Rugby, Sei Nazioni, l'ltalia tiene testa al Galles 15-26

Sabato 9 Febbraio 2019 di Paolo Ricci Bitti
Tommaso Allan

Un passo avanti per gli azzurri nel 15-26 con cui il Galles rispetta in pieno il pronostico di favorito dall'alto della sua 4a posizione nel ranking mondiale rispetto alla nostra remota 15a. E' la 19 sconfitta di fila dell'Italia che continua ad allargare il record negativo, epperò i Dragoni non sono mai stati sicuri di vincere il match  in cui hanno segnato due mete esattamente le stesse di Parisse e compagni che devono battersi il petto per gli sciagurati regali nel primo tempo con cui hanno consegnato 12 punti al piede comodi comodi ai gallese che alla fine hanno vinto con lo scarto di 11... E può essere che alla fine del torneo rimpiangano di aver smarrito un  punto di bonus offensivo proprio contro l'Italia.
 



Con un gioco un po' più ragionato e finalmente usando i calci nel box soprattutto nella ripresa, gli azzurri hanno ricucito prima dell'intervallo il preoccupante o-12 iniziale con la meta di Steyn e poi hanno martellato i gallesi per il primo quarto d'ora della ripresa strappando loro alcuni palloni e costrendo almeno due occcasioni da meta con McKinley. Poi però al 55' ha segnato il Galles con Josh Adams favorito da un placcaggio mancato da Hayward: 10-19. Intanto i Dragoni avevano inserito il totem Alun Wjn Jones, il vero capitano, che ha stretto le maglie della difesa.

Gli azzurri hanno continuato ad attaccare, a conquistare terreno e ancora meglio è andata quando è entrato in campo al 60' Edoardo "Ugo" Gori, mediani di mischia del Treviso assente da un anno dalla nazionale. Più velocità e più efficacia rispetto a Palazzani che va comunque lodalo per l'impegno, ma che troppe volte si fa trovare in ritardo,
L'Italia ha retto anche quando  il Galles ha allungato ancora Watkin al 69' con Watkins per il 10-26: non abbastanza per considerare chiuso il match. Infatti, rubando ancora touche (ben tre alla fine) e manovrando con Traoré, Sisi e Ruzza, avanzando con Campagnaro, gli azzurri hanno lanciato al 75' un'azione al largo con passaggio lungo di Padovani che si è tuffato in meta: 15-26, due mete ciascuno e nebbia un un po' meno fitta per l'Italia nel resto del Torneo. Ah, all'Olimpico c'erano solo 38.700 fedeli con almeno 10mila gallesi. Mai così pochi spettatori per il Sei Nazioni versione Olimpico: però alla fine, come sempre, gli assenti hanno avuto torto.

Primo tempo
Ha fatto tutto l'Italia nel primo tempo all'Olimpico contro il Galles che al 28' era già avanti 0-12 grazie a 4 penalty da posizioni bambinesche gentilmente offerti dagli azzurri capaci di trasformare in piombo il raro oro del possesso. Un turn over qua, una mischia persa là (su propria introduzione!) Parisse e compagni hanno mostrato ingenuità che il Galles, pur imbottito di rincalzi (meglio, non titolarin in questo periodo), non poteva che punire. E senza nemmeno sudare nella dolce sera romana in cui solo 38.700 fedeli (almeno 10mila in maglia rossa) si sono dati appuntamento all'Olimpico, mai così vuoto dal 2012 quando la nazionale traslocò dal Flaminio.

Eppure gli azzurri, a differenza dei Dragoni, avevano costruito nel frattempo persino due occasioni da meta con Esposito e Padovani: soprattutto la prima, al 5', grida vendetta per non essere stata coronata dalla marcatura. Nell'ultimo quarto del tempo il riscatto azzurro basato finalmente su un gioco più razionale, possesso e calci a guadagnare terreno per mettere in affanno anche campioni come Liam Williams, l'estremo anche dei Lions.
 Da una penaltouche al 34' la magnifica meta di Styen sospinto oltre la linea dal possente Sisi: i due hanno raccolto il lavoro di 4 furiose fasi degli avanti azzurri. Molto bene, anche perché l'Italia manteneva il dominio territoriale permettendo ad Allan di andare alla piazzola al 40': palo, maledizione. Insomma 7-12 al thee poteva essere davvero tanto peggio per come si era messa all'inizio.

Roma, Stadio Olimpico - sabato 9 febbraio 2019
Guinness Sei Nazioni 2019, II giornata

Italia v Galles 15-26 (7-12)
Marcatori: p.t.  1’ cp Biggar (0-6), 14’ cp Biggar (0-6), 18’ cp Biggar (0-9), 29’ cp Biggar (0-12), 34’ m. Steyn tr Allan (7-12); s.t. 43’ cp Allan (10-12),  54’ m. Adams tr Biggar (10-19), 69’ m. Watkin tr Ascombe (10-26), 75 m. Padovani (15-26)

Italia: Hayward; Padovani, Campagnaro, Morisi, Esposito; Allan (47’-54’ McKinley), Palazzani (59’ Gori); Parisse (cap), Steyn, Negri (56’ Barbini); Budd (51’ Ruzza), Sisi; Ferrari (59’ Pasquali), Ghiraldini (59’ Bigi), Quaglio (50’ Traorè)
All. O'Shea

Galles: Williams (67’ Amos); Holmes, Davies J., Watkin, Adams; Biggar (54’ Anscombe), Davies A. (62’ Davies G.); Navidi (67’ Moriarty), Young, Wainwright; Beard, Ball (49’ Jones AW); Lee (49’ Lewis), Dee (67’ Elias), Smith (62’ Jones W.).

