel 1972?
«Sì, perché l’ho conosciuto e sono restato ammirato dalla sua modestia e dal suo spirito di servizio. Un grande professionista e un grande uomo».

La Luna, da astronauta 42enne e anche trascinante scrittore alla ricerca dell’infinito, le è consentito sognarla?
«Certo, i sogni sono indispensabili per rafforzare le motivazioni e, sì, scrivere mi piace, ma per l’idea di condividere le emozioni con chi non ha il privilegio di poterle vivere in prima persona come noi astronauti. Sì, forse la Luna posso metterla nel mirino, magari con il “villaggio” allo studio dall’Agenzia spaziale europea, mentre Marte, in attesa di scatti della tecnologia dei propulsori, è molto più difficile per chi è della mia generazione».

LE NUBI LUMINESCENTI NIOTTURNE DELL'ASTRONAUTA LUCA PARMITANO

Ancora più vicina del ritorno dell’uomo sulla Luna c’è la stazione Lunar Gateway in cantiere dall’anno prossimo.
«Sì, orbiterà attorno alla Luna e sarà un potente trampolino per le missioni lunari e per quelle marziane. Potente anche perché vedrà di nuovo la collaborazione fra tanti Stati che magari sulla Terra non vanno così d’accordo. Ma dallo spazio, lo dico sempre, i confini non si vedono. Per il Lunar Gateway si sarà un forte contributo delle aziende italiane così com’è avvenuto per la stazione internazionale in cui la metà dei moduli abitativi sono “made in Italy” con il coordinamento dell’Agenzia spaziale italiana che pure ha allestito 6 degli esperimenti che seguirò nei prossimi mesi insieme agli oltre 200 già corso».

Avrà a che fa anche con dei girini?
«Sì, il test si chiama Xenogriss, dalla rana tropicale Xenopus, e serve a capire come funzionano i processi di crescita e rigenerazione in situazione di microgravità. Molti dei test in corso servono appunto a preparare l’uomo per le prossime missioni esplorative che si allontaneranno così sensibilmente dalla Terra rispetto ai 400 chilometri di quota della stazione internazionale».

Beyond, appunto.
«Sì, oltre. Per questo, dopo aver scelto il nome della missione, nel suo logo ho voluto inserire riferimenti alla Luna e a Marte». 

Però il suo collega Buzz Lightyear, di Toy Story, ispirato all’astronauta Buzz Aldrin, vuole di più: vuole andare oltre l’infinito.
«E’ questo il bello dello spazio: l’uomo ha in sé, innata, la voglia di raggiungere nuove mete e appunto lo spazio, fortunatamente inconquistabile perché infinito, non farà che rispondere per sempre a questa sua formidabile esigenza».

Nonostante abbia rischiato di annegare nello spazio per un’avaria alla tuta nella sua seconda “passeggiata” extraveicolare il 16 luglio 2013, non vede l’ora di staccare di nuovo l’ombra dalla stazione internazionale.
«E come non potrei avere voglia di trovarmi nel vuoto a 400 chilometri di altezza sulla Terra vestito solo della tuta, nel frattempo divenuta a prova di annegamento? E’ una di quelle sensazioni che si fa persino fatica a descrivere perché ancora non è stato compilato un vocabolario per le emozioni vissute da meno di 600 persone dal 1961 a oggi, una bazzecola rispetto a linguaggi che hanno più di 3mila anni e assimilati da miliardi di esseri umani. Io ci provo, ma a volte mancano davvero le parole».

Ma la farà o no un’altra passeggiata?
«Ne sono previste alcune e mi sono addestrato per poterle effettuare. E’ anche una questione di fisico: provate voi, ad esempio, a stringere una pallina da tennis per otto ore consecutive, sia pure senza quei guantoni che abbiamo noi per impugnare chiavi inglesi e trapani. A ogni modo mi piacerebbe effettuare quelle per la manutenzione e riconfigurazione dell’Alpha Magnetic Spectometer (Ams), cacciatore di antimateria e di materia oscura che serve a capire l’origine dell’universo e che conta anche sulla partecipazione dell’astrofisico Roberto Battiston, ex presidente dell’Agenzia spaziale italiana». 

IL BLOG DI LUCA PARMITANO E DELLA MISSIONE BOYOND

Ultimo aggiornamento: 22 Luglio, 16:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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