#solofinoadomani, la sfida social che degenera in trash. Ma attenti alla reputazione digitale, il web non cancella niente...

Martedì 24 Marzo 2020 di Angela Pederiva
#solofinoadomani, la sfida social che degenera in trash

C'è l'insospettabile manager che regge due spinelli, uno per mano, esibendoli senza troppe cautele. Ma c'è anche la bella ragazza, solitamente impeccabile nelle pose da modella, ritratta con il trucco sfatto accanto a una bottiglia di troppo. E c'è pure il padre di famiglia che fa colazione, però seduto sul water con le mutande calate. Eccessi da “#solofinoadomani” e "#finoadomani", la sfida che in queste ore imperversa sui social, per combattere la noia da Coronavirus.

Nei giorni della chiusura in casa (e della noia dilagante), si moltiplicano gli inviti a inondare i profili Facebook di foto a tema: tennis, calcio, montagna, solo per citarne alcuni. Ma la challenge lanciata in particolare su Instagram, per postare scatti di se stessi in pose imbarazzanti con il proposito di rimuoverli dopo ventiquattr'ore, senza capire che dal web non si cancella mai davvero niente, deve aver fatto perdere il controllo a più di qualcuno, a giudicare da certe immagini. «Manca la percezione di quanto sia importante la reputazione sul web», dice il vicentino Davide Dal Maso, che a soli 24 anni è il leader del Movimento Etico Digitale e tiene lezioni in scuole e università, al punto che Forbes l'ha inserito tra gli under 30 più influenti d'Italia.

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Come si spiega questo fenomeno? «Le persone – risponde Dal Maso – hanno voglia di svagarsi, di divertirsi e specialmente nel weekend sono abituate a staccare la spina. In questo periodo i social diventano di conseguenza la fonte di svago per eccellenza per milioni di italiani». Ma così vengono sottovalutati dei rischi. «La mancanza di consapevolezza dell'impatto della reputazione digitale – spiega l'esperto – fa sì che le persone si lancino, non appena vedono qualcosa di socialmente divertente o virale. Senza quindi pensarci né accorgersi, la persone può perdere delle opportunità lavorative future. Ma anche nell'immediato può succedere che un collega o un superiore possa perdere la stima nei suoi confronti, mentre un professionista dovrebbe sapere come comportarsi online e offline».

Aggiunge Alessandro Loggi, esperto in reputazione digitale e fondatore della Digital Talent Week: «L’impatto può avvenire su due livelli: sulla credibilità all’interno dell’ambiente di lavoro in cui si opera già e quello sulle opportunità di carriera future. Nel primo caso perché potrebbero non sceglierti per attività di contatto con l’esterno: clienti, fornitori, eccetera. Per quanto riguarda le occasioni future, perché la bad reputation emerge facilmente e, soprattutto, allontana anche potenziali collaborazioni lavorative».

Conclude il social media coach Dal Maso: «Se per fare una bella impressione e costruirsi una buona reputazione ci vogliono tanto tempo e tanto sacrificio, per far parlare male di sé basta veramente poco...».

Ultimo aggiornamento: 11:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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