All. Gatland
Arb. Mathieu Raynal (Francia)

Calciatori: Biggar (Galles) 5/5, Allan (Italia) 2/4, Anscomble (Galles) 1/1



LA PRESENTAZIONE

«Loro (i gallesi) ne hanno cambiati 10 rispetto alla squadra che ha espugnato Parigi? Non è che me ne importi più di tanto, noi pensiamo al nostro piano di gioco», dice sereno Sergio Parisse dopo aver guidato il captain's run sul prato assolato dell'Olimpico che oggi accoglierà 40mila fedeli fra i quali almeno 6mila in maglia rossa e narciso giallo d'ordinanza. Pochini? Certo meno dei pienoni abituali, ma non hanno aiutato le diciotto sconfitte di fila degli azzurri (ovvero a Roma braccia basse dal remoto 2013) e l'insolito orario preserale (17.45, diretta DMax)) che impedisce il rientro a casa in giornata agli appassionati del nord, che torneranno invece in forze il 24 febbraio con l'Irlanda e il 16 marzo con la Francia. Ecco, dovendo scegliere una trasferta per il Sei Nazioni di quest'anno, il match con il Galles era proprio il più sfortunato.

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RINCALZI

Anche perché perché gli azzurri, scornati dopo la sconfitta di Edimburgo, si troveranno di fronte una squadra zeppa di rincalzi di lusso che daranno l'anima per conquistare la maglia da titolare per il resto del Torneo e soprattutto in vista dei Mondiali in Giappone in autunno. E quando questi diavoli saranno appena un po' appannati, ecco che il ct gallese, il longevissimo neozelandese Warren Gatland, potrà mandare in campo riserve del calibro del vero capitano Alun Wjn Jones, un gigante che fa paura anche da lontano. E poi se batti (difficile difficile, per i bookmaker perderemo di almeno 13 punti) questo Galles diventa un successo contro le riserve, mentre se perdi (male) meglio nemmeno pensarci.
Considerazioni un po' da braccino corto perché in realtà la profondità della quarta nazionale al mondo, imbattuta da 11 match, non è nemmeno paragonabile a quella a disposizione del ct azzurro O'Shea, per non dire di quella dei prossimi avversari: l'Irlanda, terza nel ranking, e l'Inghilterra, seconda.
Niente da fare, nell'anno in cui si sperava (più con il cuore che il cervello) di vedere qualche raggio di luce, il Sei Nazioni ha raggiunto livelli di qualità siderali visto che nello scorso novembre le squadre dell'emisfero sud, che si spartivano da anni il podio del ranking, sono state costrette a sloggiare, a parte naturalmente le loro maastà All Blacks che pure restano in vetta pur avendo capitolato di nuovo davanti all'Irlanda.
GIUSTIFICAZIONI
«Fate pure queste considerazioni - irrompe il capitano azzurro - che sanno tanto di giustificazioni che noi giocatori non cerchiamo di sicuro, pur essendo i primi a essere frustrati da questa lunga serie di sconfitte. Noi, con Conor (O'Shea, il ct) andiamo avanti per la nostra strada, pensiamo a rispettare il nostro piano gioco messo a punto dopo aver studiato a lungo le ultime partite del Galles, una squadra di campioni che però ha mostrato qualche passo a vuoto per metà del match contro la Francia pur avendo equilibrato il valore, assai alto, fra i trequarti e la mischia».
Ecco, i trequarti gallesi, orchestrati oggi dal match winner Biggar, sono l'incubo di ogni avversari. Il ct dell'Italia ha dovuto rinunciare al grintoso Castello, buon difensore, per gli strascichi del virus influenzale che la settimana prima della sfida di Edimburgo ha atterrato tutta la cavalleria leggera. Castello ha perso 4 chili in due giorni e non ce l'ha fatta a recuperare e quindi dentro subito Padovani con Campagnaro che torna centro dopo l'esperimento all'ala. Fuorigioco anche il pilone Lovotti - maledetto virus - che fa spazio così a Nicola Quaglio.
VIRUS
«Beh, solo due malati, non ci possiamo lamentare», commenta filosofico O'Shea che non ha potuto inoltre recuperare il mediano di mischia titolare Tebaldi (lombosciatalgia). Si riparte allora con Palazzani e Allan in cabina di regia, con la speranza di poter lanciare meglio il gioco grazie a un buon possesso. E se questo buon possesso non ci sarà - vallo a strappare l'ovale al Galles - bisognerà farsene una ragione senza tentare rischiose avventure. Noioso? Andatelo a dire ai gallesi che non vedono loro di piombare sulle incertezze azzurre con satanassi come l'estremo Liam Williams, star anche dei Lions.
«Siamo delusi, certo - chiude Parisse - ma al tempo stesso non abbiamo perso nemmeno un briciolo di voglia di riportare in alto l'azzurro: siamo consapevoli del coraggio e del sacrificio mostrati da chi ci ha preceduti per conquistare l'accesso al Sei Nazioni e adesso noi abbiamo la stessa fama di far vedere che possiamo essere competitivi con tutti. E poi, insomma, qualche bella vittoria l'ha ottenuta anche la mia generazione».

 

Ultimo aggiornamento: 22:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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