Zuckerberg, il grande No: si rifiuta di presentarsi al Parlamento Gb. E il Congresso Usa vuole sentire anche Google e Twitter

Martedì 27 Marzo 2018
Zuckerberg, il grande No: si rifiuta di presentarsi al Parlamento Gb. E il Congresso Usa vuole sentire anche Google e Twitter
Mark Zuckerberg ha detto no: il patron di Facebook non si presenterà di fronte ai deputati britannici della commissione cultura, digitale e media per rispondere a domande sullo scandalo dei dati personali di 50 milioni di utenti che sarebbero stati usati a scopo di propaganda politica anche in Gran Bretagna. Si è appreso del grande "no" di Zuckerberg a margine dell'audizione odierna di Christopher Wylie, la gola profonda che ha fatto emergere il caso dopo aver lavorato in passato per Cambridge Analytica, la società di consulenza accusata di aver acquisito alla fine quei dati senza il consenso degli interessati.

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Il fondatore del social network blu era stato sollecitato a intervenire personalmente in una lettera inviata dal presidente della commissione, Damian Collins, per chiarire le «incongruenze» imputate a suoi collaboratori in precedenti audizioni. Ma il patron del colosso Usa ha declinato l'invito, come riporta SkyNews, offrendo di mandare al suo posto il chief technology officer di Facebook, Mike Schroepfer, e il chief product officer, Chris Cox.

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IL CONGRESSO USA VUOLE SENTIRE ANCHE TWITTER E GOOGLE Anche Google e Twitter sono destinate a finire nella crisi sulla privacy che ha travolto Facebook per via dei presunti abusi sui dati dei suoi utenti commessi da Cambridge Analytica. Per la prima volta una commissione congressuale americana ha chiesto di testimoniare non solo al Ceo del social network, come fatto fino a ora da altre due commissioni parlamentari Usa, ma anche a quelli del motore di ricerca controllato da Alphabet e dal sito di microblogging.

È il segno di come il caso esploso con Cambridge Analytica - convinta di avere ottenuto le informazioni di oltre 50 milioni di utenti di Facebook nel rispetto dei termini di utilizzo del social network e delle leggi sulla protezione dei dati - stia mettendo in questione i modelli di business dei gruppi della Silicon Valley. Fino ad ora i nomi di Google e Twitter non sono stati associati a quello di Cambridge Analytica.



La commissione Giustizia del Senato Usa ha fissato al 10 aprile un'udienza sul «futuro della privacy dei dati e sui social media» e ha detto che esplorerà nuove «regole» per le aziende tech. La settimana scorsa a chiedere un incontro con il Ceo di Facebook erano state la commissione per l'Energia e il commercio della Camera e la commissione Commercio del Senato. Stando alla commissione Giustizia al Senato Usa - quella che lo scorso anno aveva già messo sotto torchio rappresentanti di gruppi tech per via della proliferazione di fake news e propaganda russa sulle loro piattaforme - l'audizione sarà dedicata «agli standard sulla privacy per la raccolta, la conservazione e la disseminazione di dati dei consumatori a uso commerciale».

I legislatori cercheranno anche di capire «quanti dati potrebbero essere oggetto di abusi o di trasferimenti impropri e quali passi aziende come Facebook potrebbero fare per proteggere meglio le informazioni personali degli utenti e per garantire più trasparenza». Oltre a Mark Zuckerberg, anche Sundar Pichai (Google) e Jack Dorsey (Twitter) potrebbero essere costretti a rispondere a domande difficili su come e quanto redditizio è l'uso dei dati personali dei propri utenti. 
Ultimo aggiornamento: 12:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA