Libra, la criprovaluta di Facebook: cosa è. Zuckerberg punta a 1,7 miliardi di persone senza banca

Martedì 18 Giugno 2019
Libra, la criprovaluta di Facebook: cosa è. Zuckerberg punta a 1,7 miliardi di persone senza banca

L'ingresso di Facebook nel mondo delle criptovalute si rivolge ai due miliardi e mezzo di utenti del social, ma soprattutto a quel miliardo e rotti di persone che nel mondo hanno uno smartphone ma non un conto bancario. Una platea enorme a cui offrire servizi finanziari, senza però andare allo scontro con le banche, che tuttavia non possono restare ferme e anzi devono adeguare la loro offerta. Ad analizzare Libra, la moneta virtuale annunciata da Facebook, è Valeria Portale, direttrice degli Osservatori innnovative payments e blockchain del Politecnico di Milano.

Facebook lancia Libra, la nuova cryptomoneta per i pagamenti elettronici

«Libra rappresenta la più audace incursione di Facebook nel mondo dei servizi finanziari e dei pagamenti», ma «non si pone come antagonista al settore bancario. Ha invece manifestato il proprio interesse a collaborare con loro, come testimonia la presenza di Mastercard, PayPal, Stripe e Visa tra i sostenitori», spiega l'esperta.

L'obiettivo del progetto è chiaro: «dare accesso ai servizi finanziari agli oltre 1,7 miliardi di adulti che a livello globale sono attualmente unbanked», e cioè non hanno un conto bancario, rileva Portale. Ci si aspetta che la nuova moneta sarà usata dagli utenti nei negozi virtuali, per inviare denaro e in futuro - ha scritto Mark Zuckerberg - anche per pagare il caffè o una bolletta.

A differenza del bitcoin e delle duemila altre criptovalute tradizionali, la moneta virtuale di Facebook sarà una stablecoin, cioè vincolata alle monete a corso legale, permettendo così di evitare i problemi legati alla volatilità.

Il vincolo, osserva ancora Portale, non sarà solo al dollaro ma a più valute, per dare all'utente un'esperienza fluida indipendentemente dalla nazione di riferimento.
 

La mossa di Facebook non rappresenta un unicum. «La chat Telegram si sta muovendo da oltre un anno per creare una valuta», che potrebbe arrivare già a ottobre e consentire trasferimenti di denaro tra utenti, dice Portale, secondo cui «non è escluso che nei prossimi anni si possa assistere al proliferare di numerose criptovalute aziendali».

In questo quadro «le banche non devono temere di essere già sconfitte, ma non possono stare a guardare, perché gli equilibri potrebbero mutare velocemente», da un lato per la direttiva europea PSD2 che ha aperto la porta a nuovi attori nei servizi di pagamento, e dall'altro per l'evoluzione delle abitudini dei consumatori che, conclude, «si affideranno sempre più ad attori non tradizionali per gestire i pagamenti»


Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 07:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA