Non incredibilmente e non meravigliosamente. Rafael Nadal è il terzo semifinalista in ordine di tempo a prender posto alle semifinali del Roland Garros, e verrebbe quasi da domandarsi «dove sta la notizia?».
Centosei vittorie, due sconfitte, un ritiro. Con un fisiologico intoppo biennale tra il '15 e il '16. Dal 2017 però è di nuovo luce: trentasette incontri consecutivi vinti, solo una manciata di set concessi. Quattro titoli di fila da allora, inseguendo la sua stessa miglior striscia (5) che durò dall'apertura dello scorso decennio al 2014. Ha fermato il tempo Rafa, affidandosi ad un orologiaio che tira indietro la lancetta dei secondi e dei minuti ogni volta che il mancino di Manacor sfila al Philippe-Chatrier, danzando su quella terra dove con sfrontatezza spagnoleggiante torna ad esser quel che era nei tempi di maggior vigore.
Musetti-Djokovic, l'italiano si ritira nel quinto set, Nole ai quarti a Parigi (7-6 7-6 1-6 1-6 0-4)
È Diego Schwartzman, oggi, la sua preda. Il piccolo grande argentino che si prende oneri ed onori di strappargli persino un secondo lunghissimo e tiratissimo set. Il primo del torneo. E in Francia non conviene, perché con Nadal si finisce sul personale. Ed è così. Cinque soli sono i punti che concede nel quarto e conclusivo set, come a dire, «non fatemi arrabbiare, che ne ho ancora più di tutti».
Nadal dans l'adversité 💥
Diego Schwartzman est le premier joueur à prendre un set à Rafael Nadal depuis sa finale contre Dominic Thiem en 2019. C'est toutefois l'🇪🇸 qui a eu le dernier mot...
Retour sur le match 📝👇#RolandGarros— Roland-Garros (@rolandgarros) June 9, 2021