La grande bellezza sull'erba reale: Vanzina scrive sulla favola Berrettini

Domenica 11 Luglio 2021 di Enrico Vanzina
La grande bellezza sull'erba reale: Vanzina scrive sulla favola Berrettini

Pare che tra i film preferiti di Matteo Berrettini, il ragazzo prodigio che oggi a Londra, sull’erba di Wimbledon, proverà a mettere la sua firma nelle pagine gloriose dell’albo d’oro dello sport italiano (in parte l’ha già messa arrivando in finale), ci sia “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino. Non poteva essere altrimenti perché Matteo, romano, cresciuto a Conca D’Oro con studi a Montesacro, rappresenta in maniera esemplare la bellezza della sua città e della “meglio gioventù capitolina” alla quale appartiene. 
IL CUORE CHE BATTE
Oggi pomeriggio, milioni di italiani si incolleranno ai televisori per tifare Matteo. Tra questi, mille e cinquecento lo faranno in maniera delirante: i soci del Circolo Canottieri Aniene che ha l’onore di avere Matteo tra i suoi atleti. Uno di quei mille e cinquecento sono io. Mentre scrivo sono teso, emozionato, con il cuore che batte a mille per quello che Matteo potrebbe riportarci indietro dall’erba inglese sui nostri campi in terra battuta dell’Acqua Acetosa. Non lo dico per assoluta e convinta scaramanzia.
Che bella storia quella di Matteo. Talento naturale. Anche se, come capita nella carriera di tutti i ragazzi normali che si avvicinano allo sport, il talento diventa tale quando si associa a doti esemplari di carattere e di correttezza. Matteo le possiede tutte. La sua galoppata per scalare le classifiche mondiali - oggi è nono nel ranking dei migliori del mondo e aspira a salire fino al settimo posto, se dovesse andare bene - è avvenuta grazie alla sua volontà di emergere, mai però cercando scorciatoie. Ci ha messo la pazienza, la tenacia, la fatica. Ci ha messo la voglia di diventare migliore, quella voglia che quando sboccia nell’animo dei ragazzi semplici permette loro di diventare speciali. Succede ai bravi ragazzi. E Matteo è un bravo ragazzo speciale. Non me ne voglia José Mourinho, ma in questo momento il vero “special one” qui a Roma è Berrettini. È a lui che devono guardare le nuove generazioni. Non si è mai pianto addosso, non ha piagnucolato che gli avevano rubato il futuro. Lo ha cercato da solo il suo futuro. Si è allenato, in silenzio, ha stretto i denti e oggi è lui a regalare a noi un futuro lucente tutto ancora da scoprire.
L’ULTIMA TAPPA
L’altra grande dote di Matteo è quella di saper ascoltare i consigli.

A darglieli è un’altra meravigliosa bandiera del Circolo Aniene, Vincenzo Santopadre, il suo coach, mio caro amico, anche lui specialissimo. Chi sa di tennis sa che Vincenzo, senza mai arrivare in cima alle classifiche più prestigiose, è stato un punto di riferimento assoluto di intelligenza tennistica. Se Matteo è lì, così in alto, penso che Vincenzo abbia molti meriti. Mai sbandierati, mai messi in piazza. La forza di questi due amici sta nell’umiltà. Due campioni, due signori. Che portano in giro per il mondo l’eleganza romana più schietta. Oggi, Matteo ha la possibilità di entrare non solo nella storia, ma addirittura nel mito. Da Conca d’Oro a Wimbledon, faccia a faccia con il duca o la duchessa di Kent, è un viaggio meraviglioso che sarà l’esempio più bello da tramandare a quelli della sua età. E non solo. Ricordati Matteo che “La Grande Bellezza”, alla fine ha vinto l’Oscar. Niente è impossibile. Dai, mettici il tuo grande cuore romano. Vogliamo sentire la frase: and the winner is…

Ultimo aggiornamento: 14:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA