Rugby, Sei Nazioni mai visto: William e Kate rivali, scioperi, birre analcoliche, unghie laccate, cori vietati, tempi di gioco sovrumani e azzurri record

La 129a edizione del Torneo più antico e prestigioso del mondo è anche la prima in cui si canterà "Dio salvi il Re" dopo 71 anni

Martedì 21 Febbraio 2023 di Paolo Ricci Bitti
Rugby, Sei Nazioni mai visto: William e Kate rivali, scioperi, birre analcoliche, unghie laccate, cori vietati, tempi di gioco sovrumani e azzurri record

Rugby, Sei nazioni.

Minacce di sciopero; birre analcoliche; giocatori con le unghie laccate; cori vietati; azzurri fenomenali in attacco; Dio che salva non più la Regina, ma il Re; tempi di gioco effettivo simili al calcio: benvenuti al Sei Nazioni che non si era mai visto.

Il baluardo delle tradizioni, quelle che splendono dal 1883, scolpite nel marmo adatto alla gloria del Torneo più antico e più prestigioso, nonché più ricco del mondo (3 miliardi di sterline), continua a sferragliare sui binari della Storia, ci mancherebbe, ma davvero in questa prima volta dopo le restrizioni della pandemia da Covid se ne stanno vedendo di novità. È la 129a edizione, ché solo le due guerre mondiali e i "disordini" nordirlandesi del 1972 fermarono il Torneo, ma intanto su Galles-Inghilterra di sabato 25 febbraio pende l'inedita e molto terrena minaccia di sciopero dei giocatori gallesi, preoccupati, a ragione, dei loro contratti. Il match del Championship (basta la parola) vale, per la federazione gallese, almeno 9 milioni di sterline e sarà interessante vedere come questa situazione senza precedenti e ad altissima tensione sarà raccontata nel docufilm serie che Netflix sta girando sulle squadra del Sei Nazioni che per la prima volta hanno lasciato libero accesso a spogliatoi, hotel, palestre e sede dei ritiri.


E già l'Union gallese, accusata di misogenia e sessimo, aveva clamorosamente vietato due settimane fa di cantare al Principality Stadium di Cardiff l'inno ufficioso "Delilah", hit da oltre mezzo secolo di Tom Jones, che narra sì di una donna uccisa da un compagno geloso, ma che finora era stata adottata per il suo struggente ritornello. Non è poi una new entry assoluta in fatto di Inni, ma per ricordarsela bisogna avere parecchie Primavere: era dal 1952 che a Twickenham si intonava "God save the Queen", ma dopo 71 anni ora si canta per proteggere King Carlo ed effettivamente il boato (che vale almeno una meta di vantaggio per l'Inghilterra) è lo stesso.

Famiglia reale

A proposito di famiglia reale la già detta partita Galles-Inghilterra, sperando che si trovi una soluzione e sabato si giochi, comporta anche la prima volta del principe William e della principessa Kate l'uno contro l'altra al Principality Stadium di Cardiff dove forse porteranno il principino George, già giocatore di minirugby. William è patrono della federazione gallese come lo era stato il padre Carlo, Kate dall'anno scorso è patrona della federazione inglese al posto del cognato Harry, rimosso da questo e altri incarichi dalla compianta regina Elisabetta. Tutti e tre, William, Kate Middleton e Harry, a ogni modo, sono effettivamente appassionati e competenti sostenitori del rugby, l'hanno pure praticato. Meghan Markle, invece, ha scoperto la palla ovale solo grazie a Harry.

Unghie laccate

Non si era mai visto nel Six Nations  un giocatore con le unghie laccate: ecco, proprio contro l'Italia, l'ala debuttante Ollie Hassell-Collins, 24 anni, un metro e 92 per 105 chili, che su consiglio della fidanzata, l'avvocata Eloise Reayer, si è fatto dipingere sulle unghie la bandiera inglese, la croce di San Giorgio. Patriottico e inedito: al più si ricordava Ma'a Nonu, All Black bicampione del mondo, che era coerentemente monocromatico usando in partita il mascara per accentuare la linea degli occhi.

Birra analcolica


Senza precedenti anche l'iniziativa dello sponsor del torneo, una birra scura dublinese, che quest'anno propone una versione senz'alcol prima, durante e dopo le partite. Terzo tempo analcolico? Ossimoro o nuova tendenza? Si vedrà, anche perché ad esempio in Francia è vietato fare pubblicità agli alcolici. Epperò si dice già che dal prossimo anno lo sponsor sarà un altro.

 

Ranking mondiale

Di certo quella attuale è l'edizione tecnicamente più dura di sempre: mai al vertice del ranking mondiale c'erano state due europee in questo periodo dell'anno. E proprio Irlanda-Francia ha produtto un mostruoso record: il tempo di gioco effettivo è stato di 46 minuti. Quattro polmoni non bastano: il rugby ad alto livello era arrivato a 36/38 minuti, ma quei 46 minuti sono molto attigui - per restare al di là della Manica - ai 56 della Premier League (fonte Cies) anche se nel calcio la partita dura 90 minuti e non 80 e non vi si sono mischie e touche. Nuovissimo anche il record di Ange Capuozzo, simbolo di un'Italia non più "catenacciara": ha battuto 15 avversari in una sola partita (Inghilterra) avvicinandosi al primato di 16 che resiste dal 2000 (il francese Castaignede). Grazie al fulmineo campano-francese l'Italia è seconda solo alla magna Irlanda anche in fatto di metri guadagnati con la palla in mano. L'anno scorso il record italico più luccicante fu del capitano Michele Lamaro, autore di 86 placcaggi in 5 match, primato dell'intero Torneo: Italia dalla difesa all'attacco, appunto.

Infine una novità finora poco o punto evidenziata: gli ovali sono dotati di chip che registrano velocità e distanze. Li chiamano "palloni intelligenti", ma i rugbysti li prendono a calci lo stesso.

Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 08:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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