Djokovic, il Nole-gate manda in tilt l'Atp: «A Parigi il serbo potrà giocare»

Lunedì 17 Gennaio 2022 di Vincenzo Martucci
Djokovic, il Nole-gate manda in tilt l'Atp: «A Parigi il serbo potrà giocare»

E ora? Che sarà di Djokovic? Che succederà col Covid? Il tennis si interroga: il Nolegate di Melbourne ha riproposto i tanti problemi che la nuova Atp, con a capo da un anno appena Andrea Gaudenzi, non può risolvere da sola.

Tanto da uscire sconfitta come il suo numero 1 da questa clamorosa espulsione, come gli Slam, la federazione internazionale e i giocatori stessi. 

TROPPI PROBLEMI
Il sindacato dei tennisti professionisti, contestato da una nuova sigla, la Ptpa, promossa proprio da Djokovic e da Vasek Pospisil, non ha stabilito regole Covid intransigenti e indiscutibili, non ha preso una posizione decisa durante la tempesta mediatica mondiale che si è abbattuta sul serbo e su tutto sul tennis, annunciando invece il ciak di una serie Netflix sulle racchette, e ha chiuso la triste vicenda con un comunicato salomonico nel quale ha puntualizzato un principio che andava difeso molto di più e prima: «Le sentenze delle autorità legali in materia di salute pubblica devono essere rispettate. L’Atp continua a raccomandare fortemente la vaccinazione a tutti i giocatori».

Da Parigi si annuncia una nuova tempesta. Il ministro dello Sport francese, Roxane Maracineanu, contraddice il primo ministro, Emmanuel Macron: «Novak sarà in grado di competere al Roland Garros a maggio, poiché i protocolli, la bolla sanitaria, lo permettono». Aiuto! Occorrono regole certe e indiscutibili. Del resto, gli Slam non hanno un identico calendario degli incontri e un sistema omogeneo al quinto set. A Melbourne c’è un super-tie-break che premia i 10 punti (con vantaggio di 2), a Parigi si va ad oltranza, agli US Open c’è il tie-break classico, a Londra si gioca sul 12 pari e non sul 6-6. Agli Australian Open e agli Us Open, le partite decisive sono compresse o dilatate, quando è esplosa la pandemia Covid, il Roland Garros s’è auto-traslocato e Wimbledon ha cancellato una edizione con un’assicurazione.

RICCHI E POVERI
Il tennis ha troppe anime e interessi: giocatori, Atp Tour, Itf (la federazione internazionale che è immobile), organizzatori, manager e sponsor. Il business è cresciuto a livelli eccezionali ma l’organizzazione no. E le grandi sigle professionistiche Usa sembrano lontanissime, a cominciare da una divisione diversa dei proventi, oggi troppo sbilanciata a favore dei quattro Majors. Pur offrendo lo stesso prodotto, Atp e Wta restano separate. E nessuno sistema il calendario, intasato nel periodo estivo e poi di nuovo a novembre, con Atp e Itf che si fanno concorrenza con le super gare a squadre per nazioni, Davis e Atp Cup. 

LEADERSHIP
Rafa Nadal, oggi è l’unico dei grandi davvero credibile ed autorevole. Ma Mats Wilander o John McEnroe potrebbero assumere, anche a tempo, la leadership. L’Italia, con la guida del presidente Fit, Angelo Binaghi, ha indicato la via per un rinnovamento totale e vincente, anche il tennis mondiale può farcela.

